giovedì 14 giugno 2007

Fiori


Venerdì 20 aprile 2007

L’altra settimana Irfan ha avuto un’idea, di quelle geniali per la loro semplice ovvietà. Avevamo coinvolto un paio di giovani del Desnek per vedere cosa si poteva combinare con i bambini, e per proporre un programma di gite.

Il Desnek sarebbe rivolto a giovani dai 16 ai 30 anni, ma la sua sala computer é affollata di bambini. Aspettano che i computer siano liberi per giocare ai videogiochi. Oppure aspettano di avere il mezzo marco per pagarsi mezz’ora di computer, e intanto guardano gli altri, ficcano il naso mentre leggiamo la posta o parliamo via skype, corrono qua e là. A volte si fanno troppo “animati, e vengono cacciati malamente dal responsabile della sala computer.



Qualcuno é più “teppistello” di altri e a volte cerca di venderci oggetti di qualunque tipo, di provenienza quantomeno sospetta. Questa situazione di “sbando” ci piace poco, soprattutto considerato che molti giovani del centro hanno energie e tempo libero. Così l’altra settimana ci trovavamo in “cancelarija”, ufficio, con Irfan ed Edin, a parlottare di cosa si può fare. Qualcuno mi chiede 1 Dzenan Irfan chi finanzierà: é una domanda abbastanza frequente. Sembra che per qualunque cosa servano soldi, anche per tirarsi dietro quattro ragazzini. Rispondo seccamente che non servono. La domanda non é del tutto ingiustificata in un paese dove il volontariato non é molto diffuso: un pò non c’é la cultura di fare qualcosa per gli altri senza soldi, un pò la gente deve prima portare a casa la pagnotta. Irfan propone di risistemare i vasi di fiori davanti al Desnek. Perfetto: poco costoso, semplice da organizzare e realizzare, vario, perché bisogna andare a prendere la terra, riempire i vasi, zappare e piantare, ma soprattutto remunerativo, perché alla fine si vede e si apprezza il frutto del proprio lavoro.
Domenica mattina arriviamo puntuali, ma i bambini sono già al lavoro. Alla squadra si é aggiunto Dzenan, personaggione forte e atletico (olimpiadi, giochi del mediterraneo, mondiali ...), zappa come una macchina. Ride e scherza sempre, e i bambini lo adorano.
Mi metto al lavoro, ma per ogni cosa che cerco di fare un ragazzino mi strappa di mano gli attrezzi. “jacciu, jacciu”, “faccio io, faccio io”. Ripiego sulla documentazione. Fotografo tutto. Con la macchina digitale non c’é più ritegno. Zappiamo in profondità, poi partono varie spedizioni a prendere la terra, si mischia la terra, si bagna. Al momento di mettere i fiori fa troppo caldo, diciamo ai bimbi di tornare più tardi. Finito il corso di italiano (di cui siamo i temutissimi professori) ci ritroviamo. Fatichiamo a frenare i bambini, e a imporre un ordine estetico dei fiori. Cinque o sei persone lì per caso si prodigano in consigli, come se i fiori fossero il loro mestiere. Ne emergono varie scuole di pensiero. Prevale quella di un ubriacone, esagerato ma innocuo. Vuol fare tutto lui. I bambini ridono, riusciamo più o meno a limitarlo.
I fiori sono piantati. Ora vedremo se resistono al sole, ai temporali, a mani misteriose che strappano o rubano, alla spazzatura lasciata nelle aiuole. Riceviamo i complimenti del presidente, e di alcune signore al balcone. Regaliamo ai bambini mezz’ora di computer gratis, e loro si gettano subito all’arrembaggio.

Silvestro e Lisa

http://www.cooperativaisola.org/blog2006

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