martedì 7 luglio 2009

Honduras, Zelaya: 'Rientrerò presto, ma non dirò quando'

Oggi l'incontro con il Segretario di Stato Usa sulle sanzioni da imporre all'Honduras

Il presidente legittimo dell'Honduras, Manuel Zelaya, ha confermato che andrà negli Stati Uniti per incontrare il Segretario di Stato, Hillary Clinton, e discutere delle sanzioni da imporre al regime honduregno. Lo ha dichiarto ieri da Managua, Nicaragua, aggiugendo "al governo di fatto restano poche ore". Di qui un nuovo appello al popolo a continuare a resistere pacificamente. e l'assicurazione che questa volta non annuncerà la data del rientro.

"Ieri (domenica ndr) assassinarono sparando giovani che stavano manifestando in pace. In Honduras non può perpeturasi né il sistema dei colpi di stato né il ritorno dei militari ai colpi di stato", ha dichiarato Zelaya. "Il crimine che hanno commesso devono pagarlo", ha aggiunto.
E riguardo alle elezioni generali previste per il 29 novembre nel paese, il presidente honduregno ha ribadito che "tutto ciò che il governo golpista farà nei confronti di questo processo elettorale sarà annullato. I loro candidati devono essere molto preoccupati, perché si ritrovano isolati, il mondo non li accompagna". Quindi ha precisato che l'unica sua "colpa" è stata quello di chiedere una quarta urna. "Non ho mai parlato di rielezioni perché questo non esiste in Honduras. Chieso che loro rispettino la voce della gente, perché è la voce che ci può salvare".
Continua intanto la suspance sul rientro di Zelaya nel suo paese. La data, dice, questa volta non verrà rivelata in modo da "evitare il boicottaggio dei golpisti" come invece è avvenuto domenica 5 luglio, quando, mentre la manifestazione di benvenuto al presidente legittimo veniva repressa nel sangue, la pista di atterraggio dell'aereoporto internazionale di Tegucigalpa veniva riempita di mezzi militari per impedire l'atterraggio del volo venezuelano che riportava "Mel" a casa. "Ieri (domenica) ci sono riusciti, logicamente il mio errore è stato avvisarli, e loro hanno potuto bloccarmi, con Esercito, francotiratori e spari contro la gente. Ora non li avviserò", spiegando che tornerà come presidente eletto e per gli honduregni.
Nella riunione di oggi con Hillary Clinton, Zelaya parlerà del compimento delle risoluzioni Onu e Osa "su ciò che impone la Carta democratica per il sistema interamericano, che prevede rispetto per i governo sorti dalla volontà del popolo". Si concentreranno infatti sull'analisi del trattamento da riservare per i regimi non democratici, in modo che fatti come quelli che stanno accadendo in Honduras non si ripetano".
Dal canto suo, anche Roberto Micheletti sta puntando tutto su Hillary Clinton per "fare avanzare il dialogo" nel Paese. "Noi sosteniamo il tentativo della segretaria di stato Clinton per far avanzare il dialogo in questa situazione", ha detto Micheletti alla tv nella serata di ieri. "Spero che la segretaria di stato Clinton confermerà a Zelaya che la democrazia e al sicurezza sono importanti per gli Stati Uniti tanto quanto lo sono per noi", ha detto Micheletti, aggiungendo che Zelaya "deve rendere conto della sua incostituzionalità e di altre azioni.
fonte: www.peacereporter.net

1 commento:

Anonimo ha detto...

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