martedì 30 giugno 2009

Honduras, dai nostri cooperanti


Cari tutti,

vi scrivo le ultime notizie che circolano con insistenza in Honduras.
Premetto che, in questo momento, abbiamo scarso accesso a informazioni certe. Le uniche informazioni che trapelano, oltre a quelle faziose pubblicate dai giornali palesemente a favore del Congresso, non sono comunque ufficiali, ma, quantomeno, attendibili.

Gli ambasciatori del Venezuela, del Nicaragua e di Cuba sarebbero stati rilasciati, dopo aver subito violenze. Tra di essi, il primo è anche stato trattenuto per un periodo più lungo.
Patricia Rodas, uno dei personaggi (con cariche governative) più vicini al Presidente Zelaya, sarebbe stata picchiata, trattenuta nell'aeroporto di Toncontin e attualmente avrebbe trovato rifugio in Messico.

Nella capitale, verso le ore 8:00 pm, davanti alla Casa Presidenziale, la situazione si è mantenuta calma fino all'arrivo di una camionetta delle forze armate, con tre militari a bordo. La camionetta è stata presa d'assalto dai manifestanti pro-Zelaya. A quest'atto, le forze militari hanno risposto sparando colpi in aria, generando panico. La folla, in virtù di tale reazione, ha iniziato a prendere d'assalto le vetrine dei negozi circostanti, tentando, tra l'altro, di occupare la Casa Presidenziale.

A San Pedro Sula, nel pomeriggio, per decisione del Congresso, è stato arrestato, con il pretesto di essere troppo vicino al Presidente Zelaya e alla sua quarta urna, il sindaco della città.

Domani sarà una giornata cruciale per l'evolversi della situazione, in quanto sono previste manifestazioni nei centri nevralgici del Paese, quali Tegucigalpa e San Pedro Sula, nei quali è previsto l'arrivo di molti cittadini provenienti dai rispettivi circondari. Nel caso di Tegucigalpa, si vocifera che i manifestanti arriveranno da tutti i Dipartimenti dell'Honduras.

A rendere più incerta e complicata la situazione, il rilasciato legittimo Presidente della Repubblica, Zelaya, si troverebbe in questo momento (sempre secondo le medesime fonti) in Nicaragua, a Managua, dove si sta tenendo un summit dell'ALBA, in merito, probabilmente, alle azioni da intraprendere nella giornata di domani e nei giorni a seguire.

Re.Te. - Movimondo in Honduras, così come la sede centrale, sottolinea la sua opposizione verso qualunque atto che possa mettere in pericolo la democrazia nel Paese, così come stà avvenendo in questo momento in Honduras.

Atti come questo, non solo rappresentano una violazione della democrazia, ma potrebbero rappresentare, anche, un pericoloso antecedente per tutta la regione centroamericana.

In attesa di ulteriori sviluppi, su cui vi aggiorneremo, vi ringrazio per l'appoggio e vi mando un abbraccio.

A prestissimo.

Rosita

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