martedì 1 dicembre 2009

Copenhagen si avvicina: le posizioni dei grandi del Sud


L'India presenterà i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 al forum sul clima di Copenhagen. L'annuncio è stato fatto sabato a Pechino da un rappresentante del governo indiano, nell'ultima riunione dei grandi emissori del Sud del mondo prima della conferenza in Danimarca. Rappresentanti di Brasile, Cina, India e Sudafrica si sono riuniti per definire una posizione congiunta da portare alla conferenza, riaffermando l'esigenza di ridurre il 40% delle emissioni di gas serra dei paesi ricchi entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990. "Con una posizione unificata, potremo fare il 'name and shame', ossia identificare il colpevole per l'eventuale fallimento dei negoziati ed attribuire resposabilità" ha affermato il rappresentante brasiliano, l'ambasciatore Marcelo Biato (OESP, 29/11, Vida, p. 27; FSP, 30/11, Ciência, p. 15).

Solo i tagli delle emissioni che avranno appoggio finanziario internazionale saranno aperti alla verifica esterna, ha affermato venerdì il rappresentante cinese alla conferenza sul clima. Yu Qingtai afferma che la maggioranza dei piani di taglio delle emissioni probabilmente non entreranno nella categoria del "misurabile, riportabile e verificabile". "Le azioni saranno misurabili, riportabili e verificabili se lo sarà il supporto internazionale. Non si può applicare lo stesso modello alle azioni che avvieremo per conto nostro, con le nostre risorse, e quelle che avvieremo con il supporto internazionale (FSP, 28/11, Ciência, p. 21).

"Ogni paese tiene un conto differente, un parametro, un database suo. Ciononostante, la Terra si muove. Nella matematica del clima, il 20% dell'Europa è maggiore del 40% della Cina e almeno il triplo del 17% degli USA. I numeri non sono esatti perché si riferiscono ad anni e calcoli differenti. Il calcolo brasiliano è opaco, quello della Cina confuso, quello degli Stati Uniti insufficiente. Tutto sommato, tranne l'India che può diventare un paria in assenza di impegni, i paesi faranno meno del minimo necessario richiesto dagli scienziati per limitare a due gradi l'aumento di temperatura del pianeta. Ancora prima di cominciare si può già dire; la differenza è il clima che c'è a Copenhagen: quello per cui una battuta d'arresto non è tollerabile. Il sentimento di urgenza è infine arrivato". (Míriam Leitão - O Globo, 29/11, Panorama Econômico, p.34).
da manchetes socioambientais

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