lunedì 18 febbraio 2013
Mali. Cronistoria di un anno a Bamako.
lunedì 28 gennaio 2013
Viaggio in Mali con Alberto Fascetto
giovedì 19 aprile 2012
Emergenza in Mali: il punto di vista di un cooperante
mercoledì 4 aprile 2012
Colpo di stato e ribellione tuareg in Mali
In seguito allo scoppio della ribellione tuareg nel nord del Mali, nella notte tra il 21 e il 22 marzo una parte dei militari ha occupato la televisione pubblica e alcuni edifici governativi, accerchiando il palazzo presidenziale e il ministero della difesa. Il motivo è il malcontento da parte delle forze militari verso il governo ed il presidente in merito alla “cattiva gestione degli eventi al nord” e quindi la cattiva gestione dell diritto alla democrazia. I militari accusano di avere scarso sostegno per fronteggiare i disordini al nord e quindi il governo di non saper gestire i dialoghi e gli accordi. La giunta afferma di voler restaurare a breve la costituzione, ma intanto gli aiuti internazionali sono stati bloccati e non si sa nulla delle elezioni previste.
I tuareg, forti delle armi riportate in Mali dalla Libia, hanno buon gioco a fronte della divisione dell’esercito, e dopo aver conquistato Timbuctu e Gao stanno allargando il loro controllo sull’Azawad, il vasto territorio desertico da loro rivendicato, e si dirigono verso Mopti. I tuareg fanno riferimento a varie organizzazioni, di cui la principale è la MNLA.
Inoltre è in corso una seria crisi alimentare.
A Bamako si trova un collaboratore nostro e di Terra Nuova, che sta supervisionando il nostro progetto, rientrato nella capitale a febbraio, con cui siamo in contatto perenne.
Le frontiere sono chiuse, la capitale è relativamente tranquilla, ma con frequenti blackout. La situazione è imprevedibile ed in continua evoluzione. Seguiteci per aggiornamenti costanti su https://twitter.com/#!/ReteOng
martedì 29 dicembre 2009
Il Nord Mali e le profezie auto-realizzate

28 dicembre 2009, Jean-Christophe Servant – Le Monde (estratto)
Nel 1995, Howard French, del New York Times diceva da Bamako: «I diplomatici parlano di questo paese isolato come di un bastione contro l’islam militante che si estende a partire dalle frontiere del nord con l’Algeria». Quindici anni dopo, la situazione è sempre più complessa e offuscata, come dimostra la scoperta a Tarkint della carcassa di un Boeing 727, verosimilmente latinoamericano e che avrebbe potuto trasportare cocaina ed armi ; il rapimento di Pierre Camatte a Menaka e poco dopo di tre membri spagnoli di Accio Solidaria. A maggio, dopo la liberazione di due diplomatici canadesi rapiti alla frontiera tra Mali e Niger, un altro ostaggio, il britannico Edwyn Dyer, è stato assassinato.
La complessità dei fattori geopolitici, umani ed economici di quest’area non permetterebbe che delle ipotesi. Ma i media occidentali previlegiano una sola spiegazione: la minaccia globale di Al-Qaida, incarnata in Sahel dall’AQMI (Al-Qaida nel Maghreb Islamico).
L’intensificazione dell’aiuto militari al Mali da parte degli USA di Barack Obama si appoggia su questa lettura: l’ultimo caso che attesta la crescente implicazione militare americana in Sahel. Il sottosegretario americano agli affari africani, M. Johnny Carson, ha dichiarato in proposito : «Il Mali è una delle democrazie più stabili d’Africa, ma i suoi sforzi per scongiurare l’insicurezza nel nord del paese sono gravemente ostacolati dalla povertà delle sue infrastrutture e dalla sua incapacità di fornire i servizi e le opportunità in materia di educazione alle zone più isolate.»
Niente prova tuttavia, che Al-Qaida nel Sahara sia davvero Al-Qaida. Leggendo le analisi dell’antropologo britannico Jeremy Keenan, ci si potrebbe perfino domandare se le potenze occidentali non abbiano contribuito, con l’appoggio dei servizi segreti algerini e maliani e di certi baroni del Nord Mali, a scrivere una profezia auto-realizzatrice.
Nel 2008 scriveva al riguardo: «Sono rari i luoghi al mondo altrettanto soggetti a disinformazione quanto il Nord Mali e la sua frontiera con l’Algeria. È vero che si tratta del punto focale dell’amministrazione Bush riguardo alla fabbricazione di un secondo fronte sahariano nella cosiddetta guerra al terrorismo.»
Prima sigla a comparire: il GSPC, gruppo salafita per la predicazione ed il combattimento, ribattezzato AQMI nel gennaio 2007. Primo Bin Laden saheliano: Amari Saïfi, El-Para, ex-ufficiale delle forze speciali algerine, ma addestrato dal 1994 al 1997 a Fort Bragg dai berretti verdi americani. El-Para non avrebbe mai smesso di lavorare per gli algerini, con il duplice obiettivo di permettere all’Algeria di stringere i legami con gli Stati Uniti nella guerra al terrorismo e di offrire a Washington l’occasione di rafforzare il controllo militare sul Sahel.
La nebulosa AQMI, alimentata da alcuni franchi tiratori islamici e contrabbandieri di sigarette, si sarebbe trasformata in un ibrido di gruppi attivi dalla Mauritania al Niger, permettendo alle potenze occidentali di dispiegare le proprie forze speciali sul corridoio sahariano, oggetto di avidità internazionali per le sue ricchezze in uranio (Niger), petrolio, gas e oro (Mali).
«La teoria del complotto che vede i servizi segreti algerini (DRS) dietro l’AQMI non è nuova, afferma Alain Rodier, ex-ufficiale direttore di ricerca su terrorismo e criminalità organizzata al CF2R francese. La mia opinione è che sia normale che i servizi algerini tentino di penetrare i movimenti islamici radicali al fine di combatterli. Non è normale invece che gestiscano la situazione pilotando dei gruppi estremisti. Molto spesso i loro agenti sono totalmente incontrollabili. Nel Sahel vagano varie bande. Le principali sono la «9° regione » dell’AQMI, diretto da Yahia Djouadi, e il gruppo di Mokhtar Belmokthar i cui obiettivi sembrano totalmente mirati al lucro. Queste due bande sono obbligate a negoziare con le tribù tuareg che solcano tradizionalmente il Sahel. È in questo quadro che bisogna capire la vendita di ostaggi rapiti nella regione. Persino la direzione di Al-Qaida in Pakistan ha riconosciuto a giugno 2009 che la situazione non è soddisfacente in Sahel. Evidentemente, agli occhi del nocciolo duro di Al-Qaida, l’apertura di un vero fronte saheliano tarda a venire. Come in passato, i traffici continueranno, forse con una crescita dei legami tra i narcos sudamericani e le bande locali.»
Fino a dicembre, nulla provava che l’inquietante intensificazione del narcotraffico in Africa occidentale, lungo la costa che va dalla Guinea Bissau alla Nigeria – si compisse con la complicità di criminali appartenenti all’AQMI. Grazie a due agenti della DEA americana, infiltrati come narcotrafficanti colombiani, tre maliani « autoproclamatisi » di Al-Qaida furono arrestati ed estradati, riconoscendo di fornire regolarmente carburante e cibo ai commandos di Al-Qaida nella regione di Gao.
Jeremy Keenan commenta : «Sospetto che gli Stati Uniti utilizzeranno questo stratagemma per allargare il loro discorso in Sahel e la profondità strategica sul continente. L’Algeria farà finta di considerarlo un problema specifico del Sahel di cui non ha alcuna responsabilità. E nazioni europee come la Francia e la Spagna useranno questo pretesto che protendere un po’ di più le mani, militarmente parlando, sul Sahel, e specialmente sulle zone minerarie del Nord Niger. Assisteremo a un processo di ricolonizzazione. I Tuareg potranno anche ribellarsi di nuovo, ma non subito: le tribù sono stanche e divise. Il Sahara non è mai stato così frequentato.»
venerdì 17 aprile 2009
cerchiamo un cooperante per il Mali
Località: Bandiagara (paese Dogon), regione di Mopti
Competenze richieste: esperienza di gestione di progetti, competenza in campo agricolo, lingua francese, preferibile precedente esperienza in Sahel
Tipo di inquadramento: cooperante capoprogetto MAE e rappresentante paese per RE.TE
Partenza prevista: 20 maggio.
per info e cv: Sabrina Marchi, 011-7707388, sabrina.marchi@reteong.org
domenica 19 ottobre 2008
TERRA MADRE
Modera: Piero Sardo, presidente Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus
Intervengono:
Carlo Petrini, presidente Slow Food
Mercedes Bresso, presidente Regione Piemonte
Giuseppe Morabito, direttore Generale Dags, Direzione generale per i Paesi dell’Africa Sub-Sahariana, Ministero Italiano degli Affari Esteri (MAE)
Marième Mint Dahoud, responsabile Presidio Slow Food della bottarga di muggine delle donne Imraguen, Mauritania
Mamadou Guindo, responsabile Presidio Slow Food somè Dogon, Mali
Orlando Freitas, responsabile Presidio Slow Food del caprino stagionato del Planalto di Bolona, Capo Verde
Haleka Alem Abreha, responsabile Presidio Slow Food del miele bianco di Wukro, Etiopia
Seck Madieng, giornalista e Convivium leader di Slow Food Lek Mégnef, Sénégal
ingresso libero.
sabato 10 maggio 2008
venerdì 9 maggio 2008
URGENTE: RICERCA PERSONALE
La persona dovrà rivestire un incarico di gestione di diversi progetti legati al settore agricolo. La missione avrà durata minima di 7 mesi.
È necessario inoltre che il candidato dimostri la sua disponibilità ad occuparsi della gestione dei progetti a lungo termine, quale coordinatore paese.
REQUISITI
Comprovata esperienza di lavoro con Ong, anche sulla contabilità progetti
Preferibile esperienza e studi nel settore di lavoro del progetto (agricoltura)
Ottima conoscenza dei principali programmi informatici
Disponibilità a operare nelle settimane precedenti la partenza presso la sede di Grugliasco (TO)
Conoscenza ottima del francese
Disponibilità a missione di lungo periodo
Disponibilità di partenza immediata (entro i primi di giugno).
Per candidarsi: inviare un cv aggiornato specificando nell'oggetto la posizione per cui ci si candida a: rete@arpnet.it
La raccolta dei cv terminerà il 20 maggio 2008.
Vorremmo poter rispondere a tutti coloro che si candideranno, ma non avremo la possibilità di farlo individualmente, per cui soltanto i candidati selezionati per il colloquio verranno avvisati, entro il 22 maggio.
sabato 1 marzo 2008
Delegazione di San Benigno in Mali
Nel mese di gennaio 2008, una grande delegazione di San Benigno, accompagnata dalla volontaria di RE.TE. Luisella e dalla cooperante Katia, hanno visitato il Mali e partecipato all'inaugurazione della scuola primaria di Konsogue Do, fortemente voluta dall'amministrazione; l'iniziativa è stata sostenuta dai cittadini di San Benigno, che hanno partecipato in diversi momenti alla raccolta fondi. oltre alla festa, l'occasione di conoscere un meraviglioso paese! Grazie a Maura, Alberto, Calogero, Marco, Mariella, Luisa (by Katia)
lunedì 24 settembre 2007
Alluvione a Bandiagara
Purtroppo le pioggie non sembrano mai amiche del Mali; gli anni scorsi, i coltivatori hanno sofferto la siccità. Quest'anno, le piogge violente hanno invece fatto molti danni nel Paese Dogon, tra cui la distruzione del ponte per Sevaré e Mopti, le città di riferimento, dei ponti tra i villaggi e molte piccole dighe utilizzate per le coltivazioni.
A causa della situazione sul posto, abbiamo rimandato il viaggio di turismo responsabile previsto per la fine di ottobre, e cercheremo nel frattempo di contribuire alla ricostruzione.
venerdì 6 luglio 2007
Alluvione in Mali
lunedì 30 aprile 2007
prossimi appuntamenti

Martedì 8 maggio
Katia Medeot a Rete (via di Vittorio 11 a Grugliasco, TO) parlerà di Mali, Burkina Faso e Marocco e dei nostri progetti in corso in quei paesi in seguito alla sua lunga missione sul posto. sarà presente anche un rappresentante dell'associazione italo-maliana. alle 17.30, segue aperitivo.
Domenica 13 maggio
Saremo presenti all’iniziativa CASCINE APERTE di Grugliasco, per tutto il giorno, alla Cascina CASCINOTTO in Strada Antica di Grugliasco 90.
Venerdì 25 maggio
Abbiamo organizzato, nell’ambito di “Maggio, mese della cooperazione”, un convegno sulla FORMAZIONE PROFESSIONALE: Ore 14.30, Provincia di Torino.
Parleranno:
Aurora Tesio Assessore Pari opportunità e Relazioni Internazionali
Nino Casciaro RE.TE. ONG
Franco Ruo Roch RE.TE. ONG
Nicola Covella RE.TE. ONG
Ugo Tinuzzo Dirigente Scolastico I.I.S. G. Ferraris, Settimo T.se.
Corrado Borsetti Comune di Torino
Franco Zabaldano CISL
Mara Cecchetti CGIL
Sergio Salvatore Ordinario di Psicologia Dinamica, Università di Lecce.
LINK: http://www.ongpiemonte.it/maggio.htm