giovedì 27 ottobre 2011

Caso Ong, non ci sono più soldi Tremonti blocca l’erogazione dei fondi


Caso Ong, non ci sono più soldi
Tremonti blocca l’erogazione dei fondi

Lo stop ai finanziamenti già stanziati dipende dal ministero delle Finanze, che ha stoppato i versamenti per esigenze di tesoreria. Interrogazione del Pd e cooperanti sul piede di guerra: "Salve le spese militari, annullata la solidarietà". Silenzio dalla farnesina

Il ministro degli Esteri Franco Frattini

Se prima era un sospetto fondato, ora manca solo l’ufficialità: il governo vuole eliminare il suo impegno nella cooperazione internazionale. Anzi, ha già iniziato a farlo. E’ quanto emerge da un’interrogazione a risposta immediata a firma di cinque deputati del Partito Democratico (Franco Narducci, Paolo Corsini, Mario Barbi, Lapo Pistelli, Francesco Tempestini) e rivolta ai ministeri degli Affari esteri e del Tesoro. La questione è per certi versi imbarazzante: la Farnesina ha bloccato l’erogazione dei contributi alle seconde e terze annualità dei progetti in corso, quindi già approvati, rendicontati e messi a bilancio.

Tradotto: i soldi ci sono, ma non vengono versati a chi di dovere, cioé alle organizzazioni non governative che portano avanti la cooperazione. Il motivo? Semplice: dalla Farnesina hanno fatto sapere che le casse sono vuote perché il ministero dell’Economia ha stoppato i pagamenti per esigenze di tesoreria. Tremonti, in pratica, ha chiuso il rubinetto. Peccato che nel recente passato l’acqua era stata garantita alle ong, che ora si trovano in una situazione drammatica. Da un lato potrebbero essere costrette a sospendere o addirittura cancellare la maggior parte dei progetti in essere (i cooperanti italiani all’estero a quanto pare già non ricevono gli stipendi), dall’altro dovrebbero abbandonare zone del mondo in cui lavorano da anni. Il tutto con evidente danno per le organizzazioni, per le popolazioni che usufruiscono del loro aiuto e per la credibilità internazionale dell’Italia, che a sua volta potrebbe subire la più atroce delle beffe.

E’ molto probabile, del resto, che le ong ‘cancellate’ dal blocco dei pagamenti facciano causa alloStato, il quale rischia di dover sborsare risarcimenti non solo milionari, ma anche molto superiori ai fondi stanziati in precedenza. Se così fosse, si tratterebbe di un autogol quasi consapevole. Da sottolineare, in tal senso, il silenzio del ministro Franco Frattini, incapace sia di assicurare alle ong quanto scritto nero su bianco, che di protestare contro Tremonti per il mancato versamento di quanto dovuto.

Anche in virtù di questa sorta di ‘debolezza’ istituzionale, i cinque parlamentari democratici hanno chiesto ai ministeri competenti se è vero quanto lamentato dalle ong e “quando sarà ripristinata la regolare erogazione” dei soldi già stanziati. Non solo. I firmatari dell’interrogazione vogliono sapere “se sono stati presi i provvedimenti necessari a ridurre l’impatto negativo che il blocco dei progetti produce sull’immagine internazionale dell’Italia“. Su quest’ultimo punto di domanda non servono conferme, visto che è stata già accertato il mancato rispetto da parte italiana degli impegni per gli ‘Obiettivi del Millennio’, ovvero il dimezzamento della povertà nel mondo entro il 2015.

Per le ong, tuttavia, il futuro rischia di essere peggiore del presente. Per due motivi ben precisi. Uno è legato all’attualità, l’altro a ciò che vuole fare il governo nel 2012. Se nel primo caso non c’è alcuna certezza su quando riprenderanno i pagamenti (se riprenderanno), nel secondo basta leggere quanto scritto nella Legge di Stabilità 2012 e Bilancio, da oggi in esame al Senato. “Per i fondi della cooperazione allo sviluppo (legge 49/87) gestiti dal ministero degli Affari esteri, si passa dai 179 milioni erogati nel 2011 (già minimo storico) a un nuovo record negativo di soli 86 milioni di euro, ovvero un taglio del -51%” ha fatto sapere Francesco Petrelli, presidente dell’associazione Ong Italiane, il più grande ‘contenitore’ di organizzazioni non governative presente in Italia. Quello di Petrelli è un ragionamento basato sui dati. “Il taglio complessivo applicato al budget della Farnesina dalle manovre estive è stato di 206 milioni di euro, di cui ben 92 milioni a carico della cooperazione con i paesi in via di sviluppo. Davvero eccessivo se si considera che le attività previste dalla legge 49/87 pesano sul bilancio del ministero solo per circa il 10% – ha spiegato Petrelli – La diminuzione è ancor più evidente se si prende a confronto il dato del 2008, in cui la cooperazione allo sviluppo aveva raggiunto i 732 milioni di euro di stanziamenti. Il calo è dell’88%”.

Numeri inequivocabili. Il quadro, inoltre, diventa ancor più sostenibile se si calcola che gli 86 milioni di euro previsti per il 2012 sono al lordo. Da questa cifra, infatti, vanno sottratti almeno altri 60 milioni di euro, ovvero le somme relative alle spese di funzionamento e agli impegni pluriennali già sottoscritti. Se la matematica non è un’opinione, quindi, i nuovi progetti di cooperazione allo sviluppo conterebbero sulla ‘bellezza’ di soli 20 milioni di euro. Il tutto mentre lo Stato continua a stanziare 180 milioni di euro per il trattato Italia-Libia, 750 milioni per le missioni militari internazionali, 375 milioni all’anno fino al 2022 per la costruzione delle fregate italo-francesi FREEM e di 70 milioni fino al 2023 per la partecipazione al consorzio europeo di aeronautica militare.

Che la questione dipenda da un chiaro disegno politico, inoltre, è testimoniato dal fatto che dei 750 milioni di euro ricavati dalla vendita dalle frequenze, il 50% sia destinato ad altri ministeri (tra cui Interno e Difesa) e che uno stanziamento aggiuntivo di 1,2 miliardi di euro sia destinato a tutt’altro, come ad esempio all’addestramento militare. Per il presidente dell’associazione Ong Italiane, la questione è drammatica e riguarda tutto il settore della solidarietà statale: “La cooperazione allo sviluppo viene colpita come altre spese sociali” ha detto Petrelli, che poi ha snocciolato altri dati: “Il fondo alle politiche per la famiglia avrà il 38% di soldi in meno, quello alle politiche giovanili il 75%, il fondo affitti sarà cancellato, quello per servizio civile decurtato del 40% e il fondo accoglienza per i rifugiati internazionali farà registrare il -83%, quindi sarà quasi azzerato”.

La richiesta delle Ong è semplice: “Vogliamo usufruire anche noi del miliardo di euro aggiuntivo e del tesoretto delle frequenze, in modo da assorbire il taglio estivo e rimanere almeno sui livelli del 2011. Per far questo – ha spiegato Petrelli – i 92 milioni necessari potrebbero essere stornati dai 200 milioni che la legge attribuisce al ministeo della Difesa”. Si tratta di una questione di sopravvivenza: sia per le ong che per la solidarietà internazionale dell’Italia. La credibilità della nostra politica estera, invece, è già stata compromessa.
Il fatto quotidiano

mercoledì 26 ottobre 2011

L’ITALIA SENZA LA COOPERAZIONE: PIU’ DEBOLE, PIU’ ISOLATA.


COMUNICATO STAMPA

Roma, 26 ottobre 2011

L’ITALIA SENZA LA COOPERAZIONE: PIU’ DEBOLE, PIU’ ISOLATA.

Nella Legge di Stabilità 2012 in esame al Senato tagliati del 51% i già scarsi fondi della Cooperazione internazionale allo sviluppo. Le OnG italiane denunciano a voce alta la miopia di questa scelta: un Paese senza cooperazione allo sviluppo è un Paese senza prospettive di rilancio per il futuro. NON è questa la strada per uscire dalla crisi economica.

Ennesimo affronto alla Cooperazione internazionale allo sviluppo: nella legge di Stabilità 2012 i fondi stanziati per la Legge 49/87 equivalgono a 86 milioni di euro, un crollo del 51% rispetto ai fondi, già estremamente ridotti, a disposizione nel 2011. Come denuncia l’Associazione OnG Italiane (AOI), il taglio complessivo inferto al Ministero degli Esteri (MAE) è stato di 206 milioni di euro, ma di questi ben 92 milioni sono stati accollati alla Cooperazione internazionale. Un carico davvero sproporzionato se si considera che le attività previste dalla Legge 49/87 costituiscono soltanto il 10% circa del bilancio del MAE. La stessa sorte, sottolineano le associazioni di cooperazione che fanno capo all’AOI, non è toccata ad altre voci di spesa, come le missioni militari, mostrando ancora una volta miopia nella gestione delle relazioni internazionali e mettendo in moto una scure che colpisce a senso unico.

Ma le OnG non restano a guardare passivamente: l’AOI ha chiesto a tutte le forze parlamentari che parte del previsto tesoretto di 750 milioni di euro legato all’asta pubblica delle frequenze venga devoluto proprio alla Cooperazione, ripristinando in tal modo almeno i livelli finanziari del 2010.

Cocis, federazione che riunisce 23 OnG di cooperazione internazionale, approva e rilancia la proposta dell’AOI. Siamo convinti, infatti, che l’uscita dalla crisi economia passi soprattutto attraverso la presenza dell’Italia nei principali scenari internazionali, presenza che soltanto il lavoro costante e di relazione che ogni giorno portano avanti le OnG, anche nel nome del nostro Paese, PUO’ GARANTIRE.

Per il Cocis

Giancarlo Malavolti (Presidente)

lunedì 17 ottobre 2011

PER UN’AGRICOLTURA FAMILIARE E PER LA SOVRANITA’ ALIMENTARE



Le recenti politiche economiche mondiali e le crisi finanziarie hanno determinato l’aggravarsi in generale dei problemi del settore agricolo e per i Paesi a economia più debole un ulteriore impoverimento e maggiore insicurezza alimentare.

Il rapporto Internazionale Onu sull’Agricoltura esorta la comunità mondiale a modificare le politiche agricole per arginare l’esplosione dei prezzi, la fame, l’ingiustizia sociale e i disastri ecologici.
Il rapporto conclude con l’affermazione che il modello di agricoltura industriale ad elevato consumo energetico e di prodotti chimici non è più possibile e indica, come via d’uscita uno sviluppo rurale e agricolo sostenibile, un utilizzo delle risorse rispettoso dell’ambiente, mettendo in primo piano la sovranità e la sicurezza alimentare per tutti i popoli.

Il problema dell’agricoltura sostenibile, dell’accesso alla terra e della possibilità di vendere i prodotti a un giusto prezzo ai consumatori del proprio territorio, riguarda tutti i produttori del Nord e del Sud del mondo.
L’abbandono delle terre e le migrazioni sono fenomeni sempre più gravi.

Quale difesa dei produttori locali, dell’agricoltura familiare per il diritto alla sovranità alimentare?
Quali politiche economiche per contrastare le speculazioni e la volatilità dei prezzi alimentari?
Quali misure per difendere i propri territori, la terra dalle speculazioni dei grandi interessi?

-RE.TE.-ONG aderente al Consorzio delle ONG piemontesi (COP), il COMITATO ITALIANO SOVRANITA’ ALIMENTARE (CISA), impegnati nell’affermazione dei diritti umani, nel sostegno dei produttori locali per uno sviluppo sostenibile nel mondo.
-COLDIRETTI organizzazione degli imprenditori agricoli che valorizza l’agricoltura come risorsa economica, sociale ed ambientale

Promotori nella diffusione d’informazioni e nella sensibilizzazione dei cittadini sui problemi economici dell’agricoltura, vogliono favorire un dibattito e ricerca di possibili soluzioni, la partecipazione consapevole alla gestione dei beni comuni e al consumo critico, una cittadinanza attiva.
Il giorno 4 novembre presso la Facoltà di Scienze Politiche di Torino, palazzina Einaudi Lungo Dora Siena 69/a, Aula 5 dalle ore 15,00 alle ore 19,00; si terrà il
convegno per tecnici di settore, Ong, studenti, rappresentanti politici, cittadinanza da titolo:

“TERRA E CIBO BENI DA DIFENDERE E NON MERCI SU CUI SPECULARE”

Parteciperanno al convegno:

R. CHIABRANDO: Presidente Coldiretti
M.BALAGNA: Assessore Agricoltura Prov. Torino
M.GUINDO: Produttore, Responsabile P.D.Co Mali
A. CORSI: Facoltà di Agraria – Torino
B. BOVERI: Presidente Slow Food Piemonte
C. GIORNO: Associazione Habitat
M. D'AVENI: Impresa Verde Torino
N. CASCIARO: RE.TE. Ong

L’associazione Almateatro proporrà brani tratti dallo spettacolo teatrale “SPEZIE”

A conclusione aperitivo con prodotti tipici

lunedì 10 ottobre 2011

SBLOCCHIAMO IL DIRITTO AL CIBO Sovranità alimentare, biodiversità e proprietà intellettuale

La campagna “SBLOCCHIAMOLI: Cibo, salute e saperi senza brevetti
invita all'evento:
SBLOCCHIAMO IL DIRITTO AL CIBO
Sovranità alimentare, biodiversità e proprietà intellettuale
martedì 11 ottobre 2011, Ore 10-17
CENTRO CONGRESSI CAVOUR - Via Cavour 50/a Roma
Prende l'avvio nella Capitale, il ciclo di eventi su proprietà intellettuale e diritti fondamentali che la Campagna “SBLOCCHIAMOLI: Cibo, salute e saperi senza brevetti” realizzerà in 11 città italiane e 3 spagnole. Obiettivo della Campagna è diffondere consapevolezza sugli effetti che i diritti di proprietà intellettuale - in particolare i brevetti sulle sementi e sui farmaci - hanno sulla vita quotidiana.
Patrocinato dalla Provincia di Roma, l’evento Sblocchiamo il diritto al cibo: Sovranità alimentare, biodiversità e proprietà intellettuale fa parte delle iniziative del Cisa (Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare), in preparazione della giornata mondiale dell'alimentazione.
In mattinata si terrà un incontro tra esperti internazionali, come l’indiana Mira Shiva (associazione Navdanya), studiosi come Salvatore Patera (Università del Salento) e Lorenza Paoloni (Università del Molise). Rappresentanti di enti locali aderiranno alla Campagna, firmando una dichiarazione di intenti e “sbloccando” simbolicamente un lucchetto gigante. E’ previsto l’intervento della Vice Presidente e Assessore alle Politiche culturali della Provincia di Roma Cecilia D’Elia e del consigliere provinciale Gianluca Peciola.
Prima della pausa pranzo, interverrà Antonio Onorati, Presidente di Crocevia e Focal Point Iell'pc (Comitato Internazionale Sovranità Alimentare): con una testimonianza sulle trattative in corso presso la Fao per uno strumento internazionale in difesa del diritto dei piccoli produttori di cibo alla terra.
Nel pomeriggio si svolgerà la rappresentazione teatrale interattiva “Il Caso Neem”, che porterà in scena la battaglia – conclusasi vittoriosamente - della società civile indiana contro la multinazionale agrochimica WR Grace che nel 1990 aveva brevettato un prodotto fungicida estratto dai semi della pianta del Neem, tradizionalmente utilizzati dalle popolazioni indigene. Il primo caso di vittoria giudiziaria contro la bio-pirateria, darà spunto al dibattito finale con il pubblico.
LA CAMPAGNA
Promossa da un gruppo di ong, associazioni e università, la Campagna SBLOCCHIAMOLI nasce per impedire la trasformazione di cibo, salute e saperi, da beni comuni – da preservare e godere democraticamente – in beni privatizzati dal monopolio del brevetto, acquisibili solo a fronte di lucrose licenze di utilizzo. Gli eventi organizzati in Italia e Spagna hanno l’obiettivo di coinvolgere i rappresentanti degli enti locali nella tutela di diritti e beni comuni.
Ufficio Stampa: Ludovica Jona - Mob. 338 8786870 -- Email: l.jona@ongrc.org

martedì 4 ottobre 2011

APPELLO ALLE ORGANIZZAZIONI: FIRMATE L’APPELLO DI DAKAR CONTRO L’ACCAPARRAMENTO DELLE TERRE!

Durante il Forum Sociale Mondiale di Dakar, in Senegal, nel febbraio 2011, diversi movimenti sociali, organizzazioni di piccoli produttori e altre organizzazioni della società civile hanno pubblicato un appello collettivo contro l’accaparramento delle terre. Più di 650 organizzazioni lo hanno già firmato. Se la vostra organizzazione non lo ha ancora fatto ma ne ha l’intenzione, è necessario che lo firmi prima del 7 ottobre 2011.

Il comitato per la sicurezza alimentare mondiale, che ha sede a Roma presso l’Organizzazione Mondiale dell’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), sta negoziando delle Direttive volontarie sulla governance responsabile del regime fondiario delle terre, della pesca e delle foreste. Questa direttiva dovrebbe proteggere e rafforzare l’accesso alla terra, alla pesca ed alle foreste da parte dei piccoli agricoltori e dei produttori di alimenti. Purtroppo, alcuni governi, con il sostegno delle istituzioni finanziarie, esitano ad adottare delle direttive efficaci. Questi stessi governi, preferiscono piuttosto sostenere una governance delle risorse alimentari che faciliti la presa di possesso delle risorse delle popolazioni da parte degli investitori privati, delle grandi aziende e di altri attori potenti.

I contadini colpiti dall’accaparramento delle terre consegneranno ai governi l’appello di Dakar, con i nomi delle organizzazioni che lo sostengono, nel corso dei negoziati sulle Direttive che si svolgeranno a Roma dal 10 al 14 ottobre.

Questa mobilitazione, inoltre, dovrebbe contribuire a fare pressione sui governi per indurli a respingere definitivamente i “Principi per gli Investimenti agricoli Responsabili (RAI)” promossi dalla Banca Mondiale.

Bisogna fermare l’accaparramento delle terre, non renderlo “responsabile”!

Leggete e firmare la petizione sul sito http://www.dakarappeal.org