sabato 26 dicembre 2009

La Cooperazione nel 2009, il bilancio di Elisabetta Belloni


“Il 2009 è stato un anno particolarmente impegnativo per la Cooperazione allo sviluppo. Da un lato ci siamo trovati a gestire un bilancio particolarmente limitato a causa di esigenze di contenimento della spesa pubblica. Ciò ha determinato la riduzione del nostro impegno in termini di volume e di risorse a disposizione. Dall’altra tuttavia forse anche stimolati dall’esigenza di fare bene in un contesto internazionale difficile quale quello dovuto alla crisi attuale, questo è stato un anno che ci ha visto impegnati soprattutto sull’efficacia e sul merito dei progetti e programmi della Cooperazione italiana”. Questo è il bilancio che traccia il ministro Elisabetta Belloni, direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo (Dgcs) della Farnesina, riassumendo al VELINO l’attività svolta nel 2009 dalla Cooperazione italiana. “Direi che il bilancio come sempre è un bilancio di luci e ombre. Gli aspetti positivi riguardano soprattutto la nostra capacità che certamente è andata sviluppandosi e che oggi ha raggiunto dei buoni livelli nell'avvalersi di una strategia e quindi di Linee guida programmatiche articolate, in linea con un indirizzo politico che ci viene dato dal Parlamento e dal governo ma che poi sempre più è andato uniformandosi ai criteri condivisi a livello internazionale. Ciò ha fatto sì che oggi l’Italia sia in grado di soddisfare i requisiti dell’efficacia dell’aiuto pubblico allo sviluppo (Aps)”.
“Questo progresso ci è stato riconosciuto anche nel corso della ‘peer review’ condotta dall’Ocse e permette all’Italia a pieno titolo di fare parte di quei paesi che hanno compreso sempre più che i veri processi di sviluppo vengono innescati nella misura in cui si punta sulla ownership – ha proseguito il direttore generale -; quindi sulla responsabilità dei paesi riceventi e al contempo sulla capacità dei donatori di dialogare e di individuare insieme ai riceventi i percorsi da intraprendere. Di fatto un aiuto sempre più coerente ed efficace”. Per il ministro Belloni, “un altro degli aspetti estremamente positivi dell’anno è la grande risposta che abbiamo ricevuto dalla società civile in genere e dal sistema paese. A nostro merito credo debba essere ascritta l’apertura, la voglia di coinvolgere i diversi attori della cooperazione. Questi non sono più soltanto gli Stati ma sempre più altri soggetti, in primis le Ong, il mondo delle imprese, l’università, gli enti locali, le Regioni e il mondo privato in genere. Questa risposta ci ha permesso di programmare meglio e in maniera più efficace, ma anche di usufruire del valore aggiunto che questi attori possono dare alle strategie di cooperazione allo sviluppo”.
“Da parte nostra – ha spiegato il direttore generale -, c’è stata riconosciuta una capacità di mettere a sistema le diverse forze che la Cooperazione ha a disposizione”. A questo proposito, “uno dei punti di maggiore interesse e successo per noi è in particolare quello del coinvolgimento del mondo accademico. Ho trovato nei rettori delle principali università italiane non solo un grande interesse a lavorare con noi in un’ottica di internazionalizzazione delle università italiane, ma con l’obiettivo pienamente condiviso di puntare sulla formazione come strumento fondamentale dello sviluppo, sul trasferimento delle tecnologie e sulla ricerca. In un momento in cui le risorse a disposizione sono poche – ha aggiunto il ministro Belloni -, puntare sulla formazione, sul trasferimento di tecnologia e sulla ricerca sia veramente un metodo, una procedura, per moltiplicare gli effetti positivi in loco ma anche per il sistema paese. Intendiamo nel 2010 proseguire questo percorso”.
Per quanto riguarda “le ombre”, il direttore della Dgcs ha spiegato che “non siamo riusciti, e me ne rammarico, a risolvere il problema delle risorse umane. Una Cooperazione moderna, che risponda quindi alle sfide, ma anche alle grandi aspettative del nuovo millennio non può prescindere dalla formazione del proprio personale e soprattutto da una struttura che deve essere dotata di quelle risorse in grado di fornire, in termine di capacità professionali e di numeri, i risultati attesi. Speriamo che il 2010 sia un anno in cui si possa veramente mettere mano ad alcuni problemi specifici quali quello degli esperti e ad alcune norme che dovrebbero rendere la nostra cooperazione più moderna e in grado veramente di poter essere operativa. Rilevo che la legge della Cooperazione risale al 1987 – ha sottolineato il ministro Belloni -, un periodo addirittura antecedente alla caduta del muro di Berlino, quando la cooperazione veniva svolta quasi esclusivamente dagli Stati. Nel mondo di oggi gli attori sono molteplici e lo Stato deve sempre più svolgere il ruolo di promozione e coordinamento. Se la legge non ce lo consente, se non potremo innescare questi meccanismi promotori di sviluppo e di raccolta di nuove risorse finanziarie, credo veramente che non saremo in grado di rispondere alle aspettative. Mi riferisco in particolare al partenariato pubblico-privato, alle possibilità di lavorare in contesti europei dove le risorse vengono scambiate. Queste ‘novità’ devono essere autorizzate con gli appositi strumenti normativi e il nostro obiettivo in questo senso per il 2010 è mettere mano a piccoli interventi innovativi che ci permettano di lavorare di più”.
Infine, il ministro Belloni ha ricordato l’impegno della sua struttura in tutto il mondo e in particolare nelle zone a rischio. “La Cooperazione italiana si è dotata sempre più della capacità di operare nelle aree di crisi – ha affermato il direttore generale -. Credo si sia compreso che le crisi internazionali per essere veramente risolte necessitano di interventi anche in termine di ricostruzione e sviluppo. In questo senso la Cooperazione italiana ha dimostrato di essere in grado di fare la sua parte egregiamente. Ritengo sia doveroso dare un riconoscimento ai collaboratori, i quali hanno permesso che questi interventi venissero registrati tra i migliori e i più efficaci. Quindi, voglio ringraziare la mia struttura, sia chi vi lavora all’intero sia tutti coloro che si trovano all’estero in zone non sempre facili, dato che la cooperazione non si fa normalmente in paesi particolarmente agiati. Va a loro, a queste persone che ‘ci credono’ il ringraziamento e la sollecitazione a fare sempre meglio e di più”.
“Mi auguro – ha concluso il ministro Belloni -, che nei prossimi anni si comprenda che la cooperazione oggi non è più solamente uno strumento di politica estera. È anche uno strumento di stabilità e che permette al nostro paese di giocare un ruolo a livello internazionale competitivo. Bisogna recuperare questo ruolo della Cooperazione, non solo mettendo a disposizione risorse adeguate – tutti ci rendiamo conto che queste in un momento di crisi non possono essere eccessive, ma bisogna stare attenti a non scendere sotto le soglie del minimo dovuto -, ma anche intervenendo in termini di qualità professionale e risorse umane adeguate. Questo è un obiettivo che mi prefiggo di portare avanti nel 2010 e che spero possa fare registrare qualche progresso”.


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