mercoledì 13 giugno 2007

Sretan Uskrs, Pasqua a Sarajevo


venerdì 13 aprile 2007
Oramai é più d’un mese che siamo in Bosnia. Enrico, venuto in “missione”, ci ha aiutato a fare il punto. Pur assolvendo a tutti i nostri compiti, avevamo l’impressione di essere poco impegnati rispetto alle otto ore giornaliere di contratto.
Ci siam fatti una lista di idee e cose da fare:

1. combinare qualcosa con i bambini che affollano il centro giovani. Sono un po’ abbandonati a se stessi ... cercheremo di tirare in mezzo un po’ altri volenterosi al centroggiovani.
2. cercare di mettere in piedi dei progetti con alcune realtà sportive di Breza, una squadretta di calcio femminile, e il Rudar FK, che milita in serie B.
3. collaborare con Eko Drustvo, un’associazione ecologista di Breza, e con il suo carismatico presidente, Masa.
4. seguire alcuni progetti di percorsi turistici con Jozo, a piedi e in macchina. - cercare possibili fonti di finanziamento per progetti futuri.


Lista lunga, ma non poi impegnativa come sembra. Solo fà un po’ venire “mal di testa” il fatto di avere tante cose, pur piccole, a cui star dietro. imparerò a usare bene l’agenda.



Domenica scorsa era Pasqua. Mi ha colpito come tutti ci tenessero a fare gli auguri, anche, anzi soprattutto, i musulmani. Molti amici e conoscenti mi sorridono, mi stringono la mani, a volte chiedono 1 quale festa sia per noi e infine augurano “sretan Uskrs”, buona Pasqua.
Io ed Enrico siamo andati a messa. Abbiamo evitato la chiesa di Breza. Meglio risparmiarsi gesti che possano essere interpretati: in Bosnia andare a messa può significare prendere parte con i cattolici, quindi con i Croati. Andiamo dunque a Sarajevo, nella cattedrale. Chiesa gremita e illuminatissima. La messa verrà trasmessa in televisione e in chiesa ci saranno 6 o 7 telecamere con cavalletto rotabile. La chiesa é piccola, fa un po’ strano chiamarla cattedrale. Il cardinale comincia, si felicita della presenza della televisione, saluta e augura buona Pasqua ai fedeli, anche a casa. Si rivolge poi ai musulmani, e agli ortodossi. Per questi ultimi la Pasqua quest’anno coincide con quella cattolica. Di solito sono sfasate di qualche settimana perché son calcolate in base a due calendari diversi: quello gregoriano e quello giuliano. Della predica colgo solo qualche parola, e la passione dialettica del cardinale. Verso la fine si infervora, ma conclude con un largo sorriso, bonario e accogliente. Alla fine il coro ci delizia dell’Halleluja di Haendel e usciamo sotto la pioggia.
Prima di tornare dobbiamo passare da Armina, a consegnare un CD. In Bosniaco mi da indicazioni per una vietta dietro la Banca Centrale, piena di ambasciate e di polizia. Mi trovo di fronte a un palazzo abbandonato da molti anni. Dentro é abbastanza disastrato. Esco pensando di aver sbagliato indirizzo, di non aver capito le indicazioni al telefono, invece é proprio questo. Trovo all’interno Armina, con Claudio e Carmela. Sul tavolo un cumulo di stracci, che taglia e cuce per farne di nuovi: un laboratorio di riciclo vestiti usati. Ci racconta un po’ la sua storia: si é da poco laureata in architettura con una tesi su di un edificio abbandonato di Sarajevo. In uno di questi ha chiesto e ottenuto di poter mettere in piedi delle iniziative come piccole esposizioni, spettacoli, laboratori ... piccoli eventi di ogni tipo.
Tutto questo senza un soldo, aiutata da amici e simpatizzanti della causa e attirando anche un certo interesse di radio e televisioni (in Bosnia più accessibili che in Italia). Siamo tornati oggi. Ci siamo messi a dipingere i corrimano delle scale, Lisa, e ad attaccare al muro pezzi di vestiti tipo tappezzeria, io.
Ci piace quest’idea. Ci piace la paziente determinazione di Armina. Ci piace come fa le cose senza molte risorse. In Bosnia tante volte le persone si lamentano, ma non fanno nulla. Aspettano senza prendere iniziative che il governo, il comune, l’organizzazione o gli “italiani” di turno facciano. Ad ogni proposta chiedono chi la finanzierà, senza pensare che non per tutto servono soldi. Armina (nella foto inizio pagina) va avanti, con l’aiuto dei suoi amici o dei volenterosi che passano di lì.

Silvestro e Lisa

http://www.cooperativaisola.org/blog2006

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