Roma, 29 dic (Velino/Velino Latam)
Il 1 gennaio del 2010 entrerà il “Sucre”, la moneta coniata dai paesi del’Alba (Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América) inizierà la sua vita virtuale. Cinque paesi dell’area creata nel 2004 su impulso di Cuba e Venezuela, metteranno in funzione il cosiddetto Sistema Unitario de Compensación Regional de Pago, il cui acronimo - Sucre - coincide con il nome del generale José de Sucre che suggellò l’indipendenza del Perù dalla Spagna. Le transazioni nella nuova divisa - ancora solo virtuale - potranno per il momento essere effettuate solo dalle banche centrali, mentre gli operatori privati continueranno ad utilizzare le monete nazionali. Nelle intenzioni dei promotori il Sucre dovrebbe in una prima fase rendere più agevoli le operazioni finanziarie tra le parti e, in prospettiva, creare lo scenario per il varo di una moneta in grado di rimpiazzare il dollaro negli scambi di un’area di nove paesi (Antigua, Bolivia, Cuba, Dominica, Ecuador, Honduras, Nicaragua, Saint Vincent e Venezuela) e oltre 70 milioni di abitanti.
Uno scenario non immediato ma che potrebbe restringere ulteriormente lo spazio vitale del biglietto verde in America Latina: economie di primo piano come quelle di Brasile e Argentina hanno avviato programmi di scambio senza l’intermediazione della divisa statunitense, lanciando un esempio sul quale stanno ragionando altri paesi del Mercosur. Il primo scambio in Sucre si dovrebbe celebrare a fine gennaio, con la vendita di una fornitura di una partita di riso dal Venezuela a Cuba. In prospettiva l’Alba dovrebbe erigere un altro bastione nella sua ancora acerba architettura finanziaria: quella della Banca centrale. Secondo il ministro degli Esteri ecuadoriano, Fander Falconí, l’istituto potrebbe nascere già nel primo trimestre del 2010.
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martedì 29 dicembre 2009
lunedì 28 dicembre 2009
La soia si mangia l'Argentina
Le ruspe avanzano in tutta l'Argentina del nord-ovest: dal Chaco, alle foreste dello Yungas alle Ande, gli alberi vengono abbattuti il suolo spianato per fare spazio alla monocoltura della soia. Soia e zucchero sono i principali fattori della deforestazione. Entrambi i settori, sviluppati per rispondere alla crescente domanda da parte dell'industria alimentare, vedono ora una nuova ondata di espansione legata allo sviluppo del biodiesel.
Un nuovo rapporto pubblicato dall'associazione argentina CAPOMA assieme alla paraguayana BASE Investigaciones Sociales, descrive i casi delle comunità indigene Wichí nella valle dei fiumi Itiyuro River Basin e Misión Chaqueña, delle famiglie creole della valle del Dorado, e delle famiglie di indios Guaraní di El Talar.Il nuovo piano regionale assegna territori immensi alle imprese dell'agribusiness, ai danni delle comunità locali e dei popoli nativi.
http://www.salvaleforeste.it/
Un nuovo rapporto pubblicato dall'associazione argentina CAPOMA assieme alla paraguayana BASE Investigaciones Sociales, descrive i casi delle comunità indigene Wichí nella valle dei fiumi Itiyuro River Basin e Misión Chaqueña, delle famiglie creole della valle del Dorado, e delle famiglie di indios Guaraní di El Talar.Il nuovo piano regionale assegna territori immensi alle imprese dell'agribusiness, ai danni delle comunità locali e dei popoli nativi.
http://www.salvaleforeste.it/
mercoledì 16 dicembre 2009
Mercosur, il Senato brasiliano dice sì al Venezuela

Gli avversari di Lula hanno definito Chavez “un tiranno” e un “populista” paragonandolo a Mussolini, Hitler e Stalin, ipotizzando, come ha fatto in senatore del centrodestra Heraclito Fortes, che possa determinare la “disintegrazione” del Mercosur stesso. L'opposizione ha sottolineato alcuni problemi pratici, come l'accordo commerciale del blocco regionale con Israele, con il quale Caracas non ha relazioni diplomatiche, ma alla fine la coalizione governativa con il sostegno di alleati esterni ha ottenuto i numeri necessari per approvare definitivamente l'adesione venezuelana. A questo punto l'ultimo ostacolo per il governo di Chavez rimane il Senato paraguaiano e potrebbe trattarsi di un passaggio estremamente problematico. Il presidente Fernando Lugo non ha infatti il controllo dell'Aula, dove l'opposizione ha la maggioranza, e già nei mesi scorsi era stato costretto a ritirare la proposta per evitare che subisse una netta bocciatura. A questo punto la decisione non arriverà prima del 2010 e, visto che anche una parte dei liberali, principali alleati di Lugo, è contraria alla ratifica del protocollo di adesione, potrebbe non essere affatto scontata.
fonte: www.ilvelino.it
martedì 15 dicembre 2009
America Latina, Alba rafforza integrazione e guarda a Copenaghen

Si è chiusa, a L'Avana, con la riaffermazione della volontà di dare continuità al modello socialista “anti-capitalista e anti-imperialista” il vertice dell'Alba (Alianca bolivariana), l'associazione di Paesi latinoamericani creata dal venezuelano Hugo Chavez e dall'ex “lider maximo” cubano Fidel Castro. Nel documento finale, approvato da tutti i membri (Venezuela, Cuba, Nicaragua, Honduras, Ecuador, Bolivia, Antigua e Barbuda, San Vicente e las Granadinas e Dominica), si da nuovo slancio ai programmi sociali, sanitari ed educativi, si rafforza il legame economico e si stabilisce la posizione comune nei confronti del vertice di Copenaghen sui cambiamenti climatici, che sarà illustrata in Danimarca da Chavez e dal suo collega boliviano Evo Morales.
Tra gli accordi raggiunti nel corso del summit c'è quello relativo all'avvio nei primi mesi del 2010 dei negoziati per i “Trattati di commercio dei popoli” (La versione “bolivariana” dei Tlc), in contemporanea con l'introduzione del Sucre (Sistema unitario di compensazione) che sostituirà il dollaro negli scambi commerciali tra i Paesi membri. Inoltre sono stati concordarti un piano di alfabetizzazione e post-alfabetizzazione, l'avvio di una campagna sanitaria di sostegno e integrazione per i disabili e l'elaborazione di una rete di scambio di conoscenze in campo scientifico e tecnologico.
Sul fronte ambientale, dall'Alba è arrivata una critica ai Paesi più avanzati che “pretendono” di perpetuare i loro ritmi di produzione e consumo “insostenibili”, “condannando alla dipendenza e alla marginalità i Paesi in via di sviluppo”. Ribadendo che “la Convenzione delle Nazioni Unite sul Cambiamento climatico e il Protocollo di Kyoto rappresentano il regime giuridico vincolante in vigore che deve regolare la risposta e la cooperazione internazionale per affrontare il riscaldamento globale” i governi dell'Alleanza bolivariana porteranno a Copenaghen la loro proposta basata sulla necessità di impegni vincolanti in fatto di riduzione delle emissioni, trasferimento di tecnologie e destinazione di fondi pubblici adeguati al perseguimento degli obiettivi.
Tra gli accordi raggiunti nel corso del summit c'è quello relativo all'avvio nei primi mesi del 2010 dei negoziati per i “Trattati di commercio dei popoli” (La versione “bolivariana” dei Tlc), in contemporanea con l'introduzione del Sucre (Sistema unitario di compensazione) che sostituirà il dollaro negli scambi commerciali tra i Paesi membri. Inoltre sono stati concordarti un piano di alfabetizzazione e post-alfabetizzazione, l'avvio di una campagna sanitaria di sostegno e integrazione per i disabili e l'elaborazione di una rete di scambio di conoscenze in campo scientifico e tecnologico.
Sul fronte ambientale, dall'Alba è arrivata una critica ai Paesi più avanzati che “pretendono” di perpetuare i loro ritmi di produzione e consumo “insostenibili”, “condannando alla dipendenza e alla marginalità i Paesi in via di sviluppo”. Ribadendo che “la Convenzione delle Nazioni Unite sul Cambiamento climatico e il Protocollo di Kyoto rappresentano il regime giuridico vincolante in vigore che deve regolare la risposta e la cooperazione internazionale per affrontare il riscaldamento globale” i governi dell'Alleanza bolivariana porteranno a Copenaghen la loro proposta basata sulla necessità di impegni vincolanti in fatto di riduzione delle emissioni, trasferimento di tecnologie e destinazione di fondi pubblici adeguati al perseguimento degli obiettivi.
fonte: www.ilvelino.it
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