sabato 22 marzo 2008

SPOSE A SARAJEVO

Un progetto di Silvia e Pippa – artiste milanesi - che ha visto anche protagoniste alcune delle socie del Centro per le Donne di Breza (grazie all’intermediazione di Lisa, ex volontaria in Servizio Civile a Breza).

Sentite un po’ che idea: partire da Milano e andare fino a Gerusalemme in autostop (!), con addosso solo un abito da sposa (!!), facendo tappa qua e la’ tra collettivi artistici, case occupate e altri siti alternativi (!!!), realizzando ad ogni tappa una performance pubblica (!!!!), che consiste in: farsi ricamare sull’abito un motivo tradizionale, o comunque uno a scelta di una o piu’ donne contattate localmente; l’abito si trasformera’ cosi’ nel corso del viaggio in una sorta di diario, con lo scopo di sottolineare come l’arte del ricamo non abbia confini. Lavare poi i piedi a un’ostetrica del posto, per evidenziare il ruolo della donna come portatrice di vita e della levatrice/ostetrica come – in questo senso – ancora piu’ donna dalla stessa madre. Prossima tappa. Belgrado, poi Sofia e giu’-giu’ per la Grecia, Turchia, Siria e Israele. Termine previsto: fine di Maggio 2008.

A Setttembre di quest’anno, a Milano, e’ prevista poi un’esposizione dei due abiti da sposa e di altro materiale raccolto durante il viaggio, fra cui anche alcuni bigliettini di auguri realizzati dalle donne di Breza. Vedere per credere foto e video!!!

martedì 18 marzo 2008

Cos’è il Burkina…


Burkina Faso: terra degli uomini integri. Questo significa il nome. Beh, indubbiamente è un nome affascinante. Qui è deserto, o almeno lo è la maggior parte del suo territorio. Dove sto io, nella provincia della Gnagna, è Sahel, ovvero non ancora deserto ma quasi.
Poi c’è l’ovest del Paese che è verde (Bobo Dioulasso, Banfora, verso la Cote d’Ivoire). Dove sto io, a Bogandé, c’è vento e sabbia e rocce e qualche albero. Poi ci sono arbusti spinosi, pecore e capre e maiali ovunque, molti buoi che si spostano da una parte all’altra in cerca di cibo (ma non da soli, accompagnati da bambini o ragazzi). Ci sono poi tanti baobab (sono davvero belli e maestosi come si narra!).
Poi c’è poca acqua. È davvero una lotta continua, fra un pozzo che si secca, un altro che si scava, ma è un lavoraccio, sapete? Scavano a mano, cm dopo cm di profondità, m³ di terra tolta a mano, spesso in lotta con le rocce…e poi mica c’è la sicurezza di trovare l’acqua là in basso, dopo tutto il lavoro fatto…ci pensate? È il sorcier che cerca l’acqua e che indica dove scavare, un uomo con “doti” particolari, un rabdomante, quello col bastone che vibra in presenza d’acqua – usa un filo di rame, e sente la conduttività dell’acqua, o qualcosa del genere. Comunque né il rabdomante, né tantomeno i sistemi scientifici sono sicuri, è sempre un terno al lotto, si scava e si vede “se Dio ce la manda buona”. E se non c’è il pozzo vicino, ci si fa km a piedi, coi carretti, in bici, chi è ricco con il motorino, per prendere l’acqua, in pozzi lontani anche 15-20 km. Forse noi non ci facciamo caso a quanta acqua usiamo per le nostre necessità quotidiane: bere, lavarsi le mani, lavarsi il corpo, cucinare, lavare i piatti, gli abiti, la casa, l’acqua che buttiamo nel bagno. Provate a misurarla in secchi, sono almeno 3 secchi pieni (una tanica) quando si usa per le attività essenziali (cioè quando si beve solo, ci si lava le mani e il viso e i denti, si va in bagno, si cucina, si lavano 2 piatti e un pentolino. Dunque niente lavaggio abiti, corpo intero, casa, altrimenti il consumo aumenta esponenzialmente). E per una persona sola. Diminuite un po’ (facciamo 1 secchio e mezzo, sono sicura che la gente qui è molto più esperta di me nel risparmio e nel riciclo idrico) e poi moltiplicate per 6 o 7, la media dei membri di una famiglia, il risultato è un sacco di secchi e di taniche d’acqua da trasportare, con una fatica non indifferente, un costo umano su cui personalmente non avevo mai ben riflettuto.
Una piccola riflessione sulle persone qui…non è per essere retorici ma voglio dire che ci sono certe persone qui che mi hanno colpita e impressionata. Ho incontrato (come dappertutto, in realtà) persone estremamente accoglienti e disponibili, sorridenti, che hanno voglia di fare, ma che vivono - ma più spesso sopravvivono - in condizioni di vera povertà. Voglio dirvi come le persone qui si definiscono e cosa dicono di loro stesse e della loro vita. Le persone qui si definiscono “polverose” (in effetti se la polvere potesse essere trasformata in ricchezza, la Gnagna sarebbe una delle regioni più ricche del mondo…), mangiano sempre lo stesso cibo, ovvero il to, sorta di polenta fatta con farina di miglio, che qui cresce abbondante (è un piatto mangiabile ma pesante, di quelli che riempie lo stomaco e toglie la fame per una giornata intera), non si curano perché non hanno i soldi, non curano l’ambiente in cui vivono perché troppo preoccupati a sopravvivere giorno dopo giorno, sapete, necessità come cibo e acqua qua non sono per niente evidenti.
Ogni volta che sto qui in Africa, ma soprattutto ogni volta che poi ritorno a casa...non posso fare a meno di paragonare l'abisso fra le mie condizioni di vita, e inizio una mia personalissima lotta interiore, per uno stile più semplice di vita. Ma non è facile in ogni caso, non è facile vivere in condizioni più che essenziali in Africa, e non è facile riabituarsi al “lusso” europeo e poi una volta abituata non è facile rinunciarvi. Lo dico onestamente. Non ho la soluzione in mano, ci sono pregi e difetti in entrambi i modi di vivere, c'è bisogno di un'attenta riflessione...nei miei viaggi ho imparato molte cose e una di queste è che il paradiso non è di questa terra (la perfezione non esiste), ma è anche vero che ogni terra contiene un pezzetto di paradiso.(3 marzo 2008, Veronica)

domenica 16 marzo 2008

L'ITALIA IN QUANTO TALE


Siamo ad un mese dalle elezioni politiche…
Elezioni che capovolgeranno il destino del paese nella direzione della giustizia, sicurezza, benessere, stabilità, lavoro, ecc……almeno a quanto si legge nei "programmi"!!!
Esempio:
ROMA - 13 marzo 2008 (La Repubblica)
La ricetta di Silvio Berlusconi contro la precarietà? Sposarsi un ricco. La battuta, cui il leader del Pdl non ha saputo resistere, era diretta ad una studentessa che nel corso del programma "Punto di Vista" del Tg2 gli chiedeva come fosse possibile per le coppie giovani mettere su famiglia senza la sicurezza di un posto, e un reddito, fisso.
"Io, da padre - ha risposto Berlusconi sorridendo - le consiglio di cercare di sposare il figlio di Berlusconi o qualcun altro del genere; e credo che, con il suo sorriso, se lo può certamente permettere".
La battuta ha scatenato un coro di reazioni indignate da parte del Pd e della Sinistra Arcobaleno. "Come italiano mi vergogno delle parole di Berlusconi" commenta Dario Franceschini. "Di fronte a centinaia di migliaia di giovani italiani che vivono la precarietà del loro rapporto di lavoro come un'ipoteca sul loro futuro, rispondere ad una ragazza precaria che il modo di uscire dalla sua situazione è sposare il proprio figlio, o il figlio di un milionario, suona come un'offesa insopportabile" continua il vicesegretario del Partito Democratico, aggiungendo: "Penso che in qualsiasi paese un leader politico, a prescindere da quale parte politica esso appartenga, sarebbe costretto a scusarsi per quella battuta offensiva".
Per Fausto Bertinotti, l'uscita di Berlusconi, anche se si tratta di uno scherzo, è allarmante e "indicativa di una cultura che propone ai giovani una realizzazione fuori dalla loro vita ordinaria". Per il candidato premier di Sinistra Arcobaleno viste le proposte della destra non resta che augurare ai precari "che vincano la lotteria", ma la ricetta della sinistra è quella di "cancellare l'idea della lotteria" a favore di miglioramenti concreti.

NO COMMENT

sabato 15 marzo 2008

LA BOSNIA IN QUANTO TALE



Un Alto Rappresentante dell’Unione Europea e il suo staff. Un Parlamento nazionale. Due Parlamenti delle Entità. Dieci Parlamenti dei Cantoni della Federazione + uno del Distretto di Brcko. 186 politici locali con il rango – e i relativi privilegi – di Ministro. La Bosnia (e Erzegovina) in quanto tale. A dodici e passa anni dalla tregua di Dayton - che i pacifisti non hanno mai voluto definire “pace” - la gente qui è esasperata, almeno quella che non si accontenta di sopravvivere, impresa gia’ peraltro non semplice per molti. Veti incrociati nel Parlamento nazionale possono in qualsiasi momento impedire la promulgazione di normative anche fondamentali per uno Stato degno di tal nome e l’intervento dell’Alto Rappresentante, quando e se accade, suscita puntualmente cori di polemiche e malcontento fra i politici; la Costituzione tanto attesa è ancora ferma al Trattato di Dayton, il censimento nazionale della popolazione, una chimera: forse in Bosnia in tutto sono quattro milioni e qualcuno in più o in meno, chissa’... Minacce di secessione, produzione legislativa abbondante, ma scarsamente coordinata, due Istituti di Statistica, cinque citta’ principali sedi universitarie, ma nonostante tutto molti giovani della Sarajevo est (quella serba, ma il bonton suggerisce di stare sul geografico…) preferiscono studiare a Belgrado invece che nella Facolta’ a mezz’ora di tram da casa.

Forse non si poteva fare di meglio per fermare un conflitto che ha fatto chi dice 80.000, chi 250.000 morti (nemmeno su questo c’e’ accordo…) e due milioni circa di rifugiati e sfollati, dei quali si sperava in un rientro. Certo e’ che non se ne puo’ piu’, o almeno bisognerebbe iniziare a intravedere la luce in fondo al tunnel di una politica inconsistente e basata su argomenti non solo nazionalisti, ma di pura facciata e che nascondono in realta’ ben altri interessi. Passi avanti ne sono stati fatti in dodici anni, sicuro. Alcuni calcolano una crescita del PIL del 5% annuo, ottenuta pero’ svendendo le proprie risorse naturali, ferro, carbone e legname prima di tutto. Gli stranieri arrivano, attirati da favorevoli normative sugli investimenti esteri, ma si sa che di questi tempi a chiudere e andarsene non ci si mette granche’. Ad Aprile (o Maggio?) si firma il Patto di Associazione e Stabilizzazione con l’UE, a patto che la legge sulle forze di polizia abbia esito positivo nel Parlamento nazionale.

Noi intanto andiamo a farci una birra col Centro Giovani, non per dimenticare, ma per trovare qualche scappatoia creativa. Come per esempio un po’ di scambi internazionali, che ti fanno vedere un pezzo di mondo qui fuori. Sempre che, da perenne precario semi-disoccupato, ti concedano il visto, ovvio. In questo caso, mal comune… :-)

martedì 11 marzo 2008

NEVICATA MARZOLINA



L’inverno in Bosnia è un concetto esteso: esteso piu’ o meno da Ottobre ad Aprile. Arrivato il 1 Marzo qui a Breza con un bel sole primaverile, l’illusione è durata un giorno; già il 3 di Marzo una trentina di centimetri di neve mi facevano compagnia…. Qui non ci badano più di tanto, anzi, quando nevica almeno non si è troppo sottozero (si sono toccati i – 25° nei casi peggiori…)

Regola fondamentale per la sopravvivenza è conoscere l’uso della stufa a legna, la più diffusa di marca Alfa-Plam, mi dicono tedesca come quasi tutto da queste parti, carina, tipo casetta, solo che è di ghisa rinforzata. Manovre fondamentali:
1 – comperare un giornale a caso (quello con più pagine; costo medio: 1 Marco Bosniaco = 0,51 Euro). Chi può, lo legge anche, ma non troppo approfonditamente, che fa freddo…
2 – Farsi prestare un accendino. Facile. Qui dai 12 anni in su fumano pressochè tutti!
3 – Imballare la carta, infilarla nella stufa e procurarsi dei legnetti. Legnetti? Concetto sconosciuto. La legna qui viene tagliata in blocchi compatti dai 2 chili in su e basta. In alternativa, carbone, che ce n’è una miniera qui di fianco e probabilmente anche qui sotto casa, nel senso di sottosuolo... Andare allora dal vicino, che ha investito il microcredito UNDP in macchinario appposito, e comperare gli appositi blocchetti di cippato di segatura (pezzatura in bustona di plastica: dai 10 ai 20 chili, più o meno)
4 – Trascinato il sacco a casa sotto larghe falde nevose, procedere con la disposizione simmetrica di 3 o 4 blocchetti e iniziare l’accensione, ma non prima di avere aperto il tiraggio del camino (mossa fondamentale!!!) e anche aver aperto due fessurine sul fronte nord della stufa (agevolano la fornitura di ossigeno, dicono)
5 – Chiudere lo sportello laterale e contemplare l’accensione della carta. Andare a togliersi di dosso la segatura del cippato, tornare e contemplare con tristezza la brace semispenta dei blocchetti nella stufa, causa probabile: eccesso di tiraggio e ossigeno
6 – Inserire ulteriore carta (pagina sportiva) del giornale e demolire anche parte di una incolpevole scatola di cartone per riaccendere. Inserire, speranzosi, anche un blocco di legno, dei più piccoli (piccoli, si fa per dire…)
7 – Richiudere lo sportello e contemplare la ri-accensione… Al momento del crollo del blocco di legno, messo incautamente in bilico sui blocchetti di cippato inceneriti, osservare il subitaneo spegnimento del tutto
8 – Estrarre dalla stufa il blocco di legno semicarbonizzzato, con grave danno per il benessere dell’arredamento circostante e per il clima dell’alloggio e riprovare daccapo l’accensione. Fallire miseramente.

9 – Invitare a cena gli assistenti locali del progetto, che da bravi bosniaci (l’individuo medio qui in casa vuole 24 gradi almeno) commenteranno: “Che freddo!!!’’ e accenderanno la stufa in due minuti netti

Garantisco comunque che in due giorni si impara… (Enrico, Bosnia)

domenica 9 marzo 2008

OSPEDALE HEODRA A LEON


Il progetto "Potenziamento tecnico del servizio pubblico di laboratorio clinico e terapia riabilitativa del dipartimento di Leon", in Nicaragua, è giunto al suo ultimo anno di attività.
Molte azioni sono state fatte, tra cui rinnovare la tecnologia medico/sanitaria attrezzando in modo adeguato i laboratori di analisi cliniche ed il reparto di terapia riabilitativa, il miglioramento infrastrutturale e impiantistico dei centri di salute e la formazione del personale tecnico, medico, sanitario.
In Italia ed in Nicaragua molte sono state le persone coinvolte per la buona riuscita del progetto, tra cui ringraziamo TONINO, MAURO, ROBERTO, BARBARA, FERNANDA, RAMON, ... Il progetto si concluderà alla fine del 2008.

MISSIONE IN GUATEMALA

Il nostro Presidente, Nino Casciaro, è partito ieri per il Guatemala, insieme ad un caro amico di RE.TE. Gerardo Catale, per una missione di monitoraggio nella Valle di Palajunoj, nel Municipio di Quetzaltenango, sul progetto consortile di Sviluppo Rurale Integrato nella Valle del Palajunoj.

PROGETTO A BREZA




Il nostro cooperante ENRICO DA VIA' si è trasferito nel Municipio di Breza, nel Cantone di Zenica-Doboj, in Bosnia Herzegovina perchè il 25 febbraio è iniziato il progetto cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri, in partenariato con la ONG CESVI, di Bergamo.
Buon lavoro, Enrico!!!

sabato 8 marzo 2008

SENSIBILIZZAZIONE FORMAZIONE E AUTOIMPRESA PER GIOVANI IMMIGRATI A TORINO




Attualmente, in un mercato del lavoro caratterizzato da estrema flessibilità, con una crescente diminuzione di proposte di lavoro dipendente stabili e durature, un numero sempre maggiore di giovani, italiani e non, una volta concluso il loro percorso scolastico scelgono il lavoro autonomo e l'auto-imprenditorialità come opzioni per rispondere alle esigenza di inserimento occupazionale.
Il progetto intende rispondere alla necessità di fornire una adeguata cultura legata alla creazione d'impresa al mondo dei giovani, concentrandosi in particolare su una tipologia di utenza, i giovani immigrati, che rappresentano un soggetto della società italiana con largo potenziale di crescita e capace di assumere un ruolo fondamentale nel mondo del lavoro dei prossimi decenni.
Da qui l'idea di realizzare, attraverso la collaborazione dell'Ong RE.TE, CNA di Torino e Matraia, un percorso formativo, che sappia fornire gli strumenti per realizzare auto-imprenditorialità attraverso attività di sensibilizzazione, formazione e tutoraggio rivolte in particolare a giovani e alle giovani di origine immigrata. Per info telefonare a RE.TE. e chiedere di Cinzia o Giulia.

Ente Parchi e Riserve Naturali del Lago Maggiore

CAMPAGNA "COMPRIAMO LA FORESTA"




Il 7 giugno 2006 il governo nicaraguense ha approvato la legge di “Veda Forestal” che prevede 10 anni di galera per chi commercializza legname prezioso di cedro (Cedrela odorata), pochote (Bombacopsis quinata), pino (Pinaceae), mangrovie (Rhizophoraceae) e ceibo (Erythrina crista-galli. Nonostante ciò, ogni anno in Nicaragua vengono tagliati illegalmente circa 70 mila ettari di boschi. A questo ritmo, in 40 anni il Nicaragua si trasformerà in un deserto. Il problema é così grave che il presidente Daniel Ortega ha dichiarato guerra ai trafficanti che operano illegalmente nell’area protetta di Bosawa e nella riserva biologica Indio Maíz per contrabbandare legname, animali e altre preziose materie prime in Honduras e Costa Rica.
L’Ente Parchi del Lago Maggiore sostiene la Campagna Internazionale di RE.TE. e della Fundacion del Rio “Compriamo la Foresta” - Azione Mancarroncito, grazie all’acquisto di terreni forestali nell’Arcipelago di Solentiname (Nicaragua), al fine di garantirne la conservazione e la gestione eco-compatibile da parte delle popolazioni locali.

8 marzo 2008

Giornata Internazionale della Donna


GRAZIE
a tutte le Donne che lavorano con noi nel Sud e nel Nord del Mondo, in Nicaragua, El Salvador, Guatemala, Bolivia, Brasile, Marocco, Mali, Senegal, Burkina Faso, Mozambico, Bosnia e Italia.

Un GRAZIE particolare a tutte le Donne di RE.TE.
Daniela Katia Cecilia Cinzia Luisella Nadia Veronica Giulia Flavia Sonia Valeria Giovanna


venerdì 7 marzo 2008

ZIA MI MANCHI, TORNA PRESTO!


La "zia" a cui si riferisce Etna (nella foto in alto) è Katia Medeot (nella foto qui sotto insieme ad Hassan e Nadia), cooperante di RE.TE. in Marocco a Tamelsoht per il Projet d’Appui à la Société Civile en soutien à l’Initiative Nationale de Développement Humain PASC-INDH: Valorisation des traditions artisanales de Tamesloht.

PASC - Partenariati in appoggio alla società civile
In linea con l’Iniziativa Nazionale di Sviluppo Umano (Indh) avviata dal governo marocchino, il progetto Pasc (Partenariati in Appoggio alla Società Civile) si propone di contribuire alla riduzione della povertà e al miglioramento delle condizioni di vita nelle comunità meno favorite del Paese rinforzando le capacità delle associazioni della società civile marocchina. La cooperazione tra Undp e Marocco prevede due assi principali d’intervento:
• il potenziamento della capacità di gestione amministrativa democratica
• la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale.
L’Undp inoltre ha sostenuto e favorito il lancio dell’Indh e ha concordato con le autorità del Marocco un programma di sostegno alla sua implementazione articolato in quattro diverse azioni:
• lotta alla povertà in ambito urbano e periferico
• sviluppo dell’impiego nel Sud del Paese
• sviluppo locale integrato dell’Orientale
• sostegno alla società civile
L’obiettivo del Pasc-Indh è l’elaborazione di una strategia di sviluppo umano che valorizzi le esperienze di cooperazione in termini di consolidamento e capitalizzazione e nello stesso tempo favorire la promozione di azioni pilota innovatrici.
Al fine di raggiungere questi obiettivi, l’iniziativa si articolerà nelle seguenti componenti:
• promozione di partenariati, tra organizzazioni (pubbliche e private) senza fini di lucro marocchine ed internazionali, che prevedano la realizzazione di interventi di durata limitata e mirati
• sviluppo di una comunicazione sociale che preveda la realizzazione di audiovisivi. La campagna di educazione nelle zone rurali ripercorre una specifica esperienza della Cooperazione italiana in Mozambico, il CinemArena. Ripreso in Marocco come Cinemovel, è stato però completamente rivisto: non più lotta all’aids e alle grandi malattie endemiche ma attenzione ai temi sociali, all’emigrazione, al ruolo delle donne nel nuovo diritto di famiglia
• diffusione delle attività relative al Programma in maniera che i vari attori della comunicazione possano divenire agenti di sviluppo umano.
La durata del Programma Pasc-Indh, il cui onere per il Mae è di 2 milioni 200mila euro, è prevista in 18 mesi e le prime attività (comunicazione sociale) sono state avviate nell’aprile 2007. FONTE: Ministero Affari Esteri

domenica 2 marzo 2008

Mobilitazione per la liberazione di Ingrid Betancourt: firma la petizione su www.agirpouringrid.com

Nuovi partner di RE.TE.

Due nuovi Comuni del territorio piemontese diventano partner di RE.TE. e presentano nuovi progetti:
Si tratta del Comune di San Antonino di Susa, con il progetto "Rafforzamento del movimento associativo e riduzione del lavoro delle donne nel distretto di Morrumbala, Mozambico",
e il Comune di Caluso, con il progetto "Sostegno all'imprenditoria femminile nel Comune Rurale di Tamesloht, Marocco".
Entrambi i progetti sono stati presentati al Bando della Regione Piemonte per gli Enti Locali 2007, e vedono come partner una ricca rete di associazioni piemontesi, oltre che naturalmente RE.TE, che ne garantirà l'accompagnamento tecnico. (by K.)

sabato 1 marzo 2008

ETNA: la mascotte di RE.TE.!!!


Anche RE.TE. ha la sua mascotte, la dolcissima Etna, una splendida setter irlandese di due anni, compagna di avventure della nostra vicepresidente Cinzia... Etna allieta i nostri pomeriggi in ufficio mangiando la carta nei cestini e poi..porta pure bene... grazie Etna!!!! (by K.)

Nuove retine in viaggio!!


E' partita per il Burkina Faso Veronica Cogotti, nuova espatriata di RE.TE., che passerà tre mesi e mezzo nella provincia di Gnagna, nel lontano nordest del Burkina.. in bocca al lupo! (by Katia)

Delegazione di San Benigno in Mali


Nel mese di gennaio 2008, una grande delegazione di San Benigno, accompagnata dalla volontaria di RE.TE. Luisella e dalla cooperante Katia, hanno visitato il Mali e partecipato all'inaugurazione della scuola primaria di Konsogue Do, fortemente voluta dall'amministrazione; l'iniziativa è stata sostenuta dai cittadini di San Benigno, che hanno partecipato in diversi momenti alla raccolta fondi. oltre alla festa, l'occasione di conoscere un meraviglioso paese! Grazie a Maura, Alberto, Calogero, Marco, Mariella, Luisa (by Katia)