venerdì 11 dicembre 2009

PROGRAMMA EMERGENZA

NICARAGUA, al via il nuovo programma di emergenza della Dgcs
IL VELINO COOPERAZIONE
9 DICEMBRE 2009
Roma - La direzione generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) della Farnesina ha approvato il finanziamento per la realizzazione del nuovo Programma di emergenza “Riduzione della vulnerabilità nelle comunità frequentemente colpite da disastri naturali in Nicaragua”, mediante la costituzione di un fondo in loco presso l’ambasciata d’Italia a Managua di 900 mila euro. Obiettivo dell’iniziativa è migliorare la qualità e l’accesso ai servizi di base nei settori della sicurezza alimentare, vigilanza epidemiologica e assistenza sanitaria, acqua e igiene ambientale, casa e habitat delle comunità a rischio in aree tradizionalmente colpite da disastri naturali. Inoltre, ci si propone di contribuire all’incremento delle capacità di risposta delle stesse comunità, così come alla ricostituzione dei mezzi di sussistenza dei beneficiari. Tale obiettivo si inquadra nelle finalità generali dell’azione italiana che sono il soddisfacimento dei bisogni primari e in primo luogo la salvaguardia della vita umana, l'autosufficienza alimentare, la valorizzazione delle risorse umane, la conservazione del patrimonio ambientale, la crescita economica, sociale e culturale, il miglioramento della condizione femminile e dell'infanzia e la promozione della donna. Le azioni nel territorio riguarderanno agricoltura e sicurezza alimentare, salute, acqua e igiene ambientale; istruzione; riduzione del rischio di catastrofi naturali; tutela dei gruppi vulnerabili; sostegno ad attività generatrici di reddito; sviluppo delle risorse umane e promozione della condizione femminile. Il programma si colloca in un ambito caratterizzato da comunità che vivono in uno stato di emergenza cronica e di alta vulnerabilità verso la frequenza di eventi atmosferici avversi, i quali incidono in modo più dirompente in quelle aree caratterizzate da alti livelli di povertà, provocando perdite di vite umane, distruggendo infrastrutture, danneggiando sostanzialmente l’economia familiare, raccolti, servizi e frenando lo sviluppo sostenibile. La ricorrenza di tali eventi, che caratterizza annualmente la stagione delle piogge, crea un circolo vizioso in cui Vulnerabilità - Distruzione - Accumulazione del rischio - Povertà si alimentano a vicenda, producendo in vaste zone del Paese una progressiva situazione di degrado socio-economico del territorio con ulteriori e rilevanti implicazioni sull’ ambiente. Attraverso il Programma ci si propone di ridurre lo stato di emergenza delle famiglie in ambito rurale e urbano in Nicaragua puntando al miglioramento della qualità ed accesso a servizi di base, in primis autosufficienza alimentare, disponibilità di acqua, servizio di vigilanza epidemiologica, riabilitazione o costruzione di alloggi, riabilitazione di scuole, centri di salute, saloni comunitari. Inoltre saranno sostenute azioni tendenti al rafforzamento delle strutture municipali e comunitarie nell’ottica di un miglioramento delle capacità di risposta, così come la riabilitazione di albergues o scuole sostitutive che consentano il mantenimento delle attività educative in periodi di emergenza, unite a piccole opere di mitigazione a livello locale, allo stabilimento di Sat (Sistemi di allerta precoce), sistemi di evacuazione, azioni a tutela dell’ambiente su scala locale o territoriale (municipio). È rilevante quindi, nel settore dell’istruzione, integrare attività che, oltre a garantire migliori strutture, accesso e qualità di erogazione del servizio, mantengano un’attenzione specifica a componenti educative in condizioni di emergenza, con l’obiettivo di garantire la continuità del servizio scolare, soprattutto a livello primario, in situazioni di difficoltà. Tali attività saranno inquadrate in un ambito di collaborazione con Sinapred (Sistema nacional de proteccion civil), Ineter (Istituto nicaraguense di studi territoriali), Comitati municipali e locali. Infine, si prevede la creazione di opportunità di impiego e generatrici di reddito a livello familiare (orti domestici, imprese familiari di conservazione o trasformazione alimentare) o di quartiere (micro imprese, cooperative), più orientate verso la riabilitazione e realizzate in collaborazione con entità locali, nazionali e internazionali. L’identificazione dei settori e delle aree di intervento, tiene conto delle indicazioni fornite dalle istituzioni nicaraguensi e dalle organizzazioni nazionali ed internazionali presenti sul territorio che hanno predisposto liste di aree prioritarie sulla base di indicatori di vulnerabilità che includono la ricorrenza degli eventi climatici avversi, la denutrizione/malnutrizione e la povertà estrema. Il quadro che emerge, evidenzia una forte coincidenza tra distretti colpiti da fenomeni climatici e distretti con alta concentrazione di povertà estrema. Oltre alla Regione di Rivas, nel sud del Paese, tutte le restanti regioni sono suscettibili di considerazione, a cui si aggiungono le aree marginali urbane di Managua e Chinandega. Allo scopo di rispondere a tali bisogni, il programma si svilupperà nei seguenti settori di intervento e attività: Agricoltura e Sicurezza alimentare - Le attività previste si concentreranno soprattutto su distribuzione alimentare e controllo nutrizionale per gruppi vulnerabili. Salute, Acqua ed Igiene ambientale: riabilitazione pozzi e latrine; azioni di copertura sanitaria e di vigilanza epidemiologica, e distribuzione medicinali, con l’ausilio di brigate di salute volontarie. Tutela dei gruppi vulnerabili: ripristino di condizioni abitative sicure ed adeguate (autocostruzione); riabilitazione di albergues, saloni comunitari, scuole, e riduzione del rischio di catastrofi naturali. Le attività riguarderanno invece soprattutto l’istituzione e/o consolidamento di Sat (sistemi di allerta precoce) e di piani di evacuazione a livello comunitario; costituzione di comitati comunitari di emergenza. Il sostegno ad attività generatrici di reddito, sviluppo delle risorse umane e promozione della condizione femminile si lavorerà principalmente per attività di miglioramento della produzione agricola familiare (orti familiari, protezione sementi, tecniche di produzione e conservazione); attività comunitarie di riabilitazione (muri di contenimento, misure anti esondazione locali, pulitura corsi d’acqua, ripristino sentieri rurali) e per il sostegno ad attività di generazione di impiego e reddito, anche cooperativo, nei settori dell’artigianato, turismo locale, servizi stagionali per imprese, con particolare riferimento alle donne. Le azioni mireranno ad attivare il massimo coinvolgimento delle autorità locali come delle famiglie beneficiarie potenziando il ruolo della donna in particolare e l’incremento della piccola produzione agricola ricorrendo, dove possibile, ad organizzazioni e associazioni già operanti nelle aree di intervento ed in possesso di una profonda conoscenza delle problematiche locali e di un reale radicamento nel territorio. Si suggerisce fortemente di promuovere ed attivare sinergie con eventuali altre organizzazioni che realizzano azioni simili e che hanno una vasta esperienza e una radicata presenza in loco. Tra le opportunità di collaborazione che si potrebbero individuare, rientrano le seguenti: sinergia con programmi di assistenza umanitaria realizzati da altri donatori, come Echo, Aecid (agenzia di Cooperazione spagnola) e sistema Onu: si ritiene che il valore aggiunto risulti dalla concertazione in termini di programmazione e pianificazione degli interventi; collaborazione con programmi sostenuti dal Governo italiano in ambito multilaterale e multi-bilaterale, al fine di una mutua valorizzazione delle attività realizzate e della sinergia tra fattori di riabilitazione, come strutture, corsi di formazione, meccanismi di partecipazione locale, brigate, micro-imprese. Infine, co-finanziamento con attori non tradizionali ed entità di cooperazione decentrata, promuovendo collaborazioni con amministrazioni locali, per esempio nel caso della utilizzazione dei fondi nicaraguensi dedicati alla risposta ad emergenze, e sinergie con altri programmi promossi o eseguiti dalle Ong italiane in loco. Considerando l’estensione territoriale per la realizzazione dell’intervento e la limitata quantità di fondi a disposizione del Programma di emergenza, sarà necessario evitare una eccessiva dispersione degli interventi e favorire invece integrazione e complementarietà tra le diverse iniziative da eseguire. All’interno delle aree identificate saranno privilegiati quei municipi dove opera la Cooperazione italiana, con interventi in gestione diretta, attraverso Ong idonee o Cooperazione decentrata o dove hanno agito ed agiscono agenzie Onu con fondi italiani. (fbu)

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