martedì 12 giugno 2007

a Mostar


venerdì 6 aprile 2007
A Mostar piove. Un po’ piove un po’ no, ma abbastanza da sventare i nostri piani turistici. La conferenza per cui siamo venuti si tiene nella parte croata, di fronte all’ambasciata croata. Purtroppo si parla di parte croata e musulmana: la città si trovò nel 1993 al centro del conflitto croato-musulmano. All’inizio croati e musulmani combatterono assieme, vittime dell’aggressione serba. Nel ’93, dopo circa un anno di scontri, si aprì un secondo fronte, sanguinosissimo: croati e musulmani, fino ad allora vissuti assieme in pace si combatterono accanitamente. Nel ’94 firmarono una tregua, ma solo dietro forti pressioni degli stati uniti. L’Erzegovina, e in particolare Mostar, suo capoluogo, rimasero però divise, lacerate in quartieri croati e musulmani.





Storie del genere sono purtroppo la norma in Bosnia: pochissimi
territori avevano prima del conflitto una chiara maggioranza etnica, e
quasi nessuno era abitato da un’unica etnia. Applicare un criterio
etnico di divisione oltre che crudele e insensato, era impossibile.

Conseguenza prevedibile il genocidio, o la fuga in massa. La tradizione
di convivenza etnica qui e’ millenaria, ma talvolta episodi di violenza
e ampiezza sconcertante hanno luogo. È successo durante la seconda
guerra mondiale, è successo negli anni’ 90.

La definizione di “incubo collettivo”, che ho sentito dal nostro coordinatore, Enrico, suona tragica e calzante.

Breza da questo punto di vista è un’isola “quasi” felice. Non si può
dire sia del tutto immune da risentimenti etnici, ma non ci sono
tensioni. Certo Breza è stata bombardata, e pochi riescono a non odiare
chi ti ha bombardato la casa. Nei balcani (ma non solo) la
responsabilità si allarga con molta facilità al gruppo etnico:
responsabili non sono solo esecutori materiali e mandanti, ma l’intero
loro popolo. Molti serbi, o croati, hanno quindi perso il lavoro, o
fanno più fatica a ottenere sussidi, permessi o lavori pubblici dal
comune, ma resta una situazione tranquilla e via via migliore. Nel
complesso qui sembrano poco interessati all’etnia, sembrano voler stare
bene e in pace. Chi gli sta attorno, chiunque sia, alla fin fine gli
interessa poco.



Con i ragazzi del centro giovani, con le donne al centro donne, o con
la nostra padrona di casa capita di parlare della guerra. Non è un
discorso proibito come pensavamo, molti ne parlano spontaneamente. In
effetti è impossibile evitare l’argomento: la guerra è una presenza
invadente in Bosnia.



Usciamo un po’ prima dalla conferenza.



Ha smesso di piovere. Il cielo s’avvia al tramonto tra nubi dense e
scorci azzurri. La luce promette molto bene. Le moschee di pietra
bianca sono illuminate della luce chiara e tenue del tardo pomeriggio,
lavata dalla pioggia. L’aria è fresca. Camminiamo sulle strade
lastricate e luccicanti della città vecchia. Scivolo ad ogni passo sui
ciottoli levigati. Sembra di essere nel ‘500.



Scendiamo finalmente al belvedere sul ponte.



Mi interesso della ex Jugoslavia da diversi anni, e il ponte di Mostar
era ed è la più inflazionata immagine turistica della jugoslavia prima
e della Bosnia poi. Lo hanno celebrato scrittori, artisti, viaggiatori
e architetti. In cinquecento anni di storia ha visto passare acqua,
sangue, cadaveri. Ha visto re, imperi ed eserciti, ma anche anziani
scalzi che vanno a prendere il pane. Ha visto lanciarsi dal suo
parapetto i suoi tuffatori e custodi, che sfrecciano per 22 mt fino
alle acque gelide della Neretva. Ne ho sentito parlare tantissimo,
tantissime le foto che ho visto. Non ho nessuna aspettativa perché so
perfettamente com’è. Solo sono emozionato perché ora ho di fronte un
ponte che non è solo bello da mozzare il fiato, ma che si è anche tanto
riempito di significato da diventare non il simbolo, ma il simbolo dei
simboli di questa terra e delle sue vicende, che han toccato i più
raffinati splendori e le più rozze infamie.



Il ponte non è quello vero. L’originale cinquecentesco fu abbattuto nel
’93 dalle granate dell’esercito croato. Il suo crollo è stato anche
filmato. Questa copia perfetta è stata realizzata nel 2000 con
finanziamenti di vari paesi occidentali.

Silvestro e Lisa

http://www.cooperativaisola.org/blog2006

Nessun commento: