buone feste
venerdì 21 dicembre 2012
martedì 18 dicembre 2012
Django Sissoko nominato il nuovo Primo
Ministro Maliano
Il President ad interim Maliano Diouncounda Traore ha
nominato un nuovo Primo Ministro, meno di 24ore dopo che il suo predecessore è
stato costretto dai militari a dimettersi.
Django Sissoko, un funzionario della presidenza, è stato
nominato per succedere a Cheick Modibo Diarra, che è stato condannato agli
arresti domiciliari dopo le sue dimissioni.
La nomina è stata annunciata alla televisione di stato .
Il ruolo dei militari, in queste dimissioni forzate di Cheick
Modibo Diarra, è stato condannato da parte dell’ONU e di molti altri paesi.
Ma il Capitano Amadou Sanogo, che ha condotto il colpo di
stato in Marzo, ha detto che Cheick Modibo non è stato obbligato a lasciare il
suo posto di primo ministro ma che i militari i avevano solo facilitato le sue
dimissioni.
E’ dall’inizio dell’anno che il Mali è in una profonda
crisi. Gli integralisti islamici e i ribelli Tuareg hanno presso il nord del
Mali ed inoltre i militari arrabbiati
hanno organizzato un colpo di stato dopo che il governo civile non è stato in
grado di riprendere il controllo di
tutto il paese.
L’ONU ha minacciato di imporre sanzioni a seguito dell’arresto di lunedì e il
Consiglio di Sicurezza ha dichiarato di esser pronto a prendere le “misure appropriate
” contro quelli che sono responsabili dell’instabilità del Mali.
Il segretario Generale dell’ONU Ban Ki-Moon ha detto di
esser “preoccupato” delle recente novità
ma sottolineando gli sforzi nazionali e
internazionali per risolvere la crisi politica Maliana.
Gli Stati Uniti hanno sottolineato il fatto che il ritorno dei militari nella politica maliana
è come un passo indietro della democrazia e L’ente regionale ha anche
condannato l’azione.
Il testo è dalla BBC
mercoledì 12 dicembre 2012
Il Primo Ministro Maliano
Cheick Modibo Diarra
si dimette dopo l’arresto militare
Il Primo Ministro del Mali ha annunciato le sue dimissioni sulla televisione statale,
dopo che è stato arrestato dai soldati che hanno condotto il colpo di stato a marzo.
Cheick
Modibo Diarra è stato arrestato lunedì a casa sua nella capitale Bamako,
presumibilmente su ordine del leader del colpo di stato, il capitano Ahmadou Sanogo
Il primo
ministro avrebbe dovuto partire per la Francia
Modibo Diarra
è stato nominato il primo ministro di un governo ad interim ad aprile, dopo che
i militare hanno ufficialmente lasciato il potere ai civili.
Il sessantenne
astrofisico aveva sostenuto i piani per l’invio di una forza d’intervento
dell’Africa Occidentale nel nord del mali, occupato dagli integralisti islamici
e i ribelli tuareg dopo il colpo di stato militare di marzo. Ma le tensioni tra
i soldati che hanno condotto il colpo di stato e il primo ministro civile che
avevano dovuto nominare nelle ultime settimane erano cresciute.
La maggiore
parte dei soldati maliani sono contro l’intervento militare straniero, affermando
di avere bisogno solamente di sostegno finanziario e logistico.
Il portavoce
dell’esercito maliano Bakary Mariko ha dichiarato alla BBC che il primo
ministro era sospettato di aver tentato di mettere in pericolo il dialogo
politico per una transizione verso la democrazia.
Ha aggiunto
che “otto mesi fa il primo ministro ha ricevuto la missione di aiutare il mali a
recuperare la sua integrità territoriale, ma invece ha operato per rimanere al
potere indefinitamente”
Il portavoce
ha aggiunto che Diarra sarà detenuto fino alla nomina di un nuovo primo
ministro.
“Speranza per la Pace”
Nel suo
messaggio alla televisione nazionale maliana ORTM Modibo Diarra non ha dato
alcuna spiegazione sulle sue dimissioni.
“uomini e
donne che sono preoccupati del futuro della nazione, state sperando la pace. E
per questo motivo che io, Cheick Modibo Diarra, mi sto dimettendo con il mio
intero governo.”
Il portavoce
ha dichiarato alla BBC che il primo ministro stava per lasciare il paese per la
Francia per un check-up medico. Non si sa se avesse cercato di fuggire.
La capitale
Bamako la mattina di martedì era tranquilla. Un giornalista ha dichiarato alla BBC
che le persone stavano andavano a lavorare e forse non avevano ancora saputo la
notizia.”
Il testo è dalla BBC.
martedì 20 novembre 2012
L’Unione
Europea
approva una
missione di formazione
per il Mali.
I ministeri
degli esteri e della difesa dei cinque paesi dell’UE hanno sostenuto una
proposta d’una missione Europea di addestramento per l’ esercito Maliano che sta combattendo contro le forze armate islamiste.
Germania,
Italia, Spagna, Polonia e Francia hanno firmato a Parigi una dichiarazione comune approvando il piano per il Mali.
I paesi
dell’Africa Occidentali intendono inviare un contingente militare per
riprendere il controllo del nord del
Mali ora in mano agli integralisti
islamici collegati all’Al-Qaeda.
Il capo
dell’esercito Nigeriano ha dichiarato alla BBC che i soldati arriveranno nel
Mali poche settimane dopo l’approvazione
da parte delle Nazioni Unite.
La proposta di
intervento deve essere mandata al
consiglio della sicurezza dell’ONU per
approvazione entro la fine dell’anno.
L’Unione
Africana ha già approvato il piano di
invio di un contingente di 3,300 soldati
sotto la bandiera della Comunità Economica dei paesi dell’Africa Occidentale (CEDEAO).
Nel mese di
Marzo I gruppi Islamisti e I ribelli Tuareg hanno preso il controllo del Nord del
Mali dopo la caduta di Presidente maliano Ahmadou Toumani Toure.
In seguito
le relazioni fra di loro sono diventate
più tese ed ora, gli islamisti
controllano le città più importanti nel Nord, imponendo la legge Islamica più severa.
L’ONU ha
avvertito la comunità internazionale che I combattenti islamisti stanno imponendo una
versione cruenta della legge islamica nelle zone sotto i loro controllo. Il
matrimonio forzato, la prostituzione forzata e lo stupro ora sono sempre più diffusi.
Tre dei
paesi che hanno partecipato nella riunione di Parigi (Germania, Francia,
Polonia) , sono membri di un gruppo chi si chiama Weimar Triangle, creato nel 1991 , per favorire i loro rapporti.
Durante le
loro discussioni di giovedì15 Novembre è stato
approvata la decisione del Consiglio degli Affari Esteri dell’UE del 15
Ottobre che sancisce che l’UE è “determinata
a aiutare il Mali a essere di nuovo uno stato di diritto e a ristabilire un governo pienamente sovrano e
democratico”.
Nella stessa
occasione, il Consiglio ha ordinato che sia messo in atto un piano di una
eventuale operazione militare dell’EU che avrebbe come missione la
riorganizzazione e l’addestramento dell’esercito della difesa Maliana.
Il Consiglio
ha stabilito che l’operazione dovrebbe tenere “conto che le condizioni per il successo di questo genere di
missione,includono il pieno sostegno dell’autorità Maliana e la
definizione di una strategia di uscita” .
Il Ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ha detto ai giornalisti giovedì
che “Gli Europei possono offrire il
proprio aiuto ma che ci vorranno tempo e
mezzi”,
Il capo
dell’esercito Nigeriano Admiral Ola
Ibrahim ha dichiarato alla BBC, che una volta che il Consiglio della Sicurezza
dell’ONU abbia dato il via libera per un
intervento militare, il suo esercito i arriverà sul terreno di battaglia entro
una o due settimane.
Ha
sottolineato inoltre che almeno 1000
soldati Nigeriani del contingente delle CEDEAO sono pronti a partire.
Aggiungendo
che ha concordato che l’esercito Maliano farà praticamente quasi tutto il
lavoro per proteggere il loro paese.
Adm. Ibrahim
ha ipotizzato che l’intervento militare ha la possibilità di scacciare gli
islamisti di là delle frontiere, ma ha aggiunto che questo intervento valga la
pena in quanto sono una minaccia alla pace e alla sicurezza della
regione.
Il testo è
della BBC e la traduzione è stata fatta
da Mariale- Colette MEFFIRE
martedì 13 novembre 2012
Gli integralisti Islamici Maliani
Ansar Dine in discussione
di un
accordo umanitario
Uno
dei gruppi islamici nel nord di Mali ha accettato di lasciare entrare nel suo territorio dei
gruppi di aiuto umanitari.
L’annuncio
di Ansar Dine è stato fatto dopo le discussioni con il mediatore regionale, il
presidente del Burkina Faso, Blaise Compaore.
I
combattenti hanno anche accettato di impegnarsi nelle negoziazioni di pace con
il governo Maliano e di rispettare il cessate il fuoco.
Il
mese scorso, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aveva adottato una
risoluzione che permetteva l’invio di un contingente militare africano al fine
di fermare l’occupazione del nord di Mali, sotto il controllo degli islamici.
Pochi
gruppi d'aiuto umanitario umanitari hanno potuto raggiungere la grande regione
deserta nel nord del Mali, dopo che Ansar Dine e i suoi alleati avevano
approfittato del caos provocato dal colpo di stato militare di Marzo scorso.
I
militari avevano provato a sedare una ribellione Tuareg iniziata ancor prima a
Gennaio, ma dopo il colpo di stato i ribelli erano riusciti immediatamente a
riprendere il controllo delle maggiori città della regione.
Gli
islamici, legati al gruppo terrorista di Al-Quaeda, hanno progressivamente
spodestato i gruppi Tuareg e consolidato il loro potere, introducendo una
severa legge islamica.
Ansare
Dine è stato ampiamente condannato per aver distrutto gli antichi santuari
musulmani di Patrimonio Mondiale dell'Umanità, nella città di Timbuktu, con la
scusa che quei santuari, venerati da seguaci della moderata setta dei Sufi,
promuovessero idolatria, contraria alle regole islamiche.
‘Tornate a casa’
Decine
di migliaia di persone sono scappate quest’anno e molte di loro si sono
rifugiate nel vicino Burkina Faso.
Secondo
il Comitato Internazionale della Croce Rossa, i prezzi degli alimentari nei
negozi sono molto alti per coloro che sono rimasti nel nord di Mali e i servizi
sanitari e la fornitura dell’acqua
portabile sono stati indeboliti e drasticamente ridotti a causa della crisi.
Mathieu
Bonkoungou il corrispondente della BBC nella capitale Burkinabe, Ouagadougou,
ha raccontato che i rappresentati di Ansar Dine hanno dichiarato, dopo
l’incontro con il Presidente Compaore, che dovrebbero lasciare libero il
passaggio per coloro che possono fornire aiuto umanitario all'interno del loro
territorio.
La
dichiarazione, ha sottolineato Ansar Dine, dovrebbe esortare gli altri gruppi
armati islamici a iniziare le negoziazioni di pace con i responsabili in
Bamako.
Pochi
mesi fa, c'è un grande impulso internazionale per riportare la stabilità in
Mali.
Il
gruppo regionale della CEDEAO, ha condotto le mediazioni che si sono concluse
con la formazione di un governo di coalizione ad agosto a Bamako.
L’articolo
è dalla BBC e la traduzione è stata fatta da Mariale-Colette MEFFIRE
lunedì 29 ottobre 2012
Crisi
Maliana:
“Combattenti stranieri
aiutano gli islamici”.
“Combattenti stranieri
aiutano gli islamici”.
Combattenti stranieri sono arrivati in una città del
nord del Mali: il sindaco esiliato della città di Gao, ha confermato alla BBC
le informazioni circa l’afflusso di jihadisti verso il nord.
Sadou Diallo ha detto che sono tra i 60 e i 100 gli
Algerini e i Sahrawi che sono arrivati in città quattro o cinque giorni fa.
Un residente di Timbuctu lunedì ha raccontato
all’agenzia informativa AFP che durante il fine settimana erano arrivati integralisti
islamici sudanesi.
Dopo che gli integralisti si sono impossessati del
nord del paese, all’inizio di quest’anno, sono stati preparati piani per
l’intervento militare nell’area.
"Se non si intervenisse vi sarebbe una reale minaccia di nuovi attacchi in Africa, probabilmente in Europa, in medio Oriente e oltre”.
"Se non si intervenisse vi sarebbe una reale minaccia di nuovi attacchi in Africa, probabilmente in Europa, in medio Oriente e oltre”.
Due settimane fa, il Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Uniti ha dato al blocco Regionale CEDEAO 45 giorni per redigere un
piano includendo la loro decisione di inviare un contingente di 3.000 uomini
nella grande regione desertica.
I gruppi Islamici e i ribelli Tuareg hanno preso
controllo del Nord del Mali dopo il colpo di stato di Marzo.
La giunta ha preso il potere, accusando il governo di
aver fallito nel sedare la ribellione Tuareg, iniziata a Gennaio. I gruppi
islamici, approfittando della confusione hanno preso le principali città della
regione, tra cui la città storica di Timbuctu.
Gli integralisti islamici, in disaccordo con i loro
alleati Tuareg, hanno imposto una interpretazione cruenta della Sharia nelle
zone sotto controllo. Arrivano infatti notizie di persone lapidate e persone a
cui sono stati amputati gli arti.
“Studenti
coranici reclutati”
Diallo ha raccontato, durante la trasmissione” Focus
sull’Africa” della BBC che combattenti stranieri, muniti di armi leggere, sono
arrivati in Gao su 93 camion.
“Sono stati
identificati soprattutto come abitanti del Sahara Occidentale e dell’Algeria.
Sembrano essere istruttori: portano con sé infatti armi leggere, non pesanti”
ha detto Diallo, aggiungendo che qualcuno tra i combattenti arriva anche dal
Sudan.
“Non vivono in
città, arrivano durante il giorno, non fanno male alla popolazione, svolgono le
loro attività e ripartono in serata”.
Diallo, sindaco eletto di Gao, stava parlando dalla
capitale Bamako. Ha aggiunto che il gruppo islamico che ha il controllo della
città, “il Movimento d’Unità per la Jihad in Africa Occidentale” (MUJAO), ha
reclutato 200 studenti nelle scuole coraniche locali.
Inoltre, Diallo ha sottolineato che “C’è una setta
radicale musulmana nei villaggi circostanti e tutti i giovani delle scuole
coraniche della zona hanno raggiunto il gruppo MUJAO, non perché siano
d’accordo con loro, ma per la disperazione di sette mesi di sofferenza e
disoccupazione: non ce la facevano più”.
Ha detto poi che il MUJAO li pagava tra i $300 e i
$400 al mese.
L’articolo è dalla BBC e la tradizione è stata fatta da
Mariale Colette MEFFIRE
mercoledì 17 ottobre 2012
mercoledì 10 ottobre 2012
giovedì 27 settembre 2012
“La trappola”: l'odissea dell'emigrazione, il respingimento, la rinascita
CLARISTE SOH MOUBE INCONTRA GLI STUDENTI
DELL'IIS GALILEO FERRARIS DI SETTIMO TORINESE
In arrivo dal Mali Clariste Soh Moube,
autrice del libro La trappola e giovane voce dell'altermondialismo africano
Una giovane donna, africana, calciatrice. Un sogno, l'Europa, che chiama
Mbeng. Il racconto di un viaggio che è una vita – settemila chilometri
in otto anni. Un percorso lungo e tortuoso nel tempo e nello spazio, aggrappata
al football per avvicinare l’Europa. La storia di un inganno, di un sogno – la
fortezza Mbeng – che è illusione. E la narrazione di una rinascita, ritornando
all’Africa.
E' la sintesi del libro-testimonianza La Trappola, scritto dalla
camerunese Clariste Soh Moube nel 2009 e di recente pubblicato in Italia da
Infinito edizioni con le prefazioni di Aminata Traoré, Dagmawi Yimer e Giulio
Cederna.
Dalla fine della sua odissea Clariste vive a Bamako, in Mali, dove a
fianco di Aminata Traorè – una delle grandi voci dell'altermondialismo africano
- lavora come assistente ricercatrice presso il Centro Amadou Hampaté Ba.
In Italia in questi giorni per un tour di presentazioni del libro che
la porterà anche a Ferrara ospite del Festival d'Internazionale, Clariste
consentirà anche di inquadrare l'attuale situazione e le prospettive del Mali,
suo paese d'adozione, dopo il colpo di stato di marzo e la successiva divisione
tra il sud del paese e il nord in mano ai gruppi jihadisti Aqmi (Al Qaida nel
Maghreb Islamico) e Ansar Dine (Difensori della Fede).
Tra le numerose iniziative organizzate in diverse località italiane in
collaborazione con le associazioni Il Mondo nella Città di Schio, Cuamm
Piemonte e Apertamente di Biella, patrocinatrici del libro, e Infinito
Edizioni,
Clariste
sarà a Torino 3 ottobre 2012 per incontrare dalle 11.00 alle 13.00 gli studenti
dell'Istituto Istruzione Superiore Tecnico e Professionale "Galileo Ferraris"
di Settimo Torinese (TO), presso la Sala Levi della Biblioteca Archimede
(Piazza Campidoglio, 50 – Settimo Torinese) che in collaborazione con l'Ong
RETE stanno partecipando al progetto promosso dal Consorzio Ong Piemontesi e
intitolato "DIARI DI VIAGGIO - Educare ad una cittadinanza mondiale
condividendo a scuola le esperienze di migrazione" cofinanziato
dall'Unione Europea e dal Ministero dell'Interno nell'ambito del Fondo Europeo per
l’Integrazione di cittadini di Paesi terzi 2011 .
Nella
serata della stessa giornata, in collaborazione con il Museo Nazionale del
Cinema di Torino e con il Consorzio Ong Piemontesi, Clariste presenterà il suo
libro alle ore 20.30 presso la Bibliomediateca “Mario Gromo” in Via Matilde
Serao 8/A a Torino.
Seguirà
dibattito e visione del film Aspettando la felicità regia di Abderrahmane
Sissako, Francia/Mauritania, 95’, col.
lunedì 24 settembre 2012
Mali : Un accordo tra Bamako e la CEDEAO sull’invio
d’un contingente militare africano.
Il Mali e la Comunità Economica
dei paesi dell’Africa Occidentale ( CEDEAO) domenica hanno finalmente trovato un accordo sulle condizioni d’invio d’un
contingente militare africano in vista di un’eventuale operazione volta a riconquistare il Nord, da sei mesi sotto il
controllo degli islamici.
“Dovremmo apprezzare quest’accordo, ottenuto con i
nostri fratelli maliani. Possiamo finalmente dire che il Mali e la CEDEAO sono d’accordo a operazioni militari sul territorio maliano” ha
dichiarato il rappresentante della Comunità Economica dell’Africa Occidentale, l’ivoriano
Paul Koffi Koffi.
Per concludere quest’accordo è
attesa in Bamako una delegazione della CEDEAO nei prossimi giorni, come
annunciato all’AFP (Agence FRance-Presse) dai Ministri della Difesa del Mali e
della Costa d’Avorio, dopo un incontro con il presidente ad interim del Mali,
Dioncounda Traoré.
I dettagli di quest’accordo
non sono ancora disponibili ma almeno un elemento essenziale è stato chiarito: se gli eserciti della CEDEAO interverranno
in Mali, la loro sede sarà ‘naturalmente’ in Bamako, ha preciso il ministro
maliano della Difesa, Yamoussa Camara.
‘Quando si parla di truppe , si intende truppe
della CEDEAO e non di stranieri. E su
questo, il Mali è d’accordo”, ha aggiunto Koffi Koffi , venuto d’Abidjan a Bamako
con il Ministro Ivoriano dell’Integrazione Africana, Ally Coulibaly.
Al l’inizio di settembre,
Dioncounda Traoré aveva ufficialmente chiesto aiuto alla CEDEAO, accorgendosi
che il Mali non era in grado di riconquistare da solo i due terzi di suo
territorio occupato dai gruppi armati islamici collegati ad’Al-Qeada magrebina
(Aqmi)
Ma la CEDEAO, irritata da
alcune richieste maliane, aveva chiesto a Bamako di rivedere la sua posizione.
Il presidente maliano si era
apertamente opposto all’invio dei truppe armate e pronte a combattere nella
sola Bamako.
‘Qualsiasi forza militare inviata ha bisogno di
una base’, ha commentato Koffi Koffi, aggiungendo che fosse di comune accordo.
Sabato ad Abijan, Yamoussa
Camara ha incontrato il presidente Alassane Quattara, a capo dell’esercito della CEDEAO.
Il ministro maliano aveva assicurato
che l’invio di truppe dell’Africa Occidentale a Bamako era possibile a
condizione che fosse eseguito con discrezione per non scioccare la popolazione.
Il contingente dell’Africa
Occidentale potrà installarsi nella capitale maliana ma non avrà il compito di
assicurare la sicurezza delle istituzioni del governo ad interim.
Un accordo da “rendere lindo”
‘Bisognerebbe armonizzare le posizioni. Tale
visita veloce è stata utile”, ha dichiarato all’AFP una fonte vicina al governo
maliano. Secondo quest’ultima, una delegazione della CEDEAO è attesa nei
prossimi giorni a Bamako per mettere insieme tutto quello che è stato accettato
dalle varie parti.
La CEDEAO che da mesi prepara l’invio di 3.300 soldati in
Mali, aspettava di avere un accordo con Bamako per inviare all’Unione Africana un progetto risolutivo della situazione, che
dovrà essere esaminato anche dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Uniti.
A seguito del colpo di stato
militare del 22 Marzo, che a causato la caduta del presidente Amadou Toumani Touré, il nord del
Mali è da aprile sotto il controllo dei fondamentalisti islamici, che con le
armi impongono alla popolazione la loro interpretazione della legge islamica “shar’ia”.
Venerdì il Consiglio di Sicurezza
dell’ONU ha espresso la sua profonda
preoccupazione sulla violazione dei diritti
umani che i fondamentalisti islamici stanno commettendo nel Nord del paese,
dove aumentano le brutalità, dall’esecuzione
tramite lapidazione di una coppia non sposata, alle amputazioni di sospettati
per furto.
Nel suo messaggio alla
popolazione, il presidente maliano aveva auspicato la liberazione del Nord ‘ o
attraverso la negoziazione o con la forza’.
Il presidente Diouncounda aveva chiesto ai gruppi armati di
iniziare delle ‘negoziazioni chiare’, senza tralasciare che ci si sta
preparando alla guerra in cui si è disposti a incorrere se non vi sono altre
alternative”.
L’articolo è di Serge DANIEL dell’AFP e la traduzione in Italiana è stata
fatta da Mariale –Colette MEFFIRE
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