mercoledì 26 maggio 2010

serata SALVIAMO LA FORESTA



Siete tutti/e invitati a partecipare alla serata “Salviamo la Foresta”, organizzata all’interno di “Piemonte Chiama Mondo 2010”. Appuntamento Lunedì 31 Maggio presso il Caffè Basaglia, via Mantova 34 s Torino, a partire dalle ore 18.


Le tematiche ambientali e la distruzione portata avanti dalle attività umane nei confronti dell’ambiente sono oggi sempre più attuali. La notevole distanza che ci separa dalle zone tropicale non diminuisce l’importanza che le loro risorse naturali hanno anche per noi. Le conseguenze del taglio indiscriminato di foreste che sta avvenendo in America Latina, Centro America ed in tutto il Sud del Mondo si ripercuotono ovunque sul Pianeta e i loro effetti negativi, saranno sempre una delle maggiori cause che modificheranno le nostre vite.
Gli effetti del cambio climatico che potranno sconvolgere interi ecosistemi e popolazioni dipendono anche dalla noncuranza e dall’indifferenza di tutti noi nei confronti della distruzione ambientale che sta avvenendo nella maggior parte dei paesi poveri delle aree tropicali. La cecità del modello economico dominante che si concentra esclusivamente sulla crescita del PIL e del profitto, fa si che le risorse naturali non vengano considerate per il loro valore reale, per la loro importanza nei confronti di migliaia di persone che da secoli le hanno utilizzate in modo sostenibile. Le foreste sono considerate solamente come ostacolo all’industria agroalimentare, all’urbanizzazione e come materia prima da sfruttare indiscriminatamente per ottenerne profitto.



Apertura ore 18 con l’esposizione della mostra “Parchi del Nord, Parchi del Sud”, a cura della Regione Piemonte Servizio Parchi, Ente Parchi Astigiani, RE.TE.ONG, e con la consumazione di un aperitivo per sostenere la Campagna “Compriamo la Foresta”.



Inizio dibattito ore 19, con
• Vanda Bonardo(Presidente Legambiente Piemonte e Valle D’Aosta)

• Giangiacomo Bravo (Professore e Sociologo dell’Università di Torino, esperto di sostenibilità ambientale e di gestione delle risorse collettive)

Parteciperanno inoltre volontari di RE.TE, che illustreranno le attività a salvaguardia delle foresta primaria in Nicaragua, presentando la campagna “Compriamo la Foresta!”, per l’acquisto di parte della foresta primaria nell’Arcipelago di Solentiname (Nicaragua) e per l’appoggio alle popolazioni locali. La serata sarà l’occasione per un confronto ed un approfondimento sul tema della sostenibilità ambientale e la tutela delle risorse naturali.



Successivamente alla conversazione verrà proposta la proiezione del film “Home” (FRA, 1h e 33 min) di Yann Arthus-Bertrand e co-prodotto da Elzévir Films e EuropaCorp, compagnia di Luc Besson.
Il film è stato presentato a Giugno 2009 in occasione della giornata mondiale dell’ambiente. E’ composto da fotografie aeree riprese dai 5 continenti; i cambiamenti e gli impatti delle attività umane sul pianeta vengono raccontate da una voce fuori campo. Il film riesce ad incorniciare la bellezza della nostra casa, “Home” appunto, raccontando i pericoli a cui va incontro ogni giorno, in seguito alla sua distruzione derivante dalle attività umane perpetrate nel tempo. Il progetto è un ottimo lavoro di grande impatto da cui estrapolare spazi di riflessione su fragilità ambientale,sostenibilità e rapporto uomo-natura. E’ utile per aumentare il livello di consapevolezza sui pericoli a cui va incontro il pianeta Terra, la nostra unica casa.


"PIEMONTE chiama MONDO 2010 - Un intero mese dedicato alla cooperazione internazionale e all'educazione per una cittadinanza mondiale" è organizzato per il quarto anno consecutivo dalle Ong che aderiscono al Consorzio delle Ong piemontesi. Sul sito www.ongpiemonte.it è disponibile il programma con il dettaglio degli oltre 50 eventi nelle diverse località piemontesi.

venerdì 14 maggio 2010

FESTA FIM 2010






FESTA FIM –CISL TORINO
SABATO 5 GIUGNO 2010
A CARMAGNOLA
PIAZZA Antichi Bastioni


La FEDERAZIONE ITALIANA METALMECCANICI di Torino in occasione della festa FIM CISL 2010
promuove la lotteria di cui parte dei fondi andranno a sostenere i progetti di RE.TE. in Mali.
Il costo di un singolo biglietto è di 1 €,sarà possibile l'acquisto presso la nostra sede o tramite i nostri soci.

In palio ci sono molti premi tra cui biciclette, computer e macchina fotografica.
Sostenendo l'iniziativa aiuterete RE.TE. nei suoi progetti di cooperazione internazionale in Mali.

Contattaci tramite facebook oppure via mail o telefonicamente:

rete@arpnet.it
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Il Plateau Dogon è una delle zone più povere del Mali; l’acqua è presente nei corsi d'acqua e nelle riserve naturali solamente durante una parte dell’anno; i suoli sono poveri e solo il 12% delle terre risultano coltivabili.

In questo ambiente estremamente ostile, i contadini e le contadine del Plateau Dogon hanno sviluppato la coltura orticola, che ha assunto un’importanza fondamentale per il loro reddito dei contadini. In particolare la produzione e la trasformazione dello scalogno Dogon è diventata la principale attività della popolazione e ha portato i contadini ad organizzarsi in una federazione (FAC/GEST).


mercoledì 12 maggio 2010

20 Maggio caffè basaglia ore 20

L'evento "PIEMONTE chiama MONDO 2010 - Un intero mese dedicato alla cooperazione internazionale e all'educazione per una cittadinanza mondiale" è organizzato per il quarto anno consecutivo dalle Ong che aderiscono al Consorzio delle Ong piemontesi. Sul sito www.ongpiemonte.it è disponibile il programma con il dettaglio degli oltre 50 eventi nelle diverse località piemontesi.

VIAGGIO IN MALI
TRA AGRICOLTURA E CULTURA
L’agricoltura, ormai diventata al pari del settore industriale, ha causato enormi differenze ed iniquità tra i produttori. Il commercio internazionale e le politiche agricole di libero commercio hanno fatto sì che la dipendenza da grandi aziende multinazionali abbia tolto la possibilità ai piccoli produttori di remunerare giustamente il proprio lavoro.
La situazione è la stessa in tutto il pianeta e le difficoltà si ripercuotono sui piccoli produttori di Nord e Sud del mondo, il tutto all’oscuro degli ignari consumatori.
Il cibo è parificato ad un bene di scambio, ad una merce, prescindendo dal diritto all’alimentazione che dovrebbe essere garantito ad ogni essere umano. Il sistema agroindustriale attuale è causa di enormi iniquità e causa di sofferenze per gran parte della popolazione mondiale soprattutto nel Sud del mondo.
In occasione dell’inaugurazione della mostra fotografica “Sguardi in Mali” di Andrea Priotto, RE.TE. propone l’argomento il giorno 20 Maggio 2010 con una conversazione presso i locali del Caffè Basaglia, in via Mantova 34 a Torino, concentrandosi sulla situazione in Africa ed in particolare in Mali, paese dove attraverso diversi progetti sta cercando delle alternative e delle soluzioni ai problemi dei piccoli agricoltori nella regione Dogon, per uno sviluppo agricolo sostenibile a favore dei produttori di ortaggi ed in particolare dello scalogno.




Durante la serata verrà proposta la proiezione del documentario di Luca Paradiso ”Agricoltura familiare in Mali, una risorsa per il popolo Dogon” che descrive la situazione agricola maliana e le attività di RE.TE. sul territorio.
Sarà un’ottima occasione per conoscere le attività di RE.TE. e le specificità di intervento dell’associazione. L’incontro cerca di essere , oltre ad un momento di riflessione, uno scambio di idee ed opinioni su Africa, Mali ed agricoltura familiare, il tutto in un’ottima cornice come il Caffè Basaglia.
Le porte del Basaglia si apriranno al pubblico per la visione della mostra alle ore 20. L’incontro inizierà alle ore 21. Il caffè Basaglia offre una notevole scelta di cibi e bevande per intrattenersi per tutta la serata.
L’ingresso è gratuito, ma è richiesta la tessera ARCI 2010 all’ingresso.





venerdì 26 marzo 2010

Le foreste riprendono fiato ma metà pianeta è a rischio


ANTONIO CIANCIULLO, Repubblica

LA buona notizia è che la deforestazione è diminuita. La cattiva notizia è che si mangia ancora ogni anno una superficie grande quanto la Grecia. Negli anni Novanta sparivano 16 milioni di ettari di alberi all'anno, nel primo decennio del nuovo secolo si è scesi a 13 milioni. Sono le cifre contenute nel rapporto che la Fao ha appena reso pubblico: uno studio condotto ogni cinque anni che ha utilizzato il contributo di 900 specialisti in 178 paesi.
Il mantello verde del pianeta, fino a qualche decennio fa ancora dominante, si è progressivamente ristretto fino ad arroccarsi sul 31 per cento delle terre emerse. Ma questo dato, come tutti quelle precedenti, è destinato a essere rapidamente superato da un'erosione che continua a viaggiare a ritmi alti. Le perdite maggiori si sono registrate in America del Sud (4 milioni di ettari) e in Africa (3,4 milioni di ettari). In rosso anche l'Oceania, dove si continua a pagare lo scotto di un terribile periodo di siccità che ha colpito l'intero decennio. L'Asia invece ha i bilanci in positivo grazie a alla politica di rimboschimento sostenuta da Cina, India e Vietnam, anche se l'attacco alle foreste primarie non si è fermato. Stabile l'America del Centro Nord e in crescita la quota verde dell'Europa.
Il giudizio di Eduardo Rojas, vicedirettore della Fao è complessivamente positivo: "Per la prima volta il tasso di deforestazione mondiale sta scendendo grazie a sforzi condotti sia a livello internazionale che locale. I paesi non hanno solo migliorato le loro politiche di utilizzo delle foreste ma ne hanno anche assegnato l'uso alle popolazioni locali. Il tasso di deforestazione resta comunque alto e gli sforzi vanno raddoppiati".
In particolare vanno salvaguardate le foreste primarie, quelle non ancora intaccate, che costituiscono la roccaforte della biodiversità terrestre: oggi rappresentano il 36 per cento delle foreste totali ma hanno perso 40 milioni di ettari in 10 anni a causa del degrado, del taglio e della riconversione a usi agricoli. L'altro caposaldo della conservazione sono i boschi della rete dei parchi che dal 1990 è cresciuta di 94 milioni di ettari raggiungendo il 13 per cento della superficie complessiva delle foreste.
Nonostante il leggero miglioramento, la situazione dunque resta preoccupante. Gli incendi e gli attacchi dei parassiti colpiscono ogni anno l'1 per cento delle foreste. E, in assenza di un valido piano di intervento, il dato è destinato ad aggravarsi a causa dei cambiamenti climatici che stanno alterando il ciclo idrico. La deforestazione a sua volta accelera il processo del cambiamento climatico: a livello globale si calcola che nel periodo 2000 - 2010 lo stock di carbonio contenuto nella biomassa delle foreste si sia ridotto di 500 milioni di tonnellate.

venerdì 19 marzo 2010

Risultati dell'ultimo Comitato Direzionale al Ministero degli Esteri

Estratto da IL VELINO COOPERAZIONE

La sessione del comitato Direzionale per la cooperazione allo sviluppo del 15 marzo, la prima del 2010, ha visto approvare progetti per oltre 70 milioni di euro e deliberate alcune novità importanti come la lista dei paesi eleggibili ai crediti agevolati per le imprese miste, le Linee guida per la Cooperazione decentrata e l’aggiornamento delle “Linee guida e indirizzi di programmazione per il triennio 2010-2012”. "Le mie direttive – ha spiegato il ministro Franco Frattini - sono state volte a promuovere l’adozione di provvedimenti di razionalizzazione e semplificazione amministrativa ispirati a principi di trasparenza ed efficacia, anche in linea con le raccomandazioni della recente ‘peer review’ dell’Ocse/Dac”.
Inoltre, ha proseguito il ministro, “ad attuare una efficace programmazione degli interventi in linea con le strategie prioritarie di cooperazione. In questo contesto mi preme sottolineare come siano stati già approvati progetti per un ammontare che porta al 70 per cento gli impegni a fronte dello stanziamento annuale”. Infine, ha concluso Frattini, le decisioni del Direzionale “confermano le mie direttive sull’utilizzo delle risorse della Cooperazione per promuovere l’internazionalizzazione del Sistema Italia.”
In tutto sono stati approvati sette contributi volontari per circa dieci milioni di euro; tre finalizzati per oltre quattro milioni; 18 iniziative bilaterali a dono per circa 47,5 milioni; 13 programmi (di cui quattro di Educazione allo sviluppo) promossi da Ong, per un valore complessivo di oltre 7,3 milioni e un progetto di cooperazione decentrata per 700 mila euro. In termini di distribuzione per area geografica del totale deliberato, il 45,32 per cento è stato destinato al Bacino del Mediterraneo e Vicino Oriente, con l’approvazione di un “pacchetto” per la Tunisia (oltre 19,7 milioni di euro), con due iniziative bilaterali di sostegno al settore privato e di protezione dell’ambiente.
Nella stessa area geografica, circa sette milioni di euro andranno ai Territori Palestinesi per il sostegno al bilancio dell’Autorità nazionale palestinese. Il 18,21 per cento è stato deliberato in favore dell’Africa subsahariana, con l’Etiopia primo beneficiario grazie all’approvazione di un progetto nel settore idrico-sanitario per oltre sei milioni di euro. Il 15,97 per cento è stato suddiviso in cinque contributi volontari destinati ad altrettanti organismi internazionali e due contributi finalizzati al Programma alimentare mondiale (Pam) delle Nazioni Unite. L’Asia è destinataria del 7,24 per cento. Nell’area geografica, l’Afganistan è stato confermato paese di assoluta priorità e oggetto di alta attenzione, beneficiario di sei iniziative per un valore complessivo di oltre cinque milioni di euro, incentrate sul rafforzamento delle capacità istituzionali e la ricostruzione dello Stato.
All’America Latina e all’Europa sono state destinate, infine, le restanti percentuali del 6,71 e 6,56 per cento. Sul versante delle tipologie d’intervento, per le emergenze sono stati deliberati quattro contributi volontari per i fondi bilaterali (di emergenza) presso Unicef (l’agenzia Onu per i bambini), Unhcr (l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati), Pam e Cicr (Comitato internazionale della croce e Mezzaluna Rossa) per oltre cinque milioni di euro, oltre al sostegno alla Base operativa di pronto intervento umanitario Onu di Brindisi gestita dal Pam (Unhrd), con due contributi finalizzati per 3,63 milioni.
Inoltre, dopo dieci anni l’Italia ha delle nuove Linee guida per la Cooperazione decentrata. Il documento riscrive le regole alla luce delle modifiche del piano normativo, della riforma del titolo quinto della Costituzione e della legge La Loggia, che ha incrementato sensibilmente le potestà delle Regioni e degli enti locali. Gli elementi caratteristici delle nuove Linee guida sono la valorizzazione del ruolo delle Rel nel contesto dell’aiuto pubblico allo sviluppo. Questo, però, deve rimanere all’interno del principio che le attività di cooperazione allo sviluppo sono di competenza primaria dello Stato.
In pratica, bene al lavoro delle Regioni e degli enti locali, purché sia coordinato e controllato dal governo e dal ministero degli Esteri. Ciò per stabilire coerenza e raccordo più adeguati tra le attività governative e le Regioni, al fine di evitare doppioni e massimizzazione la resa delle azioni. Inoltre, con il documento, l’attività delle Rel è stata inserita dentro i nuovi principi dell’efficacia dello sviluppo, fissati in ambito Ocse e oggetto di esame da parte dell’Organismo che si è concluso lo scorso dicembre.
(Francesco Bussoletti)

mercoledì 3 marzo 2010




Cinema e Aperitivo Musicale a El Barrio


Domenica 7 Marzo 2010
ore 17:30

DONNE, ARTE E CREATIVITÀ

PERCHÉ LEI


Voci del dissenso femminile dell’ex Jugoslavia
a cura di

Gabriella Montone e Vesna Scepanovic

al flauto Andrea Ughetto

+

DRUGOVI I DRUGARICE

rock dall'ex Jugoslavia

+

ETNO RADIONICA

sfilata di abiti da Breza

progetto di MAE-AID/RE.TE.-CESVI/BSN

+

Dj GRISSINO BALKANICA!

aperitivo musicale

@
El Barrio

Strada Cuorgnè 81 Torino

tel. 011.2222554

elbarrio@elbarrio.it
www.elbarrio.it

ingresso libero e gratuito

KINOBARRIO VIDEO ARTE MUSICA: UNO SGUARDO SULLA BOSNIA DI OGGI

è un progetto a cura di Ass. MIAO, RE.TE. ONG, Ass. Nema Frontiera

Quattro domeniche a tema per uno sguardo contemporaneo sulla Bosnia di oggi, oltre gli stereotipi della guerra e attraverso proiezioni cinematografiche, video, documentari, interviste, incontri, confronti, esperienze e progetti realizzati, giochi, letture, performance, aperitivi musicali, sfilata di moda.


PERCHÉ LEI

Voci del dissenso femminile dell’ex Jugoslavia

a cura di Gabriella Montone e Vesna Scepanovic

al flauto Andrea Ughetto


Sejla Šehabović, Ferida Duraković, Jašmina Tesanović, Slavenka Drakulić, Dubravka Ugrešić, Dubravka Velašević, Dragana Tripković, Jovanka Uljarević, Radmila Lazić, Merima Hamulić Trbojević e altre ancora.

Una raccolta di testi e di esperienze di alcune delle voci femminili più significative dell’area della ex Jugoslavia, che è insieme un’avventura e un percorso condiviso dalle curatrici.
Un momento di riflessione e confronto sul rapporto con la lingua madre e sulla scrittura dell’esilio - di chi parte e di chi resta - come esercizio di creatività, libertà e ricerca di identità.

Gabriella Montone è curatrice di Le Onde, iniziativa editoriale dell’Associazione Culturale Sofonisba Anguissola-Galleria delle Donne di Torino, di cui è una delle socie fondatrici.

E’ insegnante di italiano come seconda lingua.

Vesna Scepanovic, giornalista e attrice, nasce a Podgorica e si laurea in Scienze Politiche a Belgrado. Nel 1991 si impegna politicamente prendendo posizione contro la guerra. Vive in Italia dal ’93. Da anni lavora - con attività centrate sul teatro, scrittura, traduzione - per promuovere uno scambio artistico con i Balcani e nell’ambito della migrazione e dei diritti alla cittadinanza.

Raccontare insieme (è stato un esperimento in due) la percezione di questa esperienza di conoscere l'altro mondo grazie alla scrittura.

Non sono solo letture, sono soprattutto traduzioni, altri spazi mentali e geografici, nuove identità, plurimi modi di essere.

Gli stereotipi e i pregiudizi verso l'altro si combattono con le parole in primo luogo, con il significato giusto... sempre se è possibile trovarlo.
Sono scrittrici transnazionali, vivono o hanno vissuto in molte città differenti.

Partendo dalla Bosnia si spazia verso lo spazio culturale femminile dell’ex-Jugoslavia alcune di Belgrado, del Montenegro, tra diverse poetesse Sejla Sehabovic di Tuzla e Ferida Durakovic di Sarajevo, più generazioni che scrivono prima e dopo il 91/95. Alcune autrici già tradotte, alcune di queste traduzioni sono inedite.

L’idea era anche di farlo in due lingue (parzialmente in madre lingua). E un musicista.

Andrea Ughetto al flauto.


Gabriella Montone e Vesna Scepanovic

ETNO RADIONICA

Sulla passerella di El Barrio giovani donne indosseranno gli abiti di alta moda delle collezioni “Etno Radionica”.

“Etno Radionica” è un'iniziativa nata al Centro per le Donne di Breza, dalle sue socie e dalla stilista Larija Tatar, che sono giunte all'idea di applicare la propria manualità e creatività a capi di moda.

Così è stata ideata e realizzata la collezione “Ne klepeći nanulama” la quale, ispirandosi ai vestiti bosniaco-erzegovesi, stilizza abiti tradizionali e vuole rappresentare una fusione del folclore con la modernità. Le creazioni sono ricche di ricami, di lavori a uncinetto e a maglia che rendono particolare ognuno di questi capi.

L'iniziativa Etno Radionica fa parte del progetto “Breza cooperazione e sviluppo”, implementato dal consorzio di ONG RE.TE. - CESVI e cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana.


WEB
Etno Radionica Breza su FACEBOOK


Dj Grissino BALKANICA!



www.myspace.com/djgrissino

Dj Grissino ha 23 anni ed origini veneto/napoletane. Appassionato sin da ragazzo di rap old school, swing e jazz, approda un giorno a Goran Bregovic e resta fulminato. Entra così nel profondo della cultura balcanica, che fa del canto del gallo una canzone e del funerale una festa. Anche se dolorosa. Negli ultimi anni ha suonato un po' ovunque: nei locali più Roulot dei Murazzi, al Traffic Festival di Torino, passando per bocciofile, feste in spiagge a Barcellona, Caravan Etnique Assud Tour 2009 in Salento, molti baretti e per le strade del quartiere San Salvario con il sound system montato sul suo furgone, selectando Balkanica!

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La rassegna KINOBARRIO è co-progettata e curata dall'Associazione MIAO - Musica Internet Arte Oltre che promuove eventi e attività socio-culturali per l'aggregazione giovanile a El Barrio, Centro per il Protagonismo Giovanile a Torino, da RE.TE. ONG che ha progetti d'intervento pluriennali a Breza (Sarajevo) e Zenica e dall'Associazione Nema Frontiera, che promuove il sostegno all'istruzione e l'attivismo giovanile in alcune aree della Bosnia-Erzegovina.


Associazione MIAO - Musica Internet Arte Oltre

www.elbarrio.it

RE.TE. ONG

www.reteong.org

Associazione di volontariato NEMA FRONTIERA - onlus

www.nemafrontiera.org

Si ringrazia Airstar Italia per l'illuminazione scenografica dell'evento.
www.airstar-light.it

INFO

EL BARRIO

Strada Cuorgnè 81 Torino

tel. +39 011 2222554

elbarrio@elbarrio.it

www.elbarrio.it

www.myspace.com/elbarriotorino

www.facebook.com/elbarrio

domenica 28 febbraio 2010

GLBTQ

Cinema e Aperitivo Musicale a El Barrio
Domenica 28 Febbraio ore 18,30

GLBTQ
"QUEER SARAJEVO FESTIVAL 2008"
di Masa Hilcisin e Cazim

a seguire collegamento da Sarajevo
con SVETLANA DURKOVIC e VALENTINA PELLIZZER

incontro con DANIELE VIOTTI, Coord. Torino Pride e DANIELE SALARIS, regista

aperitivo musicale
@ El Barrio
Strada Cuorgnè 81 Torino
tel. 011.2222554
elbarrio@elbarrio.it
www.elbarrio.it

ingresso libero e gratuito


KINOBARRIO VIDEO ARTE MUSICA: UNO SGUARDO SULLA BOSNIA DI OGGI
è un progetto a cura di Ass. MIAO, RE.TE. ONG , Ass. Nema Frontiera
Quattro domeniche a tema per uno sguardo contemporaneo sulla Bosnia di oggi, oltre gli stereotipi della guerra e attraverso proiezioni cinematografiche, video, documentari, interviste, incontri, confronti, esperienze e progetti realizzati, giochi, letture, performance, aperitivi musicali, sfilata di moda.
“QUEER SARAJEVO FESTIVAL 2008”
Serata di inugurazione della prima edizione del Sarajevo Queer Festival. Successo di pubblico, gli organizzatori dell'associazione Q contenti per essere riusciti a realizzare un difficile progetto. All'improvviso un gruppo di otto persone attacca il Festival; minacce, insulti e sei feriti. La polizia interviene in difesa della manifestazione ma non basta: il Festival viene cancellato.
Regia: Čazim Dervišević e Maša Hilčišin
Anno: 2008 Nazione: Bosnia Herzegovina
Genere: Documentario Durata: 32 min.
Il primo Sarajevo Queer Festival è stato organizzato nel settembre 2008. L'inizio della manifestazione era previsto in coincidenza con l'inizio del Ramadan, irritando alcuni integralisti musulmani, nonostante il programma delle date fosse stato annunciato mesi e mesi prima.
Il governo bosniaco (verbalmente e subdolamente) ed un gruppo di hooligans (brutalmente e fisicamente) si sono trovati dalla stessa parte, contro il Festival. Anche la polizia ha mantenuto un atteggiamento ambiguo. Otto persone sono rimaste ferite durante lo svolgimento del Festival, mentre gli organizzatori dell'evento diventavano oggetto di
dichiarazioni cariche di odio e di costanti minacce. Sebbene il programma - che prevedeva dibattiti, proiezioni, mostre e performance - sia stato cancellato a seguito delle aggressioni, il Sarajevo Queer Festival, ufficialmente, non si è concluso. l Queer Sarajevo Festival è rimasto aperto, trasformandosi in lotta politica contro la violenza, il nazionalismo ed il fondamentalismo in Bosnia-Erzegovina.
Il documentario sul festival è stato prodotto dall'Associazione “Q” con il supporto dell'Ambasciata d'Olanda in Bosnia-Erzegovina, dell'Ambasciata Svizzera, delle Organizzazioni non Governative “Global fund for women”, “Astraea Lesbian Foundation for Justice”, “Urgent Action Fund, OffStream”, “Heart and Hand Fund” e “COC HIVOS”.
WEB Queer Sarajevo Festival
http://www.queer.ba/v1/qsf.htm
WEB Associazione Q
http://www.queer.ba




IL PROSSIMO APPUNTAMENTO DI KINOBARRIO
Domenica 7 Marzo 2010 - ore 17,30
DONNE, ARTE E CREATIVITA'
VIDEO DI COLLETTIVI ARTISTICI di AA. VV.
a seguire:
sfilata di moda della collezione ETNO RADIONICA di Breza, progetto di MAE-AID/RE.TE.-CESVI/BSN
letture con inedite traduzioni di VESNA SCEPANOVIC e GABRIELLA MONTONE, accompagnamento musicale di ANDREA UGHETTO
aperitivo musicale con DJ GRISSINO

sabato 27 febbraio 2010

PRIMO MARZO 2010

Il primo marzo la mobilitazione che apre la Primavera antirazzista. Cortei in molte cittàPer la "rivoluzione in giallo" 50mila adesioni su Facebook e 60 comitati sul territorio.
ROMA - Astensione dal lavoro, sciopero degli acquisti, cortei, sit-in, presidi permanenti. Il black out è fissato per lunedì "Primo marzo 2010 - Una giornata senza di noi": e "noi" sono i quasi 5 milioni di immigrati che vivono in Italia. La "rivoluzione in giallo" (dal colore ufficiale della giornata) è arrivata dalla Francia e rimbalzata in Italia: 50mila le adesioni su Facebook, 60 comitati locali, tante le organizzazioni coinvolte: Amnesty, Arci, Acli, Legambiente, Emergency, Amref, Cobas, Fiom. Allo "sciopero degli immigrati" aderisce anche il Partito democratico, il Prc, Sinistra, ecologia e libertà e i Socialisti.L'appuntamento è per il primo marzo, in contemporanea con Francia, Spagna e Grecia. Non si tratterà di uno sciopero in senso tecnico, in verità. "Ci sarà uno sciopero solo in alcune città come Trento, Trieste e Modena, dove le sigle sindacali hanno accolto questa richiesta che arrivava dal basso - spiega Stefania Ragusa, presidente del Comitato "Primo marzo 2010" - per il resto i grandi sindacati a livello nazionale non ci hanno supportato, eppure nessuno ha mai pensato di indire uno sciopero etnico. Sarebbe bello che in Italia si tornasse a fare scioperi per tutti i diritti, non solo per quelli contrattuali. Vogliamo dare alla gente la possibilità di riflettere sull'importanza degli immigrati per la tenuta della società italiana. Quando saltano i diritti per qualcuno, è tutta la società che diventa più debole".Il logo della giornata (otto volti umani inseriti in quadrati sovrapposti) è opera dell'artista siciliano Giuseppe Cassibba, mentre per testimonial è stata scelta Mafalda, la bambina creata dalla matita di Quino. E il giallo sarà il colore dominante dei drappi che le colf appenderanno ai balconi e alle finestre, dei palloncini, dei braccialetti e dei foulard che in tutta Italia saranno indossati dai sostenitori dell'iniziativa. Il calendario con tutti gli appuntamenti città per città è sul sito del movimento (www.primomarzo2010.it).E il primo marzo è solo l'inizio. Una campagna unitaria sotto il nome di "Primavera antirazzista" che andrà dal 1° al 21 marzo è stata infatti lanciata da un coordinamento costituito da diverse organizzazioni e comitati (tra queste Acli, Arci, Blacks out, Cgil, daSud, Nessun luogo e lontano, Sei-Ugl, Sos Razzismo, Uil, Antigone e Cnca). "Non c'è solo il primo marzo. Anche lo sciopero generale della Cgil del 12 marzo - spiega Pietro Soldini, responsabile immigrazione del sindacato - avrà tra i suoi punti la difesa dei diritti dei lavoratori immigrati. Sarà insomma un grande sciopero multietnico, perché i problemi dei lavoratori stranieri sono i problemi di tutti i lavoratori. Poi si proseguirà con le iniziative antirazziste fino al 21"."E' indubbio - prosegue Soldini - che senza immigrati ci sarebbe un black out. Il primo settore ad arrestarsi sarebbe quello delle costruzioni. Soprattutto nelle grandi città, dove la manodopera straniera raggiunge punte del 50%. I cantieri si fermerebbero di colpo. Poi toccherebbe all'industria manifatturiera: tessile, metalmeccanica, alimentare. Nelle fabbriche, infatti, i migranti svolgono ruoli chiave e sono difficilmente sostituibili. Un esempio? Gli addetti ai forni a ciclo continuo delle aziende di ceramica. Dopo l'industria entrerebbe in crisi l'agricoltura: la raccolta è in mano a immigrati stagionali e irregolari. Resterebbero vuoti i mercati ortofrutticoli. Poi sarebbe la volta delle aziende zootecniche: nella macellazione degli animali gli stranieri superano il 50% della forza lavoro.
E ancora: nelle grandi città dovrebbero chiudere molti ristoranti, alberghi e pizzerie. Tra le famiglie si scatenerebbe il panico e un crollo della qualità della vita, per la scomparsa di badanti, colf e babysitter. Infine, ne risentirebbe la sanità: quella privata, dove lavorano quasi centomila infermieri stranieri e quella pubblica, che si avvale del loro lavoro tramite cooperative e piccole società di servizi". In queste ore è stato pubblicato il Manifesto contro il razzismo in Italia ("Non toccare il mio amico!") dell'associazione Sos Razzismo, per denunciare le leggi italiane sull'immigrazione e chiedere un risveglio della società civile contro la "deriva xenofoba" del Paese.
Per sottoscrivere l'appello, simboleggiato dalla Gioconda in black di Oliviero e Lola Toscani, basta andare sul sito: http://www.nontoccareilmioamico.net.
Tra i primi firmatari Roberto Saviano, Dario Fo, Beppe Grillo.Sul web circola anche un prontuario curato, tra gli altri, da Andrea Civati e Ernesto Ruffini, che smonta punto per punto tutti i luoghi comuni più negativi sugli immigrati. Rubano il lavoro? Commettono più crimini degli italiani? Si prendono tutte le case popolari?
Voterebbero a sinistra? Tutto falso, come dimostrano i numeri citati su http://www.civati.it/mandiamoliacasa.pdf.

fonte: http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/26/news/sciopero_degli_immigrati-2439277/

il taglio illegale saccheggia l'Honduras






Il governo honduregno perde ogni anno tra i sei e gli otto milioni di dollari, e dei comuni intorno a 1,6 milioni di dollari in imposte non versate, derivanti dal commercio illegale del legname. Secondo IPS-Tierramérica, su 86 rapporti presentati negli ultimi tre anni dall'unità indipendente di monitoraggio forestale, solo 19 non ha riscontrato irregolarità. Tutti gli altri hanno documentato l'abuso di potere, la falsificazione della dei documenti, la corruzione nell'assegnazione dei permessi, il taglio in aree protette. oltre resto, adulterato relazioni tecniche, pressioni gruppi locali al fine di ottenere permessi di accesso, la registrazione nelle aree protette, frode fiscale e complicità.
Più di tre quarti dell'Honduras sono montuosi, e oltre il 50 per cento del territorio è ricoperto di foreste. I rapporti del governo indicano che le foreste sono la risorsa naturale più preziosa. Potrebbero generare più del 25 per cento del PIL, stimato a 12,7 miliardi di dollari in seguito alla crisi innescata dal 28 giugno 2009 colpo di stato che rovesciò il presidente Manuel Zelaya. Ma il settore forestale contribuisce solo il cinque per cento del PIL. Anche se ci sono pochi dati sul commercio illegale di legname, si stima che l'80-100 "rastras" o contenitori di legno trainato da camion circolino ogni giorno in Honduras. La concentrazione di tale attività è maggiore nel dipartimento nord-orientale di Olancho, una delle zone più deforestate dell'Honduras.Secondo il difensore civico Ramón Custodio, il disboscamento illegale "arricchisce l'individuo corrotto, e impoverisce la comunità", oltre a fomentare la distruzione delle foreste, che ha ripercussioni al di là del settore forestale". Vi è una sorta di "riciclaggio forestale", in cui le attività legali e illegali sono "i due estremi di uno spettro in cui il legname è legalizzato con meccanismi diversi.""Il governo deve assumersi con urgenza la responsabilità per la propria incapacità di studiare e di inventariare le risorse naturali del paese. Fino a quando la ricerca sarà considerata una spesa, piuttosto che un investimento, continueremo a gestire l'ambiente andando a tentoni, o alla cieca rispetto, senza neppure accorgerci che stiamo buttando via ricchezze naturali del paese - ha aggiunto l'esperto forestale Rigoberto Sandoval - Il taglio illegale significa perdita di risorse genetiche e ambientali, così come la perdita di biodiversità è in gran parte causata dalla riduzione delle foreste".I trafficanti illegali di legname spesso non rispettano le procedure tecniche volte a salvaguardare il suolo, e abbattono è sceso più del legno di quanto previsto. Molte aziende falsificano la documentazione i documenti catastali per impossessarsi illegalmente di terreni pubblici, con la in complicità delle cooperative forestali e dei funzionari pubblici. Secondo l'unità indipendente di controllo delle foreste, il taglio illegale minaccia l'ambiente a genera conflitti sociali.Le regioni dove la maggior parte di questi crimini sono commessi sono Olancho, la regione atlantica, il dipartimento settentrionale di Yoro, i servizi centrali di Francisco Morazán e Comayagua, e, in misura minore, El Paraíso e il resto della regione meridionale dell'Honduras. In Olancho, la città di Juticalpa e il Rio Plátano, Riserva della Biosfera dell'Unesco, si registrano i più alti livelli di corruzione foresta.

mercoledì 24 febbraio 2010



Cinema e Aperitivo Musicale a El Barrio

Domenica 28 Febbraio ore 18,30

GLBTQ

"QUEER SARAJEVO FESTIVAL 2008"

di Masa Hilcisin e Cazim Dervisevic

a seguire
collegamento da Sarajevo con

con SVETLANA DURKOVIC e VALENTINA PELLIZZER
incontro
con
DANIELE VIOTTI, Coord. Torino Pride e DANIELE SALARIS, regista
aperitivo musicale

@ El Barrio

Strada Cuorgnè 81 Torino

tel. 011.2222554

elbarrio@elbarrio.it

www.elbarrio.it

ingresso libero e gratuito

KINOBARRIO VIDEO ARTE MUSICA: UNO SGUARDO SULLA BOSNIA DI OGGI

è un progetto a cura di Ass. MIAO, RE.TE. ONG, Ass. Nema Frontiera

Quattro domeniche a tema per uno sguardo contemporaneo sulla Bosnia di oggi, oltre gli stereotipi della guerra e attraverso proiezioni cinematografiche, video, documentari, interviste, incontri, confronti, esperienze e progetti realizzati, giochi, letture, performance, aperitivi musicali, sfilata di moda.

“QUEER SARAJEVO FESTIVAL 2008”

Serata di inugurazione della prima edizione del Sarajevo Queer Festival. Successo di pubblico, gli organizzatori dell'associazione Q contenti per essere riusciti a realizzare un difficile progetto. All'improvviso un gruppo di otto persone attacca il Festival; minacce, insulti e sei feriti. La polizia interviene in difesa della manifestazione ma non basta: il Festival viene cancellato.

Regia: Čazim Dervišević e Maša Hilčišin

Anno: 2008

Nazione: Bosnia Herzegovina

Genere: Documentario

Durata: 32 min.

Il primo Sarajevo Queer Festival è stato organizzato nel settembre 2008. L'inizio della manifestazione era previsto in coincidenza con l'inizio del Ramadan, irritando alcuni integralisti musulmani, nonostante il programma delle date fosse stato annunciato mesi e mesi prima.

Il governo bosniaco (verbalmente e subdolamente) ed un gruppo di hooligans (brutalmente e fisicamente) si sono trovati dalla stessa parte, contro il Festival. Anche la polizia ha mantenuto un atteggiamento ambiguo. Otto persone sono rimaste ferite durante lo svolgimento del Festival, mentre gli organizzatori dell'evento diventavano oggetto di dichiarazioni cariche di odio e di costanti minacce.

Sebbene il programma - che prevedeva dibattiti, proiezioni, mostre e performance - sia stato cancellato a seguito delle aggressioni, il Sarajevo Queer Festival, ufficialmente, non si è concluso.

Il Queer Sarajevo Festival è rimasto aperto, trasformandosi in lotta politica contro la violenza, il nazionalismo ed il fondamentalismo in Bosnia-Erzegovina.

Il documentario sul festival è stato prodotto dall'Associazione “Q” con il supporto dell'Ambasciata d'Olanda in Bosnia-Erzegovina, dell'Ambasciata Svizzera, delle Organizzazioni non Governative “Global fund for women”, “Astraea Lesbian Foundation for Justice”, “Urgent Action Fund, OffStream”, “Heart and Hand Fund” e “COC HIVOS”.

WEB Queer Sarajevo Festival

http://www.queer.ba/v1/qsf.htm

WEB Associazione Q

http://www.queer.ba




IL PROSSIMO APPUNTAMENTO DI KINOBARRIO

Domenica 7 Marzo 2010 - ore 17,30

DONNE, ARTE E CREATIVITA'

VIDEO DI COLLETTIVI ARTISTICI di AA. VV.

a seguire:

sfilata di moda della collezione ETNO RADIONICA di Breza, progetto di MAE-AID/RE.TE.-CESVI/BSN

letture con inedite traduzioni di VESNA SCEPANOVIC e GABRIELLA MONTONE, accompagnamento musicale di ANDREA UGHETTO

aperitivo musicale con DJ GRISSINO