La green economy che emerge dal documento finale in discussione a Rio+20, il summit
Onu su ambiente e sviluppo in corso a Rio de Janeiro a 20 anni dal primo Earth summit,
parla di approcci volontari, nessuna regolamentazione ed una strenua difesa dei
brevetti e sui diritti di proprietà intellettuale. Mentre l'invito a ratificare il Protocollo
di Nagoya sulla protezione e l'accesso alle risorse genetiche risulta generico e poco
vincolante per le diplomazie internazionali, come se la tutela della biodiversità sia un
lusso che ci si può anche permettere di ignorare. Sono le principali critiche rivolte dalla
Campagna internazionale "SBLOCCHIAMOLI: Cibo, salute e saperi senza brevetti"
all'attuale bozza di documento finale della conferenza Onu sullo Sviluppo sostenibile di
Rio+20.
"Il riferimento esplicito ed implicito nel documento ai mercati, a fonti di finanziamento
innovative ed alla Wto testimonia come il rischio di una progressiva mercificazione e
finanziarizzazione della natura rimanga dietro l'angolo", sottolinea Alberto Zoratti
consulente della Campagna SBLOCCHIAMOLI su ambiente e biodiversità, che sta
seguendo i negoziati a Rio de Janeiro.
"Il testo ha un'ambizione bassa ed inefficace", afferma Monica Di Sisto, responsabile
Advocacy della Campagna, che specifica come "le azioni per lo sviluppo della green
economy, in particolare nei Paesi del sud del mondo siano limitate, nell'attuale versione
del documento finale, a un volontario scambio di esperienze". "In questo modo si
difendono i diritti di proprietà intellettuale sulle tecnologie verdi in mano alle multinazionali
del settore, nonostante il Dipartimento di Affari Economici e Sociali dell'Onu da anni
denunci come l'attuale regime di tutela della proprietà intellettuale sia un ostacolo alla
messa in campo di politiche efficaci di sostenibilità nei Paesi del sud del mondo".
"L'invito alla ratifica del Protocollo di Nagoya - conclude Zoratti - non prende impegni
sostanziali perchè possa diventare operativo durante la Conferenza delle Parti Onu sulla
biodiversità che si terrà a ottobre a Hyderabad in India", in quanto tralascia il particolare
che "al momento solo 4 Paesi hanno ratificato l'accordo, considerato che ne servirebbero
almeno 50 nelle prossime settimane, perchè possa entrare in vigore alla prossima
Conferenza Onu sulla biodiversità, in programma ad ottobre in India".
La richiesta della Campagna SBLOCCHIAMOLI per una pronta ratifica del Protocollo di
Nagoya è stata inviata al Ministro dell'Ambiente Corrado Clini, al Vicepresidente del
Preparatory Committee Rio+20 che sta seguendo il negoziato per l'Italia Paolo Soprano,
e al Direttore Generale Direzione Protezione della Natura e del Mare del Ministero
dell'Ambiente Renato Grimaldi.
Ufficio Stampa: Ludovica Jona - l.jona@ongrc.org - 338 8786870
www.sblocchiamoli.org
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