Mali : Un accordo tra Bamako e la CEDEAO sull’invio
d’un contingente militare africano.
Il Mali e la Comunità Economica
dei paesi dell’Africa Occidentale ( CEDEAO) domenica hanno finalmente trovato un accordo sulle condizioni d’invio d’un
contingente militare africano in vista di un’eventuale operazione volta a riconquistare il Nord, da sei mesi sotto il
controllo degli islamici.
“Dovremmo apprezzare quest’accordo, ottenuto con i
nostri fratelli maliani. Possiamo finalmente dire che il Mali e la CEDEAO sono d’accordo a operazioni militari sul territorio maliano” ha
dichiarato il rappresentante della Comunità Economica dell’Africa Occidentale, l’ivoriano
Paul Koffi Koffi.
Per concludere quest’accordo è
attesa in Bamako una delegazione della CEDEAO nei prossimi giorni, come
annunciato all’AFP (Agence FRance-Presse) dai Ministri della Difesa del Mali e
della Costa d’Avorio, dopo un incontro con il presidente ad interim del Mali,
Dioncounda Traoré.
I dettagli di quest’accordo
non sono ancora disponibili ma almeno un elemento essenziale è stato chiarito: se gli eserciti della CEDEAO interverranno
in Mali, la loro sede sarà ‘naturalmente’ in Bamako, ha preciso il ministro
maliano della Difesa, Yamoussa Camara.
‘Quando si parla di truppe , si intende truppe
della CEDEAO e non di stranieri. E su
questo, il Mali è d’accordo”, ha aggiunto Koffi Koffi , venuto d’Abidjan a Bamako
con il Ministro Ivoriano dell’Integrazione Africana, Ally Coulibaly.
Al l’inizio di settembre,
Dioncounda Traoré aveva ufficialmente chiesto aiuto alla CEDEAO, accorgendosi
che il Mali non era in grado di riconquistare da solo i due terzi di suo
territorio occupato dai gruppi armati islamici collegati ad’Al-Qeada magrebina
(Aqmi)
Ma la CEDEAO, irritata da
alcune richieste maliane, aveva chiesto a Bamako di rivedere la sua posizione.
Il presidente maliano si era
apertamente opposto all’invio dei truppe armate e pronte a combattere nella
sola Bamako.
‘Qualsiasi forza militare inviata ha bisogno di
una base’, ha commentato Koffi Koffi, aggiungendo che fosse di comune accordo.
Sabato ad Abijan, Yamoussa
Camara ha incontrato il presidente Alassane Quattara, a capo dell’esercito della CEDEAO.
Il ministro maliano aveva assicurato
che l’invio di truppe dell’Africa Occidentale a Bamako era possibile a
condizione che fosse eseguito con discrezione per non scioccare la popolazione.
Il contingente dell’Africa
Occidentale potrà installarsi nella capitale maliana ma non avrà il compito di
assicurare la sicurezza delle istituzioni del governo ad interim.
Un accordo da “rendere lindo”
‘Bisognerebbe armonizzare le posizioni. Tale
visita veloce è stata utile”, ha dichiarato all’AFP una fonte vicina al governo
maliano. Secondo quest’ultima, una delegazione della CEDEAO è attesa nei
prossimi giorni a Bamako per mettere insieme tutto quello che è stato accettato
dalle varie parti.
La CEDEAO che da mesi prepara l’invio di 3.300 soldati in
Mali, aspettava di avere un accordo con Bamako per inviare all’Unione Africana un progetto risolutivo della situazione, che
dovrà essere esaminato anche dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Uniti.
A seguito del colpo di stato
militare del 22 Marzo, che a causato la caduta del presidente Amadou Toumani Touré, il nord del
Mali è da aprile sotto il controllo dei fondamentalisti islamici, che con le
armi impongono alla popolazione la loro interpretazione della legge islamica “shar’ia”.
Venerdì il Consiglio di Sicurezza
dell’ONU ha espresso la sua profonda
preoccupazione sulla violazione dei diritti
umani che i fondamentalisti islamici stanno commettendo nel Nord del paese,
dove aumentano le brutalità, dall’esecuzione
tramite lapidazione di una coppia non sposata, alle amputazioni di sospettati
per furto.
Nel suo messaggio alla
popolazione, il presidente maliano aveva auspicato la liberazione del Nord ‘ o
attraverso la negoziazione o con la forza’.
Il presidente Diouncounda aveva chiesto ai gruppi armati di
iniziare delle ‘negoziazioni chiare’, senza tralasciare che ci si sta
preparando alla guerra in cui si è disposti a incorrere se non vi sono altre
alternative”.
L’articolo è di Serge DANIEL dell’AFP e la traduzione in Italiana è stata
fatta da Mariale –Colette MEFFIRE
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