lunedì 18 giugno 2007
...e mocciosi
venerdì 4 maggio 2007
Gita al lago. Si inizia con un bel ritardo cronico, mi affanno. Due minuti sono già ritardo, venti? mi costeranno una bella ammonizione per me,gli italiani usi e costumi in blocco.
Ma poi no li ritrovo tutti sereni davanti al Desnek. Si sono già abituati, meno male, l’incontro fra culture e la comprensione reciproca: che bella cosa.
Ore 9.30: Partiamo. Pochi ma buoni? Forse. Siamo tre grandi bambini e cinque scatenati sotto il metro e 20 e ben tre quadrupedi a segnare il passo. Ventiquattro piedi in direzione del lago, beh non sono pochi alla fine. Ma soprattutto quel lago non è segnato su nessuna cartina. Perchè? Non vedo l’ora di svelare l’arcano. Andiamo.
A cento metri dalla partenza realizzo che la palla non ce l’ha nessuno. Dietrofront: per fortuna il minimarket ha di tutto e riusciamo a recuperare un supertele. Purtroppo non arriverà neanche a metà strada, l’unico cespugli di 1 rovi è stato bersagliato e colpito. Ovviamente. La truppa cammina allegra e motivata verso le colline. La salita dura un’oretta e qualche, si suda e si ride. Il paesaggio si svela pian piano ma dopo l’ennesimo tornante il sipario si apre del tutto: Le colline a panettone come piace chiamarle a me si perdono a vista d’occhio. Solo boschi. E’ bellissimo. La contemplazione è animata dal vociferare dei piccoli gitanti che mi hanno ormai superata di gran lunga. “Lisa ce la fai?” “Vabbè che sei la più vecchia..” Etc..Ok, fine della contemplazione. Raggiungo con corsetta i piccoli spiritosi e mi metto davanti alla carovana. giusto per smentirli.
Il sentiero si perde e tagliamo due colline e due greggi: inizia la discesa,pendenza 10% e si fa di corsa, per forza.
Quindi al lago ci arriviamo quasi con tuffo di testa. Il lago.
ecco appunto. il mistero del perché non fosse segnato. Lo intuisco dal gran vociare di rane ancora prima di vederlo. E vabbè era uno stagno , alla fine. Incomprensione linguistica o approssimazione infantile? comunque sono tutti soddisfatti della meta. i quadrupedi si lanciano in acqua. anzi uno si lancia e gli altri vengono lanciati! Inutile protestare, il linguaggio animale non è stato ancora codificato del tutto e nel gruppo c’è chi sostiene che ai cani piacciano i tuffi con lancio. Le rane si zittiscono, e sì siamo arrivati. i bambini iniziano a chiedermi se sono contenta che siamo arrivati in mezzo alle rane e a chiedermi perché non mi metto ad acchiapparle. Non capisco. Ma poi sì. Gli italiani qui son soprannominati mangiarane. Ah bene, ma io no le mangio. Comunque ci mettiamo a cercale, vogliono essere sicuri che se le vedo resisto e non le sbrano. Evviva la fantasia. comunque le piccole anfibie, si son nascoste. “Hanno paura di te, che te le mangi..” e beh certo. Mi viene in aiuto una bella biscia d’acqua che con una codata sulla riva fa battere tutti in ritirata. E’ ora di ripartire. e’ stata una bella gita, speriamo in una replica.
Juan Saavedra
http://www.cooperativaisola.org/blog2006/
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