giovedì 22 ottobre 2009

E' NATA CAMILA!!!



Tanti auguri da tutti gli amici di RE.TE. a Roberto e Sharity per la nascita di CAMILA!!!

lunedì 12 ottobre 2009

UNA FIRMA BLOCCA 70 MILIONI


All'ufficio VII della Dgcs il posto di capo ufficio è vacante. Per quanto tempo? Le Ong sono preoccupate perché tutti i fondi per le loro attività all'estero sono bloccati
Lettera22
Giovedi' 8 Ottobre 2009


Una firma ai piani alti della Farnesina sta bloccando 70 milioni di euro. Ancor prima della firma (che non c'è) manca la persona che, vergando il suo nome sull'ordine di finanziamento, permetta alla ragioneria di erogare i già magri fondi a disposizione della Direzione generale per la cooperazione (Dgcs). Fondi che, tra il bilancio del 2009 e i “residui” passati, variano tra i 60 e i 70 milioni di euro. La boccata di ossigeno necessaria perché i progetti finanziati all'estero dalla Farnesina alle Organizzazioni non governativa (Ong) vadano avanti.
La preoccupazione per la mancata nomina di un nuovo capo all'Ufficio VII, quello che stanzia ed eroga i fondi alle Organizzazioni non governative, era palpabile tra gli addetti ai lavori del variegato mondo delle Ong riunitosi due giorni fa a Roma con quello istituzionale e imprenditoriale per discutere in un convegno della nuova frontiera rappresentata dall'iniezione dei capitali privati nella strategia della cooperazione internazionale. Ma se lo Stato, il gradine erogatore dei fondi pubblici allo sviluppo (Aps), la sua parte non la fa?
La questione è nata con la nomina a console di Lione della signora Laura Bottà che fino a fine mese era a capo dell'Ufficio VII che, come vuole la legge sulla cooperazione, deve essere retto da un diplomatico. E' lui (o lei) che alla fine si deve prendere la briga e la responsabilità di firmare le rate relative a finanziamenti già in atto o le carte che sbloccano l'iter di valutazione di nuovi progetti sottoposti dalle Ong. Pur se è “tutto a posto” ma manca la sua firma, progetti (e finanziamenti) si fermano. Anche per le attività già in atto. Il che finisce a costringere le Ong a onerosi prestiti bancari. La povera signora Bottà non ne ha colpa. Veneziana di natali ed entrata in diplomazia nel '92, ha fatto la sua apparizione alla Dgcs la prima volta nel 2002. E alla fine è stata nominata capo ufficio, un ruolo non certo secondario visto che dalla sua firma dipende tutto la parte finale dell'iter amministrativo. Ma divenuta console in Francia, nella turnazione che porta i nostri diplomatici anche all'estero, Bottà ha fatto le valige. Ma al suo posto non è arrivato nessuno.
“Siamo molto preoccupati – dice il responsabile di una grossa Ong – perché non c'è alcun segnale da parte dell'amministrazione. E queste nomine prendono sempre un certo tempo perché non si fanno dalla sera alla mattina. Quel che temiamo è che la decisione prenderà mesi perché nessuna nomina è all'orizzonte e dunque l'iter potrebbe alla fine significare che, se non c'è la volontà di fare in fretta, ci troveremo a gennaio 2010 con l'ufficio ancora bloccato”. Non sono dunque gli attuali otto giorni di vacuum a preoccupare gli addetti ai lavori ma il rischio che passino mesi. Bizzarro visto che si tratta di una torta di 70 milioni di euro che rischia così di paralizzare il lavoro all'estero. Possibile che la fiammeggiante neo direttrice generale, Elisabetta Belloni, non abbia protestato? “Basterebbe un cenno del ministro o anche del segretario generale – spiegano le Ong – e la cosa si risolverebbe rapidamente. Basta aver voglia di farlo. Un'attenzione che non registriamo”.
In una situazione quale quella denunciata solo meno di un mese fa dal Cini (il coordinamento delle Ong internazionali) appare davvero controproducente il ritardo nella nomina di un semplice capo ufficio: secondo il Cini la legge finanziaria attuale disegna una netta “marginalizzazione della cooperazione”, come rileva la responsabile del network Maria E. Petriccione: “Nella legge 49/87 sono previsti solo 326 milioni di euro con un taglio di 522 rispetto a quanto previsto dalla finanziaria 2008. Il valore più basso dal 1996”. E se alla scure di Via XX settembre si aggiunge anche l'indifferenza della Farnesina il quadro si fa davvero a tinte fosche per il fanalino di coda della Ue – l'Italia - che di quei 326 milioni, trenta li spende per il solo funzionamento della Dgcs... Per il quale, forse, la firma si riesce anche a trovare.

venerdì 2 ottobre 2009

Time: tra gli uomini che lottano per salvare il pianeta c'è anche un nostro partner


Nell'ultimo numero, Time porta in copertina il reportage "Eroi dell'ambiente", attivisti, imprenditori, scienziati e politici di tutto il mondo che risaltano per il loro impegno in favore del pianeta. Tra loro c'è Marcio Santilli, coordinatore dell'Istituto Socioambientale, con cui lavoriamo in Brasile.
Marcio Santilli è l'unico brasiliano a far parte della lista e ha una lunga storia di attivismo in difesa dei diritti degli indigeni.
Nel 2003 si adoperò per l'idea della "riduzione compensata" dei gas-serra. Il disboscamento delle foreste tropicali è responsabile di metà delle emissioni annuali di gas-serra e per la maggioranza nei paesi in via di sviluppo. Per Santilli, le nazioni che avessero ridotto il proprio tasso di disboscamento sotto la media storica avrebbero dovuto poter godere di compensazioni per mezzo di certificati di riduzione delle emissioni, negoziabili sul mercato del carbonio.
Oggi Marcio continua ad affermare che l'esperienza mostra che è molto più difficile ricomporre una foresta distrutta che proteggere quella ancora in piedi.