domenica 27 febbraio 2011

Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950



Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.

Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito? Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito. Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime... Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"

mercoledì 23 febbraio 2011

L’AGRICOLTURA NORD-SUD : DIRITTO ALLA TERRA E SOVRANITA’ ALIMENTARE







Franca Roiatti Egidio Dansero Riccardo Chiabrando Nino Casciaro


L’AGRICOLTURA NORD-SUD : DIRITTO ALLA TERRA E SOVRANITA’ ALIMENTARE

L’agricoltura oggi: quali problemi in un’ottica globale? Quali analogie e quali alleanze tra i produttori del Nord e del Sud del Mondo?




Egidio Dansero Nadia Tecco Riccardo Chiabrando


martedì 22 febbraio 2011

comunicato stampa COCIS

BASTA AMBIGUITA’ SULLA CRISI LIBICA:

che il nostro Governo si schieri con coraggio dalla parte della popolazione civile in lotta.

L’Italia adotti una nuova politica estera nei confronti dei paesi del Mediterraneo Meridionale, coerente con quella espressa dalle istituzioni europee, e stabilisca un concreto piano di aiuti alla società civile dei paesi del Nord Africa.

Cocis, federazione di 23 Ong di cooperazione internazionale presenti da diversi anni con progetti e relazioni di partenariato con le società civili nei paesi del medio oriente e mediterraneo,

Rileva le gravi ambiguità delle posizioni espresse dal Governo Italiano in merito alle crisi dei paesi del Mediterraneo Meridionale.

In particolare, dopo la mancanza di una tempestiva e ferma azione diplomatica in occasione delle violenze perpetrate contro i manifestanti dai regimi autoritari di Ben Ali in Tunisia e Mubarak in Egitto, si continua a giustificare l’assenza di una iniziativa diplomatica italiana nei confronti del regime di Gheddafi con una generica quanto inaudita volontà di “non interferire” con gli affari interni di una dittatura efferata con la quale, tuttavia, si sono intrattenuti a lungo rapporti di amicizia incondizionata.

Di fronte alla repressione sanguinosa scatenata contro la popolazione libica che esige giustamente democrazia e diritti non è accettabile permanere in questa inerzia.

Pertanto, Cocis chiede al Ministro degli Esteri Franco Frattini di assumere, in linea con quanto fermamente espresso dall’Unione Europea, una politica di sostegno alla società civile dei paesi del Mediterraneo Meridionale fondata sui principi di pace, solidarietà, rispetto dei diritti umani e delle libertà civili e religiose.

Le associazioni di cooperazione e solidarietà chiedono che venga creato un tavolo di lavoro su questa grave crisi umanitaria, coinvolgendo anche e soprattutto le associazioni e le rappresentanze degli immigrati dei paesi del Mediterraneo Meridionale che vivono e lavorano nel nostro Paese.

Per il Cocis

Giancarlo Malavolti (Presidente)

venerdì 11 febbraio 2011

RETE ADERISCE A "SENONORAQUANDO"

RE.TE ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE DEL13 FEBBRAIO CHE SI TERRA' A TORINO ALLE ore 14.30, Piazza san Carlo/Piazza Vittorio.

martedì 8 febbraio 2011

ACQUA TERRA FORESTA, IL FUTURO DELL'UMANITA': INCONTRI PER RIFLETTERE INSIEME


RE.TE. Ong realizza, con il contributo della Circoscrizione 1 - Centro Crocetta del Comune di Torino, il PROGETTO di EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO E SENSIBILIZZAZIONE ALLE TEMATICHE AMBIENTALI PER ADULTI “Terra-Acqua-Foreste, beni comuni che tutti dobbiamo difendere..impegnati anche tu!” con tre incontri- tavole rotonde

presso IL CENTRO POLIVALENTE , Via Dego, 6 – Torino


Venerdì 18 febbraio 2011, ore 18.00

L’AGRICOLTURA NORD-SUD : DIRITTO ALLA TERRA E SOVRANITA’ ALIMENTARE

L’agricoltura oggi: quali problemi in un’ottica globale? Quali analogie e quali alleanze tra i produttori del Nord e del Sud del Mondo?


Venerdì 11 marzo 2011, ore 18.00

LA DIFESA DEL DIRITTO ALL’ACQUA PUBBLICA E PULITA, BENE COMUNE E ACCESSIBILE

Come garantire la disponibilità e l’accessibilità dell’Acqua- risorsa primaria al Nord e al Sud del mondo anche nell’ottica dei cambiamenti climatici del pianeta?


Venerdì 1° aprile 2011, ore 18.00

LA DIFESA DELLE FORESTE COME PATRIMONIO DI TUTTI

Le foreste tropicali e amazzoniche sono i polmoni di noi tutti e fonte di vita per le popolazioni autoctone. Tutti dicono che la Terra è malata, che le risorse naturali stanno finendo, che il surriscaldamento globale minaccia di distruggere la vita sul pianeta. Cosa può fare il cittadino del pianeta?

mercoledì 2 febbraio 2011

ascoltaci su Border Radio


è online anche la seconda puntata di KARIBU a Border Radio che ci ha ospitato!
Stavolta abbiamo parlato con Mariangela di Bosnia; erano presenti Enrico da Vià, cooperante in Bosnia per RETE, Daniela Guasco e Andrea Pronti.
Andate a sentirla QUI e fateci sapere se volete continuare la discussione.
Alla prossima!

UN VIAGGIO RESPONSABILE IN BOSNIA


Per chi ama viaggiare con uno sguardo attento...


RE.TE ha sottoscritto un accordo con la cooperativa
Piccoli Mondi per realizzare dei viaggi di turismo responsabile, in primis in BOSNIA ERZEGOVINA, includendo la visita delle iniziative in atto a Breza con i giovani, le donne e gli agricoltori, e il soggiorno nel piccolo centro di Vardiste, ospitati nell'"albergo diffuso" dalle donne del paese.

Per chi vuole saperne di più: guardate il nostro sito o quello di Piccoli mondi, oppure contattateci direttamente!