lunedì 23 maggio 2011

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E POLITICHE DI PACE





Nell’ambito delle iniziative PIEMONTE CHIAMA MONDO, organizzato dal Consorzio ONG Piemontesi, mese di maggio dedicato alla Cooperazione Internazionale e all’Educazione per una cittadinanza mondiale, RE.TE. invita i cittadini alla serata del 27 maggio, ore 18,00 Caffè Basaglia, via Mantova 34, Torino, al dibattito sul tema:

“LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E LE POLITICHE DI PACE”

Ore 19,00 : dibattito, interverranno:

· >> NANNI SALIO, PRESIDENTE CENTRO STUDI SERENO REGIS TORINO

· ALBERTO TRIDENTE, RE.TE. ONG

· NINO CASCIARO, RE.TE. ONG

Ore 20,00 : aperitivo a cura di RE.TE. ong

RE.TE. ONG è un’organizzazione non governativa laica che opera in diversi settori della “Cooperazione e della Educazione allo Sviluppo”.

Ha come finalità il superamento delle iniquità prodotte dall’attuale sistema dei rapporti internazionali e dai meccanismi economici che lo sostengono attraverso la promozione di rapporti equi tra i popoli, i generi e le culture, i processi di auto sviluppo autocentrati, nella valorizzazione delle differenze, e nell’indipendenza e autonomia socio-politica, economica e culturale.

In questi ultimi anni sono stati effettuati forti tagli alla Cooperazione internazionale mentre si è registrato un aumento delle spese militari e degli interventi armati.

Sono stati così ridimensionati e messi in difficoltà gli interventi delle organizzazioni non governative (ONG) a favore della difesa e sviluppo delle economie deboli sulle quali poggia l’esistenza di intere popolazioni.

Nello stesso tempo gli interventi militari per risolvere i problemi internazionali non hanno dato alcuna risposta positiva, anzi hanno comportato l’aumento dei conflitti e delle distruzioni malgrado la definizione di guerre “umanitarie”.

· Come costruire insieme culture ed azioni di PACE per un mondo più equo, più giusto dove anche le economie dei più deboli possano avere dignità?

· Come opporsi alle politiche che incentivano le azioni militari?

· Quali sono i nostri compiti, gli obiettivi nella cooperazione allo sviluppo e nella costruzione di soluzioni non violente dei conflitti?

RE.TE. NON HA RISPOSTE UNIVOCHE E DEFINITIVE E INTENDE COSTRUIRE UN CONFRONTO CON ALTRI SOGGETTI SULLE QUESTIONI RILEVANTI INERENTI LA POLITICA INTERNAZIONALE DEL NOSTRO PAESE.

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venerdì 20 maggio 2011

FORZA E FRAGILITA'DELLE DONNE





Azione scenica

FORZA E FRAGILITA'DELLE DONNE


Promosso da RE.TE. ONG

Realizzato da ALMATEATRO e laboratorio femminile CREAZIONI CONDIVISE

Mercoledì 25 maggio, ore 21.00

Biblioteca Archimede, Piazza Campidoglio, 50. Settimo Torinese


L'ACQUA. RISORSA IN PERICOLO

ONG. Aiuti: più soldi, ma spesi male

Di Joshua Massarenti

da vita.it

19 maggio

BRUXELLES - Lontana dai traguardi sottoscritti nel 2000 all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e dagli obiettivi fissati nel 2005 nella Dichiarazione di Parigi. Ma soprattutto lontana dalla necessità di orientare gli aiuti verso chi ne ha davvero bisogno. L’edizione 2011 del rapporto AidWatch presentato stamane a Bruxelles dalla piattaforma delle ong europee, Concord, non è certo tenero con l’Unione Europea, accusata di non fare abbastanza per combattere la povertà nel Sud del mondo e di tradire gli Obiettivi del Millennio.

Cifre alla mano, Aidwatch punta il dito contro i limiti quantitativi e qualitativi degli aiuti europei nel 2010. Sul piano quantitativo, se tra il 2009 e il 2010 gli aiuti sono cresciuti di circa 3 miliardi di euro per raggiungere quota 54,82 miliardi di euro, “soltanto nove paesi UE su 27 hanno raggiunto i traguardi fissati per il 2010” ricorda Nick Rosevaere, direttore esecutivo di Bond, una piattaforma che riunisce le principali ong britanniche. “Gli impegni presi dagli Stati membri prevedevano che i loro aiuti raggiungessero lo 0,51% del Pil entro il 2010, ma oggi i conti non tornano. Complessivamente mancano all’appello 15 miliardi di euro”.

“Sul piano qualitativo, ci accorgiamo che gli Stati membri europei hanno incluso nei loro aiuti delle spese che non c’entrano nulla con la lotta contro la povertà” sostiene Stephen Doughty di Oxfam International. “Stiamo parlando di una cifra pari a cinque miliardi di euro, circa il 10% del totale”. In questa spesa fuori target, ci sono 2,5 miliardi di euro erogati a titolo di cancellazione del debito; 1,6 miliardi di euro per borse di studio riservate a studenti provenienti da paesi Tersi e 1,1 miliardi destinati nei paesi in via di sviluppo per sostenere i rifugiati. “La cosa più preoccupante è che gli Stati membri stanno orientando le loro politiche di sviluppo in base ai loro interessi nazionali. Purtroppo la sicurezza, l’immigrazione e le ambizioni commerciali stanno progressivamente dettando legge a scapito di politiche di sviluppo davvero focalizzate sugli MDGs”.

L’Organizzazione di cooperazione e di sviluppo economico (Ocse) ha recensito 48 Stati cosiddetti fragili. Dal 2002, cioè un anno dopo gli attacchi alle Torre Gemelli e la nuova politica geostrategica lanciata dall’ex presidente americano G. W. Bush, circa il 30% degli aiuti destinati a questi Stati sono finiti in soli tre paesi: Iraq, Afghanistan e Pakistan. “E’ la prova irrefutabile che qualcosa non va” conclude Doughty.

Purtroppo il ‘tradimento’ dei paesi ricchi sta avendo già un impatto negativo in alcuni paesi africani. “In Kenya” dichiara a Vita Jean Kamau, responsabile nazionale di ActionAid, “parte degli aiuti precedentemente erogati in progetti sociali e di microcredito sono stati dirottati verso altri tipi di progetti legati alle conseguenze provocate dalla guerra somala nel nostro paese”.

giovedì 12 maggio 2011

La presentazione del film "Water Makes Money"

Anteprima sui territori della versione italiana del documentario Water Makes Money

Il documentario che ha già fatto discutere di sé in tutta Europa esce in Italia a supporto della campagna referendaria


Water “Makes Money, come le multinazionali fanno profitti sull’acqua” descrive come le multinazionali gestiscono il servizio pubblico della distribuzione dell’acqua esclusivamente in base ai profitti che ne possono ricavare. Fa vedere come sono aumentati artificialmente i prezzi del metro cubo, mentre gli investimenti per la manutenzione della rete sono diminuiti, il tutto per aumentare i profitti. In Francia, la polemica sulla privatizzazione dell’acqua ha già una lunga storia alle spalle e molti comuni, compresa Parigi, hanno deciso di rimunicipalizzare il servizio dopo anni di gestione privata.

"La versione italiana di Water Makes Money, dice Marco Bersani di Attac Italia, è uno strumento utilissimo per la campagna referendaria, perchè non solo mostra il meccanismo perverso del profitto sul bene comune acqua, ma mette in risalto esperienze di ripubblicizzazione dell’acqua come quello di Parigi". "Quando l’ho visto a Perugia durante l’iniziativa del comitato di Attac abbiamo subito cominciato a lavorare per rendere questo strumento accessibile a tutti in Italia ed a disposizione del popolo dell’acqua".

"Quando il 12 giugno 2011, un’intera nazione andrà alle urne contro la privatizzazione dell’acqua e per una gestione pubblica l’ Europa non potrà far finta di nulla" dicono i registi Leslie Franke e Herdolor Lorenz. "Soltanto un ente locale sotto controllo dei cittadini, continuano i registi, può mettere a disposizione acqua potabile, esercitare la tutela della risorsa e dare la garanzia di un prezzo socialmente accettabile. Tutta la squadra di WATER MAKES MONEY augura un successo strepitoso al referendum italiano dal profondo del cuore".

L’anteprima della versione italiana avverrà contemporaneamente in 9 città tra cui Torino, Napoli e Cosenza. Le proiezioni pubbliche continueranno poi per tutto il mese di maggio e fino al referendum in tutte le città italiane. A Roma è prevista una proiezione pubblica di discussione con i registi intorno al 20 maggio.




L’iniziativa “Acqua bene comune ” si colloca all’interno di una serie di eventi, organizzati da RE.TE. Ong, che hanno l'obiettivo di sensibilizzare la popolazione sulle tematiche di protezione e salvaguardia delle risorse idriche.

Il processo di privatizzazione delle reti di distribuzione idrica, programmato già da tempo nell’agenda politico-governativa e attualmente in fase di realizzazione, è in linea con le strategie già delineate da molti paesi sotto la spinta di importanti multinazionali dell’acqua, della Banca Mondiale e del FMI.

Gli esempi di privatizzazione nel mondo dimostrano che l’affidamento ai privati della gestione del servizio idrico non si è finora tradotta in un aumento degli investimenti e miglioramenti significativi del sistema distribuzione.

I dati a disposizione rivelano piuttosto un aumento generalizzato delle tariffe e un abbassamento degli standard qualitativi.

L’acqua, in quanto bene comune, dovrebbe piuttosto essere considerata come un diritto umano fondamentale, inalienabile, e garantito per tutti gli uomini, le donne e i bambini del pianeta Il controllo sull’acqua, anziché privato, dovrebbe essere pubblico e partecipato, non destinato a creare profitto; dovrebbe inoltre rispettare l’ecosistema, essere in grado cioè di preservare l’integrità del ciclo dell’acqua, comprese naturalmente le sorgenti e le falde.

Re.te Ong lavora da lungo tempo per garantire l’accesso all’acqua potabile in diverse aree del sud del mondo, in specifico Mali, Senegal e Centro America, oltre che in Bosnia Erzegovina. In questo paese Re.te Ong cura dal 2004, con la partnership di Smat e Città di Torino, un intervento nella municipalità di Breza, mirato alla potabilizzazione dell’acqua ed al miglioramento del sistema di distribuzione idrica.

Opera inoltre in Italia con attività di informazione e formazione, tra cui rilevante è l’azione sul diritto all’acqua promossa nelle scuole e sul territorio.

Re.te Ong propone, anche in vista del referendum del 12 e 13 giugno, una serata di confronto e dibattito sul processo di privatizzazione delle reti di distribuzione idrica.

L’incontro si terrà il giorno 13 maggio


presso la Casa Del Quartiere di San Salvario,


in Via Morgari 14 a Torino dalle ore 19,30 fino alle 22,30


Ore 19,30: aperitivo con musica dal vivo a cura del Collettivo Musicale IN.CON.TRA.DA


Ore 20,30: dibattito, interverranno

  • Ugo Mattei: Docente di Diritto Civile presso la Facoltà di Giurisprudenza. Presenterà il suo ultimo libro :

L’acqua e i beni comuni raccontati a ragazzi e ragazze

  • Stefano Ferrari: Docente di Gestione delle Risorse Idriche presso la Facoltà di Agraria.
  • Alberto Tridente: RE.TE. Ong

Ore 21,30 circa: proiezione del documentario “Water Makes Money, come le multinazionali fanno profitti sull’acqua

di Leslie Franke e Herdolor Lorenz, 2010.