martedì 18 dicembre 2012


Django Sissoko nominato il nuovo Primo Ministro Maliano







Il President ad interim Maliano Diouncounda Traore ha nominato un nuovo Primo Ministro, meno di 24ore dopo che il suo predecessore è stato costretto dai militari a dimettersi.
Django Sissoko, un funzionario della presidenza, è stato nominato per succedere a Cheick Modibo Diarra, che è stato condannato agli arresti domiciliari dopo le sue dimissioni.
La nomina è stata annunciata alla televisione di stato .
Il ruolo dei militari, in queste dimissioni forzate di Cheick Modibo Diarra, è stato condannato da parte dell’ONU e di molti altri paesi.
Ma il Capitano Amadou Sanogo, che ha condotto il colpo di stato in Marzo, ha detto che Cheick Modibo non è stato obbligato a lasciare il suo posto di primo ministro ma che i militari i avevano solo facilitato le sue dimissioni.
E’ dall’inizio dell’anno che il Mali è in una profonda crisi. Gli integralisti islamici e i ribelli Tuareg hanno presso il nord del Mali ed inoltre i militari  arrabbiati hanno organizzato un colpo di stato dopo che il governo civile non è stato in grado di  riprendere il controllo di tutto il paese.
L’ONU ha minacciato di imporre sanzioni  a seguito dell’arresto di lunedì e il Consiglio di Sicurezza ha dichiarato di esser pronto a prendere le “misure appropriate ” contro quelli che sono responsabili dell’instabilità del Mali.
Il segretario Generale dell’ONU Ban Ki-Moon ha detto di esser “preoccupato”  delle recente novità ma sottolineando  gli sforzi nazionali e internazionali per risolvere la crisi politica Maliana.
Gli Stati Uniti hanno sottolineato il fatto che  il ritorno dei militari nella politica maliana è come un passo indietro della democrazia e L’ente regionale ha anche condannato l’azione.
Il testo è dalla BBC

mercoledì 12 dicembre 2012


Il Primo Ministro Maliano
Cheick Modibo Diarra
 si  dimette dopo l’arresto militare


Il Primo Ministro del Mali ha annunciato le sue dimissioni sulla televisione statale, dopo che è stato arrestato dai soldati che hanno condotto il colpo di stato a marzo.
Cheick Modibo Diarra è stato arrestato lunedì a casa sua nella capitale Bamako, presumibilmente su ordine del leader del colpo di stato, il capitano Ahmadou Sanogo
Il primo ministro avrebbe dovuto partire per la Francia
Modibo Diarra è stato nominato il primo ministro di un governo ad interim ad aprile, dopo che i militare hanno ufficialmente lasciato il potere ai civili.
Il sessantenne astrofisico aveva sostenuto i piani per l’invio di una forza d’intervento dell’Africa Occidentale nel nord del mali, occupato dagli integralisti islamici e i ribelli tuareg dopo il colpo di stato militare di marzo. Ma le tensioni tra i soldati che hanno condotto il colpo di stato e il primo ministro civile che avevano dovuto nominare nelle ultime settimane erano cresciute.
La maggiore parte dei soldati maliani sono contro l’intervento militare straniero, affermando di avere bisogno solamente di sostegno finanziario e logistico.
Il portavoce dell’esercito maliano Bakary Mariko ha dichiarato alla BBC che il primo ministro era sospettato di aver tentato di mettere in pericolo il dialogo politico per una transizione verso la democrazia.
Ha aggiunto che “otto mesi fa il primo ministro ha ricevuto la missione di aiutare il mali a recuperare la sua integrità territoriale, ma invece ha operato per rimanere al potere indefinitamente”
Il portavoce ha aggiunto che Diarra sarà detenuto fino alla nomina di un nuovo primo ministro.
 “Speranza per la Pace”

Nel suo messaggio alla televisione nazionale maliana ORTM Modibo Diarra non ha dato alcuna spiegazione sulle sue dimissioni.
“uomini e donne che sono preoccupati del futuro della nazione, state sperando la pace. E per questo motivo che io, Cheick Modibo Diarra, mi sto dimettendo con il mio intero governo.”
Il portavoce ha dichiarato alla BBC che il primo ministro stava per lasciare il paese per la Francia per un check-up medico. Non si sa se avesse cercato di fuggire.
La capitale Bamako la mattina di martedì era tranquilla. Un giornalista ha dichiarato alla BBC che le persone stavano andavano a lavorare e forse non avevano ancora saputo la notizia.”
Il testo è dalla BBC.

martedì 20 novembre 2012


L’Unione Europea  
approva  una 
missione di formazione
per il Mali.

I ministeri degli esteri e della difesa dei cinque paesi dell’UE hanno sostenuto una proposta d’una missione Europea di addestramento per l’  esercito Maliano che sta combattendo contro  le forze armate  islamiste.
Germania, Italia, Spagna, Polonia e Francia hanno firmato a Parigi  una dichiarazione comune  approvando il piano per il Mali.
I paesi dell’Africa Occidentali intendono inviare un contingente militare per riprendere il controllo del  nord del Mali ora in mano agli  integralisti islamici  collegati all’Al-Qaeda.
Il capo dell’esercito Nigeriano ha dichiarato  alla BBC che i soldati arriveranno nel Mali  poche settimane dopo l’approvazione da parte delle Nazioni Unite.
La proposta di intervento deve  essere mandata al consiglio della sicurezza dell’ONU  per approvazione entro la fine dell’anno.
L’Unione Africana ha già approvato il  piano di invio di  un contingente di 3,300 soldati sotto la bandiera della Comunità Economica dei paesi dell’Africa Occidentale (CEDEAO).
Nel mese di Marzo I gruppi Islamisti e I ribelli Tuareg hanno preso il controllo del Nord del Mali dopo la caduta di Presidente maliano  Ahmadou Toumani Toure.
In seguito le relazioni fra di loro  sono diventate più tese ed  ora, gli islamisti controllano le città più importanti nel Nord, imponendo la legge Islamica più severa.
L’ONU ha avvertito la comunità internazionale che  I combattenti islamisti stanno imponendo una versione cruenta della legge islamica nelle zone sotto i loro controllo. Il matrimonio forzato, la prostituzione forzata e lo stupro ora sono  sempre più diffusi.
Tre dei paesi che hanno partecipato nella riunione di Parigi (Germania, Francia, Polonia) , sono membri di un gruppo chi si chiama Weimar Triangle,  creato nel 1991 , per favorire i loro  rapporti.
Durante le loro discussioni di giovedì15 Novembre è stato  approvata la decisione del  Consiglio degli Affari Esteri dell’UE del 15 Ottobre che sancisce  che l’UE è “determinata a aiutare il Mali a essere di nuovo uno stato di diritto e  a ristabilire un governo pienamente sovrano e democratico”.
Nella stessa occasione, il Consiglio ha ordinato che sia messo in atto un piano di una eventuale operazione militare dell’EU che avrebbe come missione la riorganizzazione e l’addestramento dell’esercito della difesa Maliana.
Il Consiglio ha stabilito che l’operazione dovrebbe tenere “conto che le  condizioni per il successo di questo genere di missione,includono  il pieno  sostegno dell’autorità Maliana e la definizione di una  strategia di uscita” .
Il Ministro degli  Esteri francese  Laurent Fabius ha detto ai giornalisti giovedì che  “Gli Europei possono offrire il proprio aiuto ma  che ci vorranno tempo e mezzi”,
Il capo dell’esercito  Nigeriano Admiral Ola Ibrahim ha dichiarato alla BBC, che una volta che il Consiglio della Sicurezza dell’ONU abbia dato  il via libera per un intervento militare, il suo esercito i arriverà sul terreno di battaglia entro una o due settimane.
Ha sottolineato inoltre che  almeno 1000 soldati Nigeriani del contingente delle CEDEAO sono pronti a partire.
Aggiungendo che ha concordato che l’esercito Maliano farà praticamente quasi tutto il lavoro per proteggere il loro paese.     
Adm. Ibrahim ha ipotizzato che l’intervento militare ha la possibilità di scacciare gli islamisti di là delle frontiere, ma ha aggiunto che questo intervento valga la pena in quanto  sono  una minaccia alla pace e alla sicurezza della regione.
Il testo è della BBC e la traduzione è stata fatta  da Mariale- Colette MEFFIRE

martedì 13 novembre 2012


Gli integralisti  Islamici Maliani
Ansar Dine in discussione di un
accordo umanitario

Uno dei gruppi islamici nel nord di Mali ha accettato  di lasciare entrare nel suo territorio dei gruppi di aiuto umanitari.
L’annuncio di Ansar Dine è stato fatto dopo le discussioni con il mediatore regionale, il presidente del Burkina Faso, Blaise Compaore.
I combattenti hanno anche accettato di impegnarsi nelle negoziazioni di pace con il governo Maliano e di rispettare il cessate il fuoco.
Il mese scorso, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aveva adottato una risoluzione che permetteva l’invio di un contingente militare africano al fine di fermare l’occupazione del nord di Mali, sotto il controllo degli islamici.
Pochi gruppi d'aiuto umanitario umanitari hanno potuto raggiungere la grande regione deserta nel nord del Mali, dopo che Ansar Dine e i suoi alleati avevano approfittato del caos provocato dal colpo di stato militare di Marzo scorso.
I militari avevano provato a sedare una ribellione Tuareg iniziata ancor prima a Gennaio, ma dopo il colpo di stato i ribelli erano riusciti immediatamente a riprendere il controllo delle maggiori città della regione.
Gli islamici, legati al gruppo terrorista di Al-Quaeda, hanno progressivamente spodestato i gruppi Tuareg e consolidato il loro potere, introducendo una severa legge islamica.
Ansare Dine è stato ampiamente condannato per aver distrutto gli antichi santuari musulmani di Patrimonio Mondiale dell'Umanità, nella città di Timbuktu, con la scusa che quei santuari, venerati da seguaci della moderata setta dei Sufi, promuovessero idolatria, contraria alle regole islamiche.
 ‘Tornate a casa’
Decine di migliaia di persone sono scappate quest’anno e molte di loro si sono rifugiate nel vicino Burkina Faso. 
Secondo il Comitato Internazionale della Croce Rossa, i prezzi degli alimentari nei negozi sono molto alti per coloro che sono rimasti nel nord di Mali e i servizi sanitari e la fornitura  dell’acqua portabile sono stati indeboliti e drasticamente ridotti a causa della crisi.
Mathieu Bonkoungou il corrispondente della BBC nella capitale Burkinabe, Ouagadougou, ha raccontato che i rappresentati di Ansar Dine hanno dichiarato, dopo l’incontro con il Presidente Compaore, che dovrebbero lasciare libero il passaggio per coloro che possono fornire aiuto umanitario all'interno del loro territorio.
La dichiarazione, ha sottolineato Ansar Dine, dovrebbe esortare gli altri gruppi armati islamici a iniziare le negoziazioni di pace con i responsabili in Bamako.
Pochi mesi fa, c'è un grande impulso internazionale per riportare la stabilità in Mali.
Il gruppo regionale della CEDEAO, ha condotto le mediazioni che si sono concluse con la formazione di un governo di coalizione ad agosto a Bamako.
L’articolo è dalla BBC e la traduzione è stata fatta da Mariale-Colette MEFFIRE

lunedì 29 ottobre 2012


Crisi Maliana: 
“Combattenti stranieri 
aiutano gli islamici”.
Combattenti stranieri sono arrivati in una città del nord del Mali: il sindaco esiliato della città di Gao, ha confermato alla BBC le informazioni circa l’afflusso di jihadisti verso il nord.
Sadou Diallo ha detto che sono tra i 60 e i 100 gli Algerini e i Sahrawi che sono arrivati in città quattro o cinque giorni fa.
Un residente di Timbuctu lunedì ha raccontato all’agenzia informativa AFP che durante il fine settimana erano arrivati integralisti islamici sudanesi.
Dopo che gli integralisti si sono impossessati del nord del paese, all’inizio di quest’anno, sono stati preparati piani per l’intervento militare nell’area.

"Se non si intervenisse vi sarebbe una reale minaccia di nuovi attacchi in Africa, probabilmente in Europa, in medio Oriente e oltre”.
Due settimane fa, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Uniti ha dato al blocco Regionale CEDEAO 45 giorni per redigere un piano includendo la loro decisione di inviare un contingente di 3.000 uomini nella grande regione desertica.
I gruppi Islamici e i ribelli Tuareg hanno preso controllo del Nord del Mali dopo il colpo di stato di Marzo.
La giunta ha preso il potere, accusando il governo di aver fallito nel sedare la ribellione Tuareg, iniziata a Gennaio. I gruppi islamici, approfittando della confusione hanno preso le principali città della regione, tra cui la città storica di Timbuctu.
Gli integralisti islamici, in disaccordo con i loro alleati Tuareg, hanno imposto una interpretazione cruenta della Sharia nelle zone sotto controllo. Arrivano infatti notizie di persone lapidate e persone a cui sono stati amputati gli arti.

  “Studenti coranici reclutati”

Diallo ha raccontato, durante la trasmissione” Focus sull’Africa” della BBC che combattenti stranieri, muniti di armi leggere, sono arrivati in Gao su 93 camion.
 “Sono stati identificati soprattutto come abitanti del Sahara Occidentale e dell’Algeria. Sembrano essere istruttori: portano con sé infatti armi leggere, non pesanti” ha detto Diallo, aggiungendo che qualcuno tra i combattenti arriva anche dal Sudan.
 “Non vivono in città, arrivano durante il giorno, non fanno male alla popolazione, svolgono le loro attività e ripartono in serata”.
Diallo, sindaco eletto di Gao, stava parlando dalla capitale Bamako. Ha aggiunto che il gruppo islamico che ha il controllo della città, “il Movimento d’Unità per la Jihad in Africa Occidentale” (MUJAO), ha reclutato 200 studenti nelle scuole coraniche locali.
Inoltre, Diallo ha sottolineato che “C’è una setta radicale musulmana nei villaggi circostanti e tutti i giovani delle scuole coraniche della zona hanno raggiunto il gruppo MUJAO, non perché siano d’accordo con loro, ma per la disperazione di sette mesi di sofferenza e disoccupazione: non ce la facevano più”.
Ha detto poi che il MUJAO li pagava tra i $300 e i $400 al mese.
L’articolo è dalla BBC e la tradizione è stata fatta da Mariale Colette MEFFIRE

giovedì 27 settembre 2012

“La trappola”: l'odissea dell'emigrazione, il respingimento, la rinascita


CLARISTE SOH MOUBE INCONTRA GLI STUDENTI
DELL'IIS GALILEO FERRARIS DI SETTIMO TORINESE



In arrivo dal Mali Clariste Soh Moube, autrice del libro La trappola e giovane voce dell'altermondialismo africano

Una giovane donna, africana, calciatrice. Un sogno, l'Europa, che chiama Mbeng. Il racconto di un viaggio che è una vita – settemila chilometri in otto anni. Un percorso lungo e tortuoso nel tempo e nello spazio, aggrappata al football per avvicinare l’Europa. La storia di un inganno, di un sogno – la fortezza Mbeng – che è illusione. E la narrazione di una rinascita, ritornando all’Africa.
E' la sintesi del libro-testimonianza La Trappola, scritto dalla camerunese Clariste Soh Moube nel 2009 e di recente pubblicato in Italia da Infinito edizioni con le prefazioni di Aminata Traoré, Dagmawi Yimer e Giulio Cederna.

Dalla fine della sua odissea Clariste vive a Bamako, in Mali, dove a fianco di Aminata Traorè – una delle grandi voci dell'altermondialismo africano - lavora come assistente ricercatrice presso il Centro Amadou Hampaté Ba.

In Italia in questi giorni per un tour di presentazioni del libro che la porterà anche a Ferrara ospite del Festival d'Internazionale, Clariste consentirà anche di inquadrare l'attuale situazione e le prospettive del Mali, suo paese d'adozione, dopo il colpo di stato di marzo e la successiva divisione tra il sud del paese e il nord in mano ai gruppi jihadisti Aqmi (Al Qaida nel Maghreb Islamico) e Ansar Dine (Difensori della Fede).

Tra le numerose iniziative organizzate in diverse località italiane in collaborazione con le associazioni Il Mondo nella Città di Schio, Cuamm Piemonte e Apertamente di Biella, patrocinatrici del libro, e Infinito Edizioni,
Clariste sarà a Torino 3 ottobre 2012 per incontrare dalle 11.00 alle 13.00 gli studenti dell'Istituto Istruzione Superiore Tecnico e Professionale "Galileo Ferraris" di Settimo Torinese (TO), presso la Sala Levi della Biblioteca Archimede (Piazza Campidoglio, 50 – Settimo Torinese) che in collaborazione con l'Ong RETE stanno partecipando al progetto promosso dal Consorzio Ong Piemontesi e intitolato "DIARI DI VIAGGIO - Educare ad una cittadinanza mondiale condividendo a scuola le esperienze di migrazione" cofinanziato dall'Unione Europea e dal Ministero dell'Interno nell'ambito del Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini di Paesi terzi 2011 .

Nella serata della stessa giornata, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino e con il Consorzio Ong Piemontesi, Clariste presenterà il suo libro alle ore 20.30 presso la Bibliomediateca “Mario Gromo” in Via Matilde Serao 8/A a Torino.
Seguirà dibattito e visione del film Aspettando la felicità regia di Abderrahmane Sissako, Francia/Mauritania, 95’, col.



lunedì 24 settembre 2012


Mali : Un accordo tra Bamako e la CEDEAO sull’invio d’un contingente militare africano.
Il Mali e la Comunità Economica dei paesi dell’Africa Occidentale ( CEDEAO) domenica  hanno finalmente trovato  un accordo sulle condizioni d’invio d’un contingente militare africano in vista di un’eventuale  operazione volta a  riconquistare il Nord, da sei mesi sotto il controllo degli islamici.
“Dovremmo  apprezzare quest’accordo, ottenuto con i nostri fratelli maliani. Possiamo finalmente dire che il Mali e la CEDEAO  sono d’accordo  a operazioni militari sul territorio maliano” ha dichiarato il rappresentante della Comunità Economica dell’Africa Occidentale, l’ivoriano Paul Koffi Koffi.
Per concludere quest’accordo è attesa in Bamako una delegazione della CEDEAO nei prossimi giorni, come annunciato all’AFP (Agence FRance-Presse) dai Ministri della Difesa del Mali e della Costa d’Avorio, dopo un incontro con il presidente ad interim del Mali, Dioncounda Traoré.
I dettagli di quest’accordo non sono ancora disponibili ma almeno un elemento essenziale è  stato chiarito: se gli eserciti della CEDEAO interverranno in Mali, la loro sede sarà ‘naturalmente’ in Bamako, ha preciso il ministro maliano della Difesa, Yamoussa Camara.
 ‘Quando si parla di truppe , si intende truppe della CEDEAO  e non di stranieri. E su questo, il Mali è d’accordo”, ha aggiunto Koffi Koffi , venuto d’Abidjan a Bamako con il Ministro Ivoriano dell’Integrazione Africana, Ally Coulibaly.
Al l’inizio di settembre, Dioncounda Traoré aveva ufficialmente chiesto aiuto alla CEDEAO, accorgendosi che  il Mali non era in grado di  riconquistare da solo i due terzi di suo territorio occupato dai gruppi armati islamici collegati ad’Al-Qeada magrebina (Aqmi)
Ma la CEDEAO, irritata da alcune richieste maliane, aveva chiesto a Bamako di rivedere  la sua posizione.
Il presidente maliano si era apertamente opposto all’invio dei truppe armate e pronte a combattere nella sola Bamako.
 ‘Qualsiasi forza militare inviata ha bisogno di una base’, ha commentato Koffi Koffi, aggiungendo che fosse di comune accordo.
Sabato ad Abijan, Yamoussa Camara ha incontrato il presidente Alassane Quattara,  a capo dell’esercito della CEDEAO.
Il ministro maliano aveva assicurato che l’invio di truppe dell’Africa Occidentale a Bamako era possibile a condizione che fosse eseguito con discrezione per non scioccare la popolazione.
Il contingente dell’Africa Occidentale potrà installarsi nella capitale maliana ma non avrà il compito di assicurare la sicurezza delle istituzioni del governo ad interim.
Un accordo da “rendere lindo”
 ‘Bisognerebbe armonizzare le posizioni. Tale visita veloce è stata utile”, ha dichiarato all’AFP una fonte vicina al governo maliano. Secondo quest’ultima, una delegazione della CEDEAO è attesa nei prossimi giorni a Bamako per mettere insieme tutto quello che è stato accettato dalle varie parti.
La CEDEAO che da  mesi prepara l’invio di 3.300 soldati in Mali, aspettava di avere un accordo con Bamako per inviare  all’Unione Africana  un progetto risolutivo della situazione, che dovrà essere esaminato anche dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Uniti.
A seguito del colpo di stato militare del 22 Marzo, che a causato la caduta del  presidente Amadou Toumani Touré, il nord del Mali è da aprile sotto il controllo dei fondamentalisti islamici, che con le armi impongono alla popolazione la loro interpretazione della legge islamica “shar’ia”.
Venerdì il Consiglio di Sicurezza dell’ONU  ha espresso la sua profonda preoccupazione sulla violazione dei  diritti umani che i fondamentalisti islamici stanno commettendo nel Nord del paese, dove  aumentano le brutalità, dall’esecuzione tramite lapidazione di una coppia non sposata, alle amputazioni di sospettati per furto.   
Nel suo messaggio alla popolazione, il presidente maliano aveva auspicato la liberazione del Nord ‘ o attraverso la negoziazione o con la forza’.
Il presidente  Diouncounda aveva chiesto ai gruppi armati di iniziare delle ‘negoziazioni chiare’, senza tralasciare che ci si sta preparando alla guerra in cui si è disposti a incorrere se non vi sono altre alternative”.
L’articolo è di Serge  DANIEL  dell’AFP e la traduzione in Italiana è stata fatta da Mariale –Colette  MEFFIRE