Visualizzazione post con etichetta brasile. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta brasile. Mostra tutti i post

lunedì 18 giugno 2012

A cupola dos povos - il summit dei popoli a RIO+20


Fonte: http://www.globalproject.info/it/mondi/a-cupola-dos-povos-il-summit-dei-popoli-a-rio-20/10813


PER LA GIUSTIZIA SOCIALE ED AMBIENTALE CONTRO LA MERCIFICAZIONE DELLA VITA E DELLA NATURA E IN DIFESA DEI BENI COMUNI PRESENTAZIONE

18 / 2 / 2012

Il summit Rio+20 che si terra' a Rio a giugno 2012 sara' un evento cruciale per le organizzazioni sociali ed ambientali, e deve essere considerato come parte di un processo storico degli ultimi 20 anni, che comprende il Summit della Terra (ECO 92), le mobilitazioni sulla agenda sociale dell'ONU, le lotte contro gli accordi di libero commercio promossi da WTO e ALCA, e più recentemente il Summit dei Popoli di Cochabamba.

Tenendo in considerazione che lo spazio della società civile deve essere autonomo, plurale, democratico, dobbiamo rispettare le diversità e le diverse strategie di azione, e basare le nostre proposte su soluzioni concrete che rafforzino il potere delle organizzazioni sociali e diano voce e leadership ai popoli che sono vittime della globalizzazione ineguale.

Noi affermiamo che Rio+20 deve:

•    Rigettare le soluzioni basate sul mercato della vita e della natura, le false soluzioni con le stesse vecchie tecnologie che approfondiscono l'iniquità e non rispettano il principio di precauzione
•    Denunciare la mancanza di miglioramento nelle politiche ambientali del Brasile e nel mondo dopo la crisi economica
•    Difendere i diritti umani e dare spazio alle esistenti alternative locali sviluppate dalle comunità tradizionali, piccoli contadini, comunità urbane organizzate, come per esempio la permacultura, i progetti agro-ecologici, le iniziative di economia locale, tra le altre, e organizzare campagne affinché queste iniziative possano essere sostenute dalle politiche pubbliche.
•    Promuovere un nuovo paradigma per una economia fondata sulla vita e basata su azioni e decisioni etiche
•    Fare una valutazione delle iniziative a partire dal Summit della Terra ECO 92 analizzando i progressi delle convenzioni firmate durante gli ultimi 20 anni
•    Promuovere campagne e iniziative delle organizzazioni sociali per premere sui governi affinché tengano in conto le proposte della società civile organizzata nel processo ufficiale
•    Promuovere consapevolezza pubblica attraverso campagne e altre forme di educazione popolare, coinvolgendo l'opinione pubblica in questo percorso con differenti gruppi sociali. Per questo, devono essere usati diversi linguaggi e strumenti di comunicazione, come radio comunitari, network sociali, così come media alternativi e tradizionali.

Rio+20 deve anche essere un momento di riflessione per movimenti e organizzazioni in modo che possano valutare come incorporare al proprio interno i nuovi paradigmi. Rio+20 deve mobilitare milioni di persone in Brasile e nel mondo, attraverso migliaia di attività prima e durante l'evento.

Infine, l'evento deve anche lasciare una eredita' per la città di Rio de Janeiro e per il mondo, come un esempio in se stesso del cambiamento che vogliamo vedere nel pianeta.

OBIETTIVI
Le organizzazioni di società civile e i movimenti sociali internazionali stanno cercando di trasformare la Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile (UNCSD) in una mobilitazione popolare per affrontare la a seria crisi che stiamo vivendo, come pianeta e come umanità. Stiamo lavorando insieme per costruire un processo democratico verso un forum indipendente chiamato "Summit dei Popoli a Rio+20 per la giustizia sociale ed ambientale", con l'intenzione di promuovere la partecipazione della società civile e proporre le sue proposte politiche a un vasto spettro di personalità e di cittadini.

PROPOSTA SUL PROCESSO
Per assicurare la costruzione collettiva della metodologia del processo verso il Summit del Popoli a Rio+20, affermiamo le seguenti premesse:

Principi generali:
•    Prendiamo come punto di partenza l'aggravarsi, negli ultimi decenni, della situazione sociale ed ecologica nel pianeta e la parallela crescita della miseria e della ineguaglianza sociale -locale, regionale e internazionale- aggravata dalla recente crisi della economia capitalista
•    Crediamo sia molto importante avere una visione integrata sulla giustizia sociale ed ambientale, così come per la sostenibilita' sociale ed ambientale. E' necessario porre i diritti umani al centro dell'agenda globale.
•    Chiediamo il riconoscimento di ciò che le esperienze internazionali dei Social Forum, dei Summit dei Popoli, dei Tribunali Popolari internazionali, degli incontri di base che, dopo il Summit della Terra del 92, hanno costruito spazi di dibattito globale e mobilitazione
•    Teniamo in considerazione le ricche e diverse esperienze in queste reti sociali e di dare visibilità al contributo contro le soluzioni egemoniche
•    Cerchiamo spazi di influenza nel processo ufficiale delle Nazioni Unite e di influenzarlo.
•    Partiremo dal processo intorno a Rio+20 per costruire campagne globali tese a promuovere un nuovo paradigma in azioni popolari per molti milioni di persone.
•    Cercheremo, in sintesi, di affermare la presenza di un paradigma alternativo di società e di rafforzare il suo potere politico con convergenze multiple in tutto il mondo.
•    Il Summit dei Popoli deve anche essere uno spazio per dimostrare le pratiche concrete delle esperienze positive di produzione locale, di economia sociale, e esempi di pratiche che spostano la società verso questo nuovo paradigma durante il farsi di Rio+20.

Processo Organizzativo
Allo scopo di organizzare un processo indipendente di dialogo con le istituzioni internazionali, le aziende capitalistiche e i governi nazionali, cerchiamo di creare uno spazio plurale, tenendo in conto la diversità e trasformandola in una forza popolare; cerchiamo di superare la frammentazione e le divisioni delle diverse lotte, stimolando convergenze e agende comuni.
Vogliamo incorporare nel nostro processo la forza, la energia e le iniziative di migliaia di organizzazioni e movimenti del mondo intero. Per questo, il punto di partenza sono le loro esperienze reali, le loro attività indipendenti e la loro capacita' di coinvolgimento dei cittadini. Dall'altro lato, il nostro processo deve accettare la sfida di superare i limiti e le divisioni che ancora troviamo nella società civile oggi, cercando di costruire reti e coalizioni per affrontare insieme le scommesse e per lanciare azioni comuni.

Questioni strategiche:
Cercheremo di promuovere convergenze intorno alcune questioni strategiche per il superamento del modello corrente di società e per la affermazione di un nuovo paradigma di civilizzazione. Queste questioni hanno bisogno di essere discusse, costruite e presentate in diversi e autonomi spazi che emergeranno da questi processi, organizzati sulla base delle questioni comuni e degli input provenienti dal processo storico di ciascun network.
Proponiamo di cominciare questa convergenza da alcuni input ed concetti formulati da network e comitati di facilitazione incaricati delle diverse tematiche, per costruire il percorso verso Rio+20 a partire da esperienze ricche e lotte comuni.

Le questioni chiave approvate per stimolare un dibattito nei differenti gruppi e network sono:
•    Quali sono le cause strutturali delle multiple crisi e del fallimento nella realizzazione degli accordi internazionali a partire dal 1992?
•    Come costruire una nuova economia basata sulla giustizia sociale ed ambientale?
•    Come dare visibilità alle lotte di resistenza e di difesa dei popoli e dei territori e come promuovere soluzioni concrete a partire dalle esperienze esistenti di produzione, consumo e trasformazione del futuro?
•    Come bloccare la mercificazione della vita, la privatizzazione della natura e dei beni comuni?
•    Come rafforzare le strategie esistenti di lotta e campagne comuni e come promuovere e costruire nuove campagne?
•    Quale governance mondiale vogliamo a fronte della dominazione corrente del potere economico?

Coordinamento Internazionale
Suggeriamo di collegare il processo che stiamo promuovendo alla agenda sociale e ambientale che produrranno alternative comuni:
•    La mobilitazione contro il G20 a Nizza e a Cannes il 3 e 4 novembre
•    La mobilitazione sulla COP 17 a Durban dal 29 novembre al 9 dicembre
•    Il forum tematico a Porto Alegre nel gennaio 2012
•    Il Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua a Marsiglia nel marzo 2012

Promotori
La proposta del Summit dei Popoli viene dal Comitato di Facilitazione della Società Civile Brasiliana per Rio+20. E' un gruppo di reti e organizzazioni diverse e plurali della società civile brasiliana. La responsabilità di questo comitato e' facilitare la partecipazione della società civile globale nel processo del summit di Rio+20, la Conferenza delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile che si terra' a giugno del 2012.
Il Comitato di Facilitazione della Società Civile Brasiliana ha un posto nella Commissione Nazionale per Rio+20 ed e' anche considerato dalla Conferenza Onu come un gruppo di collegamento del paese ospitante. Il comitato riunisce un ampio spettro di organizzazioni, fra i più importanti network della società civile brasiliana, attivi in diversi settori come ambiente e sostenibilita', diritti umani, sviluppo sociale fra gli altri. E' guidato da un Gruppo di Coordinamento composto dalle reti più rappresentative:

•    Rede Brasileira pela Integração dos Povos (Rebrip);
•    Rede Brasil sobre Instituições Financeiras Multilaterais (Rede Brasil);
•    Fórum Brasileiro de ONGs e Movimentos Sociais para o Meio Ambiente e o Desenvolvimento (FBOMS);
•    Central Única dos Trabalhadores do Brasil  (CUT);
•    Associação Brasileira de Organizações Não-Governamentais (Abong);
•    Grupo de Reflexão e Apoio ao Processo do Fórum Social Mundial (Grap);
•    Fórum Brasileiro de Economia Solidária (FBES);
•    Via Campesina (VC);
•    Fórum Nacional da Reforma Urbana (FNRU);
•    Rede da Juventude pelo Meio Ambiente e Sustentabilidade (Rejuma);
•    Jubileu Sul;
•    Plataforma Brasileira de Direitos Humanos Econômicos, Sociais, Culturais e Ambientais (Dhesca);
•    Movimentos Indigenas: Articulação dos Povos Indígenas do Brasil (APIB) e  Kari-Oca;
•    Coordenação Nacional de Articulação das Comunidades Negras Rurais Quilombolas (Conaq);
•    Instituto Brasileiro de Defesa do Consumidor (Idec);
•    Articulação do Semi-Árido (ASA);
•    Articulação de Mulheres Brasileiras (AMB);
•    Marcha Mundial de Mulheres;
•    Movimento negro: Coordenação Nacional de Entidades Negras (Conen);
•    Rede de ONGs da Mata Atlântica (RMA).

venerdì 8 gennaio 2010

Brasile: riprende la caccia agli Indios


Osmair Martins Ximenes, indigeno Guarani del Brasile meridionale, è l'ultima vittima del conflitto tra allevatori e Indios in Brasile. Altri due membri della sua comunità, Kuretê Lopez e Ortiz Lopez, sono stati uccisi nel 2007 da sicari assolti dagli allevatori, nel tentativo di occupare le loro terre ancestrali.
Come previsto dalla Costituzione brasiliana, gli indios Guarani hanno richiesto il riconoscimento delle loro terre tradizionali, ma la burocrazia statale è lenta, mentre gli allevatori sono rapidissimi nell'espandere i propri possedimenti, spesso impiegando permessi falsificati. Nel 2007 la corte federale aveva imposto al governo di demarcare le terre tradizionali degli indios, ma al progetto si sono fieramente opposti gli allevatori, che già occupano gran parte delle terre indigene, e anche il governo ha ostacolato lo sviluppo del progetto.
La sentenza avrebbe dovuto aiutare gli Indios a vedere i propri diritti riconosciuti, ma la reazione degli allevatori ha riacceso il conflitto. Lo scorso dicembre, una ventina di Guarani sono stati torturati mentre tentavano di occupare le proprie terre nel comune di Iguatemi, presso la frontiera col Paraguay. Questo gruppo di Guarani era stato espulso negli anni cinquanta dagli allevatori, e costretto da allora a vivere nelle riserve di Sassoró e Porto Lindo. In quell'occasione i vigilantes hanno legato gli indios sui camion, li hanno sottoposti a percosse e usati per il tiro al bersaglio.
Lo scorso ottobre, nel corso di un attacco a fuoco da parte di sicari degli allevatori presso la città di Paranhos, i maestri di scuola Rolindo Vera e Genivaldo Vera sono scomparsi.

Ferma la caccia agli Indios
Scrivi al Ministro brasiliano per proteggere i Guarani!

venerdì 2 ottobre 2009

Time: tra gli uomini che lottano per salvare il pianeta c'è anche un nostro partner


Nell'ultimo numero, Time porta in copertina il reportage "Eroi dell'ambiente", attivisti, imprenditori, scienziati e politici di tutto il mondo che risaltano per il loro impegno in favore del pianeta. Tra loro c'è Marcio Santilli, coordinatore dell'Istituto Socioambientale, con cui lavoriamo in Brasile.
Marcio Santilli è l'unico brasiliano a far parte della lista e ha una lunga storia di attivismo in difesa dei diritti degli indigeni.
Nel 2003 si adoperò per l'idea della "riduzione compensata" dei gas-serra. Il disboscamento delle foreste tropicali è responsabile di metà delle emissioni annuali di gas-serra e per la maggioranza nei paesi in via di sviluppo. Per Santilli, le nazioni che avessero ridotto il proprio tasso di disboscamento sotto la media storica avrebbero dovuto poter godere di compensazioni per mezzo di certificati di riduzione delle emissioni, negoziabili sul mercato del carbonio.
Oggi Marcio continua ad affermare che l'esperienza mostra che è molto più difficile ricomporre una foresta distrutta che proteggere quella ancora in piedi.

giovedì 30 luglio 2009

ISA e comunidades quilombolas realizam II Feira de Troca de sementes e mudas tradicionais

Nem a chuva, nem o frio conseguiram impedir a II Feira de trocas de sementes e mudas tradicionais das comunidades quilombolas do Vale do Ribeira. A Feira aconteceu em Eldorado, no último dia 11 de julho, no salão paroquial da cidade. O objetivo foi incentivar a troca de sementes e mudas e a comercialização de produtos tradicionais.

Participaram da feira 15 comunidades dos municípios de Eldorado, Cananéia, Iporanga, Itaóca e Barra do Turvo. Assim, não só o número de comunidades participantes foi superior ao do ano passado, mas se ampliou também a área de abrangência geográfica da Feira.

Considerando as variedades de sementes e mudas levadas por cada grupo, se chega ao relevante número de 200, que testemunha a grande diversidade presente nas comunidades do Vale do Ribeira, tanto de espécies quanto de intra-específicas - só de feijão, por exemplo, havia mais de 15 variedades diferentes. A oferta de produtos para a comercialização foi bem mais significativa do que em 2008, quer em quantidade, quer em diversificação: estavam a venda mais de 20 tipos de produtos. Infelizmente, a realização da Feira em um local fechado, devido à chuva, diminuiu as possibilidades de saída, que, de qualquer forma, foi razoável.


A Feira contou com a colaboração direta de vários parceiros: a Fundação Instituto de Terras do Estado de São Paulo (Itesp), a Equipe de Articulação e Assessoria das Comunidades Negras (Eaacone) e Movimento per l’Autosviluppo, l’Interscambio e la Solidarietà (M.A.I.S.). Também apoiaram financeiramente a Feira a Organização Não-Governamental(ONG) Ajuda da Igreja da Noruega e o Ministério dos Assuntos Exteriores da Itália; a Fundação Florestal envolveu algumas comunidades das Reservas de Desenvolvimento Sustentável(RDSs) Quilombolas na Feira; o projeto Mercado Paulista Solidário apoiou mediante a cessão das barracas; o Ministério do Desenvolvimento Agrário (MDA) participou com a documentação em vídeo e a Prefeitura de Eldorado com o som.

O grande destaque da Feira foi o almoço promovido no evento, preparado com os produtos oferecidos pelas comunidades. O cardápio, elaborado por Monica Panetta, sócia do Convivium Slow Food de São Paulo, foi realizado pelas cozinheiras Nautica, Maria, Eva, Isaltina e Olinda. No almoço havia canja cremosa com pés e pescoço de galinha caipira, cozido de frango com legumes (chuchu, abóbora, inhame e banana-da-terra), arroz descascado no pilão, feijão mulatinho, farofa de ostra, saladas de rúcula e alface e torta de banana integral, suco de limão-cravo com gengibre e abacaxi com hortelã. Muito apreciado foi também o café-da-manhã, com bolo de milho e de amendoim, beijus de mandioca, cuscuz de arroz e de mandioca, mel e açúcar mascavo, carás, batata-doce e inhame.


Paralelamente à feira aconteceram apresentações culturais, entre as quais a dança do fandango da comunidade de Morro Seco, as cantigas das comunidades de Ivaporunduva e Bombas e a dança das crianças de Pedro Cubas.


A Feira foi prestigiada por várias visitas. Entre elas, a de uma delegação articulada pela organização Rede de Intercâmbio de Tecnologias Alternativas (Rede), de Minas Gerais, composta por agricultores rurais e urbanos, e um grupo de sócios do Convivium do Slow Food em São Paulo, com chefes de cozinha, expertos de gastronomia e nutricionistas. Também visitaram a Feira a delegada do MDA, Maria Judith Gomes, o representante local do Itesp, Pedro Lima, e o representante no Brasil da ONG Rete di Tecnici(Rete), Furio Massolino.

Ao final do evento foi realizada uma discussão em grupos com os participantes para avaliação da feira, encaminhamentos e sugestões. Os principais aspectos levantados foram: que deve ser ampliada para mais comunidades da região, que devem ser estabelecidas parcerias com as prefeituras locais para apoio aos feirantes, que a feira está proporcionando aumento no plantio de roças feito nas comunidades, e que é um importante meio de comercialização e divulgação da cultura quilombola.

O compromisso das comunidades quilombolas com a conservação e valorização das sementes e mudas tradicionais foi claramente reafirmado em todos os seus aspectos da Feira: do ponto de vista técnico, como algo de mais adaptado ao clima e às condições tecnológicas das comunidades; do ponto de vista econômico, com a valorização dos produtos locais, especialmente na culinária; e do ponto de vista político, promovendo a independência e segurança alimentar, afirmando o direito das comunidades de produzir, usar, melhorar, trocar e comercializar sementes livremente.

Por outro lado, os agricultores das comunidades poderão conservar e reproduzir essa grande riqueza representada pela agrobiodiversidade só se foram garantidas as condições para fazerem isso. Neste sentido, é fonte de grande preocupação a demora dos órgãos públicos no encaminhamento da questão do licenciamento para a abertura de roças para cultivo, matéria que necessita urgentemente de uma definição clara, consensual e estratégica.

FONTE: http://www.socioambiental.org

venerdì 5 giugno 2009

Le aree protette in aumento nel mondo

dai Manchetes socioambientais
La protezione delle aree ecologicamente importanti nel mondo è aumentata negli ultimi anni ed il Brasile ha un ruolo rilevante in questo avanzamento, secondo ricercatori statunitensi che hanno pubblicato un articolo sulla rivista "Biological Conservation".
Lo studio ha concluso che il 12,8% delle terre del pianeta è oggi protetta, almeno sulla carta. Nel 1985, la quantità era molto minore (3,48%). Gli scenziati affermano che "il 74% dell'area protetta dal 2003 è in Brasile". Adriana Ramos, di ISA (Instituto Socioambiental), sottolinea l'importanza che il paese realizzi le unità di conservazione create, ma con attenzione alla "pressione a cui sono sottomesse". "Non si può pensare alla sostenibilità mantenendo le aree di protezione conservate come isole, ma con un'azione totalmente predatoria subito al loro esterno", afferma.
FSP, 4/6, Ciência, p.A16.

venerdì 29 maggio 2009

Quilombolas do Vale do Ribeira discutem a aplicação da lei de proteção à Mata Atlântica


dal sito dell'Instituto socioambiental, nostro partner in Brasile
[28/05/2009 11:48]

Em 21 e 22 de maio, doze comunidades quilombolas do Vale do Ribeira participaram na cidade de Registro (SP) de seminário organizado pelo ISA para discutir as aplicações da Lei de Proteção à Mata Atlântica (Lei nº 11428 de 22/12/2006) e de seu Decreto Regulamentador (Decreto nº 6660, de 21/11/2008).

Com o objetivo de esclarecer as dúvidas das comunidades quilombolas sobre as novas regras trazidas por dispositivos legais em relação à Lei de Proteção da Mata Atlântica (Lei nº 11.448/2006 ) o seminário realizado em Registro, no Vale do Ribeira (SP), contou com a presença de representantes das comunidades Cangume, Porto Velho, Bombas, São Pedro, Galvão, Nhunguara, André Lopes, Pedro Cubas, Pedro Cubas de Cima, Poça e Abobral, de técnicos do ISA, de instituições com atuação local e dos órgãos públicos DEPRN – Departamento Estadual de Proteção de Recursos Naturais; Fundação Itesp – Fundação Instituto de Terras do Estado de São Paulo - e também com pesquisadores da USP e Instituto de Botânica.

Quilombolas debatem lei de proteção à Mata Atlântica em seminário.


O primeiro dia foi destinado a estudos da legislação e do conhecimento das reais necessidades das comunidades quilombolas. O advogado do ISA, Raul Silva Telles do Valle, apresentou às comunidades tradicionais a origem da lei da Mata Atlântica. Segundo ele, o Código Florestal Brasileiro, desde sua primeira versão datada de 1934 até a atual de 1965 (Lei nº 4771) não foi suficiente para conter as supressões da vegetação original da Mata Atlântica. A intensa ocupação urbana no leste do território nacional resultou em uma ampla fragmentação de suas formações vegetais reduzindo a 7% a cobertura florestal original do bioma. Com o objetivo de restabelecer e manter as formações florestais da Mata Atlântica é que se formulou a lei de proteção e uso do bioma, promulgada em dezembro de 2006.

Também foram abordados os principais aspectos legais que afetam diretamente o cotidiano das comunidades quilombolas, no que se refere ao corte e supressão das vegetações em razão de seus estágios de recuperação (de acordo com o que está estabelecido na lei); das implicações nas práticas agrícolas de pousio (roça de rodízio); da exploração eventual de espécies da flora nativa para uso próprio ou com propósito comercial; do enriquecimento da vegetação secundária por meio do plantio e semeadura de espécies nativas e das possibilidades de plantio e reflorestamento com espécies nativas com ou sem fins de comercialização.

Como parte das atividades, as comunidades se organizaram em grupos para realizar uma leitura mais orientada dos aspectos normativos e discutir três temas principais: a roça tradicional, o manejo de espécies nativas e de recursos florestais e a manutenção e recuperação florestal. No fim do dia, os grupos apresentaram, em reunião plenária, questionamentos e críticas às novas regras e prepararam um documento para orientar os trabalhos do dia seguinte.

Grupos trataram de três temas principais: roça tradicional, manejo de espécies natiuvas e recursos florestais e recuperação de áreas degradadas


Os debates no segundo dia foram coordenados por uma mesa composta pelos representantes das comunidades quilombolas Aurico de França Dias, de São Pedro e José de Paula França, de Nhunguara; por Renata Mendonça, representante do Departamento de Proteção dos Recursos Naturais da Secretaria de Meio Ambiente do Estado de São Paulo (DEPRN/SMA); por Marta Negrão, representante do Instituto de Terras do Estado de São Paulo (ITESP); pelo advogado do ISA, Raul Telles do Valle.

Licença de roça entre as principais demandas

As principais demandas das comunidades estavam relacionadas à obtenção de licença de roça e os limites físicos estabelecidos pela lei foram questionados, porque nem sempre são viáveis para o autosustento de cada família (a lei adota a unidade familiar sem distinção entre a quantidade de membros de cada família), bem como a proibição do uso de fogo para a roça de pousio, o que, segundo os quilombolas inviabiliza fazer a roça.

Roça na comunidade de Porto Velho


Outras demandas foram: necessidade de manejar espécies nativas tanto para consumo próprio quanto para geração de renda com foco no palmito juçara que atualmente consta da Lista Oficial de Espécies Ameaçadas de Extinção do MMA); necessidade de respeitar a exploração tradicional dos recursos florestais que não consistem em ameaça real ao bioma e o dever do poder público de apoiar as comunidades tradicionais na simplificação dos procedimentos formais impostos pela lei e na agilidade em licenciar suas práticas agrícolas e extrativistas.

Em contrapartida o DEPRN argumentou que tem centrado esforços para regularizar as licenças de roça que estavam há quase dois anos sem serem expedidas em razão da ausência de regulamentação da lei e esclareceu ainda que com base no Decreto regulamentador da lei (nº 6 660), o órgão está trabalhando em uma circular interna que detalhará os procedimentos de licenciamento para atividades agrícolas das comunidades tradicionais. Ficou acertado que o tema será levado pelas lideranças quilombolas ao Grupo Gestor de Quilombos do Itesp, para reativar a discussão trazendo outros atores para compor o grupo.

Por fim, como encaminhamento, o coordenador do Programa Vale do Ribeira do ISA, Nilto Tatto, solicitou que o DEPRN abra a discussão da circular interna sobre licenciamento de áreas para roça à participação das comunidades quilombolas do Vale do Ribeira, conforme estabelece a Convenção 169 da Organização Internacional do Trabalho, que assegura às populações tradicionais o conhecimento e participação em processos que tragam impactos às comunidades e aos seus direitos.

O resultado do seminário foi positivo já que debateu e esclareceu com as comunidades quilombolas do Vale do Ribeira as determinações referentes à Lei de Proteção da Mata Atlântica e possibilitou ainda conhecer as perspectivas que tem o poder público e a sociedade quanto à responsabilidade conjunta de preservar o bioma, com a justa aplicação da lei.


ISA, Raquel Pasinato.

mercoledì 20 maggio 2009

Dal Vale do Ribeira (Brasile)


Venerdì e sabato scorsi ho partecipato al laboratorio di "Planejamento e acoes para o uso e a conservacao do territorio do mosaico de unidades de conservacao do territorio do mosaico de unidades de conservacao de Juréia-Itatins".
Il parco di Juréia - Itantins esite dal 1986 e a breve dovrà rinnovare il suo piano di gestione, obiettivo del laboratorio è stato quello di proporre un piano che tenesse conto della volontà e della partecipazione della comunità che risiede nel territorio del parco.
Alle giornate hanno partecipato un gran numero di rappresentanti delle comunità residenti, ISA, la Fundacao Forestal, l'UNICAMP, esperti - fra gli altri - di vegetazione, fauna, turismo, legislazione e geoprocessamento.
I rappresentanti delle comunità riuniti in gruppi di lavoro hanno preso in considerazione diverse aree del territorio (una per ciascun gruppo) e insieme agli esperti che aiutavano a riflettere su ciò che era plausibile richiedere hanno diviso il terittorio in zone da sottoporre a differente regime di protezione (come è previsto dalla legge) e a esplicitare alcune richieste per la legittimazione dell'uso tradizionale che i residenti fanno del territorio.
Il mio compito era ridisegnare la mappa del territorio secondo la volontà del gruppo di lavoro. Il mio gruppo era ..come dire.. quantomeno "focoso" e ho ridisegnato quella mappa un gran numero di volte, c'è stata molta tensione ed emozione, con la signora Luz che vive lì da quando è nata e che non crede nello stato, nella legge e forse non crede neanche in questo tentativo di comunicazione tra lei e le istituzioni.
A detta dell'equipe di ISA il laboratorio è stato un successo, anch'io lo penso ma non ho idea di quanto sia vicino un accordo con il ministero dell'ambiente brasiliano a cui spetta la decisione finale.

Paola Colombo

venerdì 15 giugno 2007

ottime notizie

Ieri il Ministero ha approvato due nostri programmi presentati da tempo in cerca di un finanziamento: il progetto integrato a BREZA, in Bosnia (da cui scrivono Silvestro e Lisa), e il progetto a sostegno delle comunità quilombolas (originate dagli schiavi neri fuggiti nelle foreste in cerca di libertà) nel Vale do Ribeira, Stato di San Paolo, Brasile!